L’industria culturale italiana sembra proprio non conoscere la crisi. Un esempio? Nel Centro della Penisola la cultura produce un valore aggiunto di oltre 19 milioni di euro, il 6,3% dell’economia della zona.
L’industria culturale italiana sembra proprio non conoscere la crisi. Un esempio? Nel Centro della Penisola la cultura produce un valore aggiunto di oltre 19 milioni di euro, il 6,3% dell’economia della zona.
Si deve invece aggiungere qualche zero in più sui conti dei farmaci italiani. La cosiddetta “non aderenza alla terapia farmacologica” costa al sistema sanitario nazionale 19 miliardi di euro l’anno.
Ma c’è anche un altro 19 che bussa proprio poco dopo i confini di Stato.
La cittadella universitaria di Rimini è ormai realtà con oltre 30.000 metri quadrati di aule in 15 sedi, quasi 1.500 matricole, 5.122 scritti e 1.349 laureati in 19 corsi, di cui tre completamente in inglese, a cui se ne aggiungerà un quarto l’anno prossimo.
Ma di cosa parlano gli italiani via twitter? Adnkronos lo spiega a chiare lettere: il 33% degli hashtag più usati nel 2014 ha riguardato i programmi televisivi, il 19% i temi politici, il 13% i fatti di attualità di altro tipo, un altro 13% gli eventi sportivi e il 4% gli artisti musicali.
Infine un 19% degli hashtag racchiudeva pratiche di uso comune come l’uso di #buongiorno o nomi di città italiane per etichettare fatti locali.
Non mancano poi i venti freddi dell’Est. “Negli ultimi cinque mesi del 2014 – spiega Coldiretti in una nota – si è verificata una perdita in valore nelle esportazioni in Russia per 24,4 milioni per la frutta fresca, di oltre 19 milioni di prodotti lattiero caseari e di 17,1 milioni per la carne e i suoi derivati. L’impossibilità di esportare sul mercato russo ha inoltre provocato un altro effetto negativo, ovvero una situazione di eccesso di offerta sul mercato europeo con ricadute negative sui prezzi riconosciuti agli agricoltori”.
Per tornare al 19 giugno, un compleanno su tutti, quello della politica Aung San Suu Kyi (1945): “Non è il potere che corrompe, ma la paura. Il timore di perdere il potere corrompe chi lo detiene e la paura del castigo del potere corrompe chi ne è soggetto”.