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Acciari del Tecnoplay Team campione del mondo di flipper

da Redazione

Terzo titolo per il 30enne romano: “Ho iniziato a 7 anni nel bar, con le 500 lire”. Zaccaria: “Un gioco che resiste nel tempo e che ha diversi mercati, come il collezionismo”.

 

di Daniele Bartolucci

 

Daniele Acciari del Tecnoplay Team ha conquistato per la terza volta il titolo di campione del mondo di flipper, il 24 maggio a Goteborg, dopo una sfida con il padrone di casa Mats Runsten durata più di otto ore. “Stavolta è stata davvero dura – ha confidato in diretta a Radio Deejay e Radio Capital – perché praticamente in tutti gli incontri ce la siamo giocata alla gara di spareggio. Una competizione molto elevata sul piano tecnico e della concorrenza: è stato bello ritrovare gli sfidanti con i quali ci conosciamo da anni e con i quali condividiamo questa passione”. E’ infatti dal 2007 che il 30enne romano (originario di Marino) compete ai massimi livelli, dopo aver sospeso per qualche anno l’attività ludica: “La mia passione per il flipper è iniziata quando avevo solo 7 anni, nei bar, dove con 500 lire giocavo tutto il giorno ed a fine giornata rivendevo le mie partite vinte agli altri che volevano giocare. Tanto che i baristi erano sempre sul piede di guerra per cacciarmi dal bar, ma non proprio tutti. Ho giocato così fino ai 12 anni quando poi i flipper sono spariti per lasciare posto ai video poker”, spiega con un po’ di malinconia. Ma era un arrivederci: “In seguito li ho ritrovati nel 2007 a 23 anni, quando ho digitato su internet la parola ‘flipper’ e ho trovato un modo per partecipare all’Europeo in Svezia, dove sono arrivato quinto. Qui ho cominciato a credere di avere talento in questo settore, arrivando poi nel 2010 a partecipare al mondiale di Minneapolis, che ho vinto alla prima partecipazione”. Daniele ha poi rivinto due anni dopo, a Seattle e quest’anno ha stabilito un record di categoria, “non c’è nessuno che ha conquistato tre titoli mondiali, sono il primo e l’unico”. Una soddisfazione personale che si aggiunge a quella del Tecnoplay Team, la ‘squadra’ sponsorizzata dall’azienda sammarinese da qualche anno, come spiega il Sales Manager & Amusement Mauro Zaccaria, che il flipper ce l’ha davvero nel Dna, essendo figlio di quel Marino Zaccaria che a Bologna negli anni ’70 era diventato il quarto produttore al mondo di flipper, un marchio storico il cui know how negli anni ’80 è confluito nella Tecnoplay.

“Al tempo, ricordo bene, mio padre aveva un bar e come tutti i bar che si rispettino – stiamo parlando degli anni ’60 – aveva un flipper. Il primo era stato preso a noleggio, ma mio padre ben presto capì le potenzialità di questo gioco e decisi di investirci, comprandone uno tutto suo, fu l’inizio di una grandissima passione ma anche di una bellissima impresa”.

Un’impresa che oggi Mauro Zaccaria sta continuando in Tecnoplay, di cui è stato recentemente nominato Amministratore delegato. Ma il rapporto con il flipper è quasi sentimentale: lo si capisce mentre sfiora, quasi accarezza, alcuni modelli d’epoca in esposizione alla Tecnoplay: “Sono cresciuto con questi flipper, hanno accompagnato la mia vita e il mio lavoro da sempre, anche per questo come Tecnoplay abbiamo accettato di sponsorizzare una squadra italiana per Europei e Mondiali, pagando una parte delle spese e dei viaggi di questi ragazzi. Il nostro impegno però non si esaurisce qui, visto che forniamo spesso i flipper per le manifestazioni sportive in tutta Italia, i tornei che serviranno poi a stilare il ranking dei migliori giocatori sul territorio nazionale, da cui individuare i partecipanti ai tornei internazionali. Lo stesso dicasi quando questi eventi vengono ospitati in Italia: l’anno scorso dopo Enada Primavera, alla Fiera di Rimini si giocarono gli europei di flipper e fu proprio Tecnoplay a mettere a disposizione i circa cento flipper necessari. Una scenografia incredibile, bellissimo”. Sembra dunque che il fascino di questo gioco non sia immutato, ma il mercato? “E’ un gioco che resiste nel tempo”, ribadisce Zaccaria, “e possono giocarci sia grandi che piccini, è un gioco pulito dove non contano forza fisica o soldi, ma buoni riflessi, concentrazione e tanta esperienza. Di giocatori, nel mondo, ce ne sono migliaia, ma potenzialmente lo sono tutti, basta che ci sia un flipper e un luogo dove metterlo”. Ecco, appunto, i luoghi. “Siamo partiti dal bar di mio padre non a caso, perché è il bar il luogo simbolo del flipper, almeno in Italia. Quello che è stato per diverse generazioni il luogo di ritrovo per eccellenza, è stato per decenni la patria del flipper. Quel mondo però si è un po’ perso e con esso sono spariti molti luoghi dove giocare. Resiste nelle sale giochi, è vero, ma sono sicuro che tornerà di moda, come ha sempre fatto. Comunque Tecnoplay, che è distributore unico per l’Italia della Stern Pinball, vende ancora oggi circa 300 flipper all’anno”. E il resto del mondo? “Il mercato numero uno resta sempre quello americano, poi c’è l’Australia e quindi l’Europa, dove ci contendiamo il terzo posto con la Francia”. Quindi il mercato c’è ancora, gli appassionati pure… “Poi c’è il mercato dell’usato, dove la richiesta è enorme, soprattutto da parte degli operatori che vogliono ampliare la loro clientela senza investire cifre enormi, visto che un flipper nuovo si aggira tra i 5 e i 6 mila euro. Infine, da non sottovalutare, c’è il mercato dei collezionisti, che è a livello mondiale possiamo dire, tanto che oltre alla Stern che è rimasto l’unico produttore per i professionisti, ci sono altri produttori che lanciano modelli unicamente ‘limited edition’, solo per collezionisti”.

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