Home FixingFixing Sulla sabbia della Riviera per raccontare con la mente la forza dei calembour

Sulla sabbia della Riviera per raccontare con la mente la forza dei calembour

da Redazione

“Onde road”: “Cibilterra”, “Ormalità”, “Cielofan”, l’istituto “Marco Polo” di Rimini in viaggio.

 

di Alessandro Carli

 

Esistono due strade su cui la fotografia concettuale contemporanea può incamminarsi: la prima è quella che lavora sulle immagini (spesso incomprensibili), la seconda, molto più nobile, è quella che gioca sui titolo e fa lavorare – in maniera sana – la mente. Appartiene a questa seconda dimensione (anche letteraria) il professor Massimo Bini, insegnante dell’Istituto Tecnico per il Turismo “Marco Polo” di Rimini che, per passione, ha chiesto ai suoi alunni di mettersi “Onde road” e di andare a fermare gli attimi del mare.

Da questo peregrinare silenzioso è nata una mostra, ospitata sino al 27 maggio all’interno di Villa Mussolini di Riccione.

Certo, i “puristi” potrebbero torcere il naso (qualche scatto è sgranato), ma poco importa: la loro ricerca di “perfezione” non ha le chiavi né tantomeno l’apertura mentale per entrare nel Kursaal dei calembour. E’ questa, con ogni probabilità, la vera, grande bellezza di questa iniziativa: il dialogo tra i titoli (talmente pieni di grin del gatto che Cheshire che non possiamo non pensare che il professor Bini – che ha curato i testi – e Silvia Bianchi – che ha preso per mano i titoli – non abbiano mai letto “Alice” di Carroll) e le fotografie.

Esiste la fotografia che si vive con gli occhi, e quella che invece va osservata con la mente.

“Onde road” è la crasi perfetta di queste due direttive: il titoli – “Cielofan”, “Cibilterra”, “Ormalità”, “Pesce cane”, “A mare”, “Selfish”, che dialogano con le immagini, lasciano sulle labbra dei visitatori un sorriso intelligente, a forma di onda.

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