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Editoriale: polo del lusso, un treno da non perdere

da Redazione

Ma di una cosa siamo fermamente convinti: restare fermi non produce né reddito, né occupazione né tantomeno nuove imposte per lo Stato.

 

di Alessandro Carli

 

Per qualche settimana ci siamo tenuti alla larga, in attesa di capire meglio l’evoluzione del Polo del lusso.

La presentazione in prima lettura del progetto di variante del PRG di Rovereta da parte del segretario di Stato per il Territorio, Antonella Mularoni a fine aprile, la recente nascita di un “Comitato per il no” e le posizioni di alcuni movimenti politici, contrari all’area, ci ha dato la spinta per condividere con i nostri lettori (che possono essere d’accordo oppure no) alcune riflessioni.

La Repubblica di San Marino, negli anni, ha perduto molti treni (uno su tutti, il centro commerciale “Le Befane”, lì dove molti sammarinesi vanno a fare shopping).

Crediamo che prima di essere lasciato passare anche il “Luxury department store San Marino”, vada perlomeno studiata la ricaduta che il progetto può avere per l’intero Paese in termini di occupazione e, in senso più allargato, di volano per l’economia.

In un periodo di difficoltà – l’ultimo bollettino dell’UPECEDS che mette il luce i dati del primo trimestre 2015 parla di 36 imprese chiuse tra marzo 2014 e marzo 2015 e, di conseguenza, di dipendenti lasciati a casa -, riteniamo sia perlomeno opportuno valutare il progetto nella sua interezza e nella sua capacità di creare un rilancio e non “stroncarlo” per partito preso.

Alla micologica il polo del lusso non piace, e non ne ha mai fatto mistero: “E’ speculazione immobiliare che depaupera il paesaggio, sovraccarica la viabilità e impoverisce le finanze pubbliche”.

Noi siamo meno “talebani” e forse un po’ più lungimiranti: l’area di Rovereta, per ubicazione e vocazione, si presta bene a un progetto di riqualificazione e parziale riconversione.

Un’area che può attirare turisti e visitatori anche e soprattutto da fuori, clienti di qualità, con interessanti capacità di spesa e possibilità di spostamento.

Persone che potrebbero anche vivacizzare il Centro storico (Patrimonio mondiale UNESCO, lo vogliamo sottolineare ancora una volta, dal 2008), fermarsi una notte o due sul monte Titano, cenare, passeggiare e fare acquisti anche “dentro le mura”.

Gli effetti positivi del Polo del lusso – anzi, “Luxury department store San Marino” – potrebbero ricadere davvero su tutto il sistema.

Potrebbero farlo crescere, innalzando anche l’offerta del Monte, non sempre – e non diciamo una cosa nuova – di qualità.

E’ un treno, quello del polo de lusso, che non va e non può essere assolutamente perduto.

Certo: la precondizione è quella di agire con maturità, in un’ottica di grande trasparenza.

Ancora meglio sarebbe stato – col senno del poi – un bando di respiro internazionale, in modo da poter avere sul tavolo diverse opportunità d’investimento.

Ma di una cosa siamo fermamente convinti: restare fermi non produce né reddito, né occupazione né tantomeno nuove imposte per lo Stato.

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