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Da Cupertino al Titano: depositato anche il marchio Apple

da Redazione

Avevano già disposto da tempo la tutela a livello mondiale (attraverso il Wipo), ma proprio perché l’ambito della proprietà industriale è un settore assai delicato, hanno deciso di depositare direttamente anche sul Titano il proprio marchio.

 

di Daniele Bartolucci

 

Da Cupertino a San Marino, anche la Apple Inc. ha fatto capolino nell’antica Repubblica. In verità il brand forse più celebre al mondo è da tempo entrato nel mercato sammarinese ‘colonizzando’ uffici e abitazioni con i propri device, siano essi computer o smartphone, ma proprio perché così presente e così importante, l’azienda californiana ha deciso di depositare il proprio marchio denominativo, Apple, presso l’Ufficio di Stato Brevetti e Marchi al fine di tutelarlo nella maniera migliore possibile. Molto probabilmente a Cupertino, dove hanno ideato perfino un sito dedicato ai propri marchi e brevetti (www.patentlyapple.com) avevano già disposto da tempo la tutela a livello mondiale (attraverso il Wipo), ma proprio perché l’ambito della proprietà industriale è un settore assai delicato, hanno deciso di depositare direttamente anche a San Marino il proprio marchio.

Anche, probabilmente, in funzione del chiarimento avvenuto nei mesi scorsi sulla reciprocità tra Italia e San Marino che, come noto, vale solo per le procedure nazionali, mentre per i marchi e brevetti esteri occorre che questi vengano depositati in entrambi i registri.

Questo dovrebbe quindi spingere altre grandi aziende come Apple a valutare il deposito a San Marino in futuro, se non l’hanno già fatto. In questi primi mesi del 2015, stando infatti al Bollettino dell’Ufficio di Stato Brevetti e Marchi sono stati depositati diversi marchi importanti, tra cui anche diversi di Samsung, uno dei più forti competitor di Apple nel settore smartphone e tablet, ad esempio. Una competizione tra i due colossi che più volte si è giocata anche sui brevetti industriali, un terreno che l’azienda di Cupertino conosce molto bene, avendo dovuto affrontare fin dalla nascita la battaglia forse più famosa e più importante per la stessa azienda del guru Steve Jobs: quella sulla ‘mela’, utilizzata anche dalla Apple Corps, storica etichetta dei Beatles sotto l’effige della mela modello “Granny Smith” disegnata intera da una parte e tagliata a metà sul lato B dei loro Lp.

La battaglia giudiziaria si è conclusa solo recentemente, nel 2007, quando il marchio leggendario che per 50 anni ha identificato i dischi dei Fab Four è finito nelle mani della Apple, la casa dell’iPhone e dell’iPad.

“Amiamo i Beatles ed è stato molto doloroso scontrarci con loro su questi marchi – aveva commentato allora Steve Jobs –: è eccellente aver risolto il tutto in una maniera positiva e in un modo che elimina il potenziale per ulteriori disaccordi in futuro”. L’accordo giudiziale aveva portato allo sblocco dei diritti per la vendita sulle canzoni dei Beatles su iTunes, il negozio di musica digitale creato dalla Apple: per la cronaca, nella prima settimana, nel novembre 2010, l’azienda di Cupertino vendette attraverso il suo store online quasi mezzo milione di album e oltre due milioni di canzoni.

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