Home FixingFixing C’è un po’ di San Marino in tutti gli pneumatici

C’è un po’ di San Marino in tutti gli pneumatici

da Redazione

Nel Bollettino dell’Usbm 2/2015 le ultime idee della multinazionale inglese. Brevettato da Keymical il sistema di pulizia a ultrasuoni degli stampi.

 

di Daniele Bartolucci

 

C’è un po’ di San Marino nelle auto di tutto il mondo, sia che si spostino sulle strade dietro casa sia che sfreccino in Formula 1: c’è tutta la tecnologia di Keymical infatti nella realizzazione degli pneumatici delle maggiori case del mondo. La multinazionale inglese ha infatti aperto due società sul Titano, circa tre anni fa, investendovi risorse importanti, destinate alla ricerca e sviluppo nel settore delle innovazioni dei processi industriali, del trattamento superficiale di metalli e materiali compositi, senza dimenticare il settore della robotica, in cui Keymical si propone come centro all’avanguardia nel panorama mondiale, essendo diventata partner tecnologico di “Emilia 3”, il prototipo automobilistico a propulsione solare. E’ infatti la dimensione globale quella con cui si confrontano i Managing Director delle due società Lorenzo Casesa ed Enrico Bargagli Petrucci, le cui professionalità sono oggi ‘residenti’ – come le loro famiglie – a San Marino. “La scelta di aprire qui le due società è stata attentamente valutata dalla società inglese, così come quella di lasciare l’Italia perché non era più considerata in grado di favorire l’innovazione e l’R&D, capisaldi del nostro business”. Mentre San Marino risulta avere molti pregi in tal senso, non ultimo l’avvio del Parco Scientifico e Tecnologico, a cui anche Keymical guarda con interesse, collaborando già con diversi Pst e Università. Ma le vere partnership, sono con le più grandi aziende di settore, in questo caso quello della produzione di pneumatici, come dimostra il recente progetto per la pulizia degli stampi utilizzati per realizzare le ‘gomme’, siano quelle di automobili normali o quelle dei mezzi di trasporto più grandi, “o più veloci”, aggiunge Casesa, citando la partnership con il gruppo Pirelli, uno dei major del settore e dal 2011 fornitore unico per tutte le scuderie di Formula Uno. “Questo progetto, su cui abbiamo investito moltissimo”, spiega nel dettaglio, “è stato sviluppato con il gruppo Himile, il leader mondiale nella costruzione di macchinari e stampi per la produzione di pneumatici. Stampi che, sintetizzando molto, agendo per pressione sulla mescola riscaldata, ad ogni ciclo di circa 2mila ‘presse’ si sporcano e vanno ripuliti. Si va dai residui di mescola, una patina che ad ogni pressa si stratifica, fino ai fumi canalizzati negli stampi attraverso delle microvalvoline (quelle che oggi evitano la formazione dei famosi ‘peletti’ che spuntavano un tempo su tutti gli pneumatici)”.

Il problema quindi esiste da quando il processo industriale funziona in questo modo?

“Sì, ma la risoluzione dello stesso all’inizio era artigianale, anzi, proprio fatta a mano”, spiega Casesa, “tanto che dovevano fermare la produzione, smontare tutti gli stampi e con degli utensili, compresi dei trapani molto piccoli, pulire tutto. E’ chiaro che questo procedimento aveva due grossi svantaggi: dove non si arrivava con gli utensili non si puliva affatto e comunque per sfregamento o abrasione, visto che usavano anche la sabbia, si compromettevano gli stampi stessi, rovinandoli”. La soluzione quindi è chimica? “I nostri laboratori hanno studiato la formula con cui levare questi residui, è vero, ma restava da trovare un sistema che permettesse letteralmente di scrostarli dagli stampi, non basta certamente immergerli in una vasca. Per questo abbiamo integrato la chimica alla fisica e ricercato la tecnologia migliore al nostro scopo: gli ultrasuoni. In pratica gli stampi, una volta immersi in un liquido, vengono ‘percossi’ attraverso la forza generata dagli ultrasuoni in un delicato e studiato equilibrio chimico-fisico, per cui si riesce a scrostare e pulire gli stampi senza rovinarli, stante la potenza che questa tecnologia può sviluppare”.

E questo sistema è stato ideato e sviluppato qui a San Marino?

“Certamente, così come il brevetto, la cui procedura è stata richiesta in queste settimane all’Ufficio di Stato Brevetti e Marchi, oltre ad altri che abbiamo già depositato e quelli che stiamo ultimando ora. E’ questo il nostro business, del resto: ricercare e sviluppare soluzioni per i processi industriali e progetti che vengano poi industrializzati dalle migliori e maggiori aziende nel mondo. Anche per questo, oltre al personale specializzato che già abbiamo assunto in questi anni, vogliamo aumentare l’organico delle due società e continuare a investire a San Marino”.

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