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San Marino, “Progetto Agata”: le donne oggi non sono più sole

da Redazione

Cassa di Risparmio sostiene l’iniziativa contro ogni forma di violenza. Le dottoresse Ottaviani e Stefanelli: “Già cinque nuovi casi nel 2015”.

 

di Alessandro Carli

 

Tra le feste istituzionali della Repubblica di San Marino, quella dedicata a Sant’Agata è sicuramente una delle più sentite e suggestive. Il Titano festeggia ogni anno la Santa, patrona della città di Catania e compatrona della Repubblica: una festa che risale al 5 febbraio 1740, quando il cardinale Enriquez, inviato dalla Santa Sede, restituì quell’autonomia e quella libertà che nei mesi precedenti il cardinale Alberoni aveva cercato di minare. Sembra proprio che si leghi a queste due parole intime – autonomia e libertà – il “Progetto Agata” che Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino dedica dal 2013 al Centro Ascolto Donna: un contributo economico – ben 15 mila euro per l’anno 2015 – molto prezioso per l’attività che viene svolta dallo sportello, un luogo di contatto, di prima accoglienza e di supporto per le vittime di ogni forma di violenza di genere.

“Nel 2012, in occasione delle celebrazioni dei 130 anni di Cassa di Risparmio – racconta il Presidente Pietro Giacomini – abbiamo avviato tre iniziative di carattere sociale. Una di queste è stata il ‘Progetto Agata’, che abbiamo deciso di rinnovare anche per il 2015. Anche se i numeri che delineano questo ‘fenomeno’ a San Marino sono abbastanza ridotti, parliamo comunque di un problema di grandissima rilevanza. Oggi, grazie all’egregio lavoro effettuato dal Centro, molte donne sanno che esiste un punto in grado di accoglierle e ascoltarle”.

Il dialogo e i rapporti con l’ISS partono da lontano – all’inizio degli anni Novanta – e l’appoggio al Centro Ascolto Donna ne è il naturale proseguimento. Il Presidente Pietro Giacomini, dopo aver ricordato che in Carisp “la presenza femminile nell’organigramma è di assoluto rilievo”, entra nelle pieghe del progetto. “Credo sia compito di una ‘Banca per il Paese’, come recita il nostro slogan, restituire alla cittadinanza la fiducia che ci viene data. In questo senso, il ‘Progetto Agata’ si inserisce perfettamente nella sensibilità che caratterizza l’attenzione che Cassa di Risparmio rivolge al territorio”.

La dottoressa Patrizia Stefanelli, responsabile UOS Salute Donna, racconta la genesi : “Il Centro Salute Donna esiste a San Marino già da tempo. Il Centro Ascolto invece è partito il 17 luglio del 2013. In quell’anno la dottoressa Ottaviani ha tenuto 18 colloqui con 10 donne”. Numeri più alti, purtroppo, l’anno successivo, come spiega la dottoressa Ottaviani: “Nel 2014 ho accolto 12 donne e sostenuto 60 colloqui. Di questi 12 casi, quattro sono stati segnalati al Giudice tutelare. Di questi dodici casi, quattro sono ancora seguiti. Nel nuovo anno si sono aggiunti ulteriori cinque nuovi contatti. C’è però molto sommerso, soprattutto per quanto riguarda la violenza domestica. In questo senso le campagne di informazione svolgono un ruolo davvero utile: oggi le donne sanno che questo triste fenomeno della violenza si può combattere e si deve combattere, considerando le gravi ripercussioni sulla salute della donna e di tutta la famiglia”.

Le vie che portano al Centro d’Ascolto sono diverse. “Alcune donne si rivolgono direttamente a noi – sottolinea la dottoressa Stefanelli – mentre altre passano attraverso la Gendarmeria oppure attraverso le diverse Unità dell’ISS che poi segnalano la presenza del servizio”.

Non esiste una “fascia protetta”, anzi: subiscono le violenze domestiche e psicologiche sia le ragazzine che le donne di 60 anni e più. In circa il 33% dei casi sono coinvolti i figli. In questi casi si parla di “violenza assistita” intrafamiliare, cioè qualsiasi atto di violenza (fisica, verbale, psicologica, sessuale ed economica) compiuta su figure significative (spesso madre e fratelli) a cui il minore assiste direttamente o indirettamente, percependone e subendone gli effetti dannosi. “In questi casi – prosegue Patrizia Stefanelli – i giovani, se non hanno ancora compiuto i 18 anni, vengono ‘gestiti’ dall’UOS Tutela Minori”.

Adriana Ottaviani e Patrizia Stefanelli poi si soffermano sui luoghi tipici della violenza: in primo luogo la casa, il nido che dovrebbe proteggere e dare sicurezza e amore, a volte diventa teatro di violenze e maltrattamento fisico e psicologico. “Quest’ultimo è più subdolo e anche più difficile da riconoscere. Poi il web può rappresentare un altro luogo-teatro di violenze, dove ad esempio, uno stalker può colpire con le parole, continuando a offendere pubblicamente la vittima, donna o uomo che sia. Per le violenze che possono nascere dal web o dalle nuove tecnologie ci teniamo in contatto con le forze dell’ordine del Titano”. Per eliminare la violenza occorre: capire il fenomeno, educare e cambiare. L’educazione rappresenta un forte fattore di prevenzione del fenomeno perché va a incidere sul fattore culturale che sta alla base della violenza di genere. Per riuscire ad arginare le violenze, è molto importante svolgere un piano di educazione. “Da tempo siamo presenti anche nelle scuole del territorio per parlare di rispetto”.

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