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San Marino, mercato del lavoro: mediare domanda e offerta

da Redazione

In Italia la disciplina del collocamento pubblico ne conferisce il compito – unitamente alla responsabilità delle politiche attive – alle Regioni e alle Province: alle Regioni spetta la regia, alle province l’erogazione dei servizi tramite gli uffici periferici denominati Centri per l’Impiego.


In Italia la disciplina del collocamento pubblico ne conferisce il compito – unitamente alla responsabilità delle politiche attive – alle Regioni e alle Province: alle Regioni spetta la regia, alle province l’erogazione dei servizi tramite gli uffici periferici denominati Centri per l’Impiego.

Al collocamento pubblico, in un’ottica di sussidiarietà verticale, si sono affiancati i soggetti privati, cui la legge consente di svolgere attività di mediazione tra domanda ed offerta di lavoro.

Sempre in Italia la proposta presentata nella scorsa Legislatura da Pietro Ichino – lo stesso che sta stendendo la riforma sammarinese – propone, in definitiva, un’ulteriore liberalizzazione dell’attività di mediazione tra domanda ed offerta di lavoro mediante l’affidamento della stessa ai privati, riservando allo Stato un compito di vigilanza e controllo.

La raccomandazione dell’UE è quella di far sì che i servizi di collocamento, pubblici e privati, rappresentino uno strumento importante in ottica di flexsecurity, nel quale alla flessibilità nell’accesso e nella permanenza al lavoro si deve affiancare una tutela ed una garanzia reddituale nei momenti in cui il soggetto (incolpevolmente) si trova senza lavoro.

A San Marino il sistema del collocamento rimane un monopolio pubblico (sovrainteso dalla Commissione per il Lavoro composta da rappresentanti dello Stato e delle organizzazioni sindacali e datoriali) con il divieto di mediazione da parte dei privati. Dal 2011 con il DL 156 si è creata una corsia preferenziale per i lavoratori che possiedono lo status di “non occupati” e che sono iscritti nelle liste di avviamento al lavoro. Resta comunque in vigore l’assunzione tramite richiesta generica, con i datori di lavoro che comunicano le proprie necessità specifiche di personale e l’Ufficio del Lavoro che invia i lavoratori per il colloquio sulla base delle proprie graduatorie. Un meccanismo che però dimostra i propri evidenti limiti nella grande maggioranza dei casi, a scapito sia dei lavoratori e sia degli imprenditori.

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