Su quali leve intervenire con il prossimo intervento normativo? Il documento dell’Università capitolina analizza il sistema sammarinese e lo compara con le principali opzioni a livello italiano ed europeo.
di Loris Pironi
L’analisi che vi proponiamo in queste pagine parte dal Rapporto che l’Università LUISS Guido Carli di Roma ha predisposto, su incarico dell’Associazione Nazionale dell’Industria Sammarinese, con l’obiettivo di inquadrare e sintetizzare la materia al fine di avanzare specifiche proposte di riforma del diritto sammarinese.
Tali proposte spiegano dall’ANIS, “vogliono essere il contributo della nostra associazione al dibattito sullo sviluppo di nuove regole che tengano conto delle peculiarità del nostro sistema paese e delle prospettive future di sviluppo”.
Il 2014 dovrà essere “l’anno buono” per veder giungere in porto la riforma del mercato del lavoro, che risolva le tante criticità del sistema sammarinese.
Il Rapporto della LUISS di cui vi parliamo questa settimana è articolato in tre sezioni.
La prima sezione (“Il mercato del lavoro: quadro economico”) raccoglie, elabora ed analizza una serie di dati statistici e descrittivi relativi al mercato del lavoro sammarinese, calando i risultati dell’indagine nel generale contesto economico del Paese.
La seconda sezione (“Il mercato del lavoro: opzioni regolative”) seleziona i temi di maggiore interesse in prospettiva di riforma del mercato del lavoro. A ciascun tema è dedicata una scheda che descrive i principali elementi nonché le carenze e le criticità della legislazione sammarinese vigente e propone diverse opzioni regolative, con particolare riferimento alla normativa italiana.
La terza sezione (“Analisi comparativa”) confronta le principali implicazioni economiche delle opzioni regolative identificate e descritte nella seconda sezione, principalmente lungo le dimensioni di maggiore interesse per il caso sammarinese e alla luce degli scenari-economici rilevanti e degli obiettivi di sviluppo esaminati nella prima sezione. Il rapporto è stato elaborato da docenti e ricercatori della LUISS.
La crisi economica della Repubblica di San Marino ha indicatori molto chiari e precisi. La voragine in cui è precipitato il Prodotto Interno Lordo (persi negli anni quasi 30 punti percentuali). Il tasso di disoccupazione è raddoppiato ed è giunto praticamente ad allinearsi alla media europea (ora siamo circa all’8,3%). Lo stillicidio delle imprese operanti in Repubblica, che nel bollettino del primo trimestre dell’anno ha registrato un ulteriore -2,1% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente.
In questo contesto è evidente che sia imprescindibile, per San Marino, una riforma del mercato del lavoro che risolva alcuni dei problemi che si trascinano da tempo immemorabile e che rendono più difficile la ripresa.
Su quali leve intervenire? La Segreteria di Stato al Lavoro ha affidato al noto giuslavorista italiano Pietro Ichino il compito di redigere il testo della riforma del mercato del lavoro. Per Ichino, senatore e responsabile del programma di Scelta Civica nonché protagonista del dibattito in Italia su queste tematiche, il Titano può rappresentare una sorta di progetto pilota per le sue politiche del lavoro. E l’ANIS ha affidato ai docenti e ai ricercatori dell’Università LUISS di Roma il compito di analizzare il sistema del lavoro sammarinese, evidenziarne le criticità e indicare i punti su cui è opportuno intervenire.
Le varie opzioni
In particolare la seconda sezione del Rapporto LUISS identifica le principali proposte di riforma del mercato del lavoro attuate o in discussione in Italia e in Europa. In particolare, sono analizzate le opzioni regolative della riforma Fornero, la proposta di riforma Ichino, quella Boeri-Garibaldi e gli indirizzi dell’Unione europea. La riforma Fornero del 2012 (legge 28 giugno 2012, n. 92) e alcune proposte di riforma del mercato del lavoro italiano contengono elementi potenzialmente interessanti anche per il Titano, soprattutto riguardo a due temi focali come quello della flessibilità in entrata e la rappresentatività sindacale. La legge Fornero introduce significative modifiche alle regole per l’ingresso nel mercato del lavoro per una serie di differenti forme contrattuali (contratto a termine, contratto a progetto, apprendistato, eccetera); la proposta Ichino e la proposta Boeri-Garibaldi, entrambe presentate anche in forma di disegni di legge, mirano a creare nuove regole e incentivi per rafforzare la forma dell’assunzione a tempo indeterminato come canale tipico e prevalente per l’ingresso nel mercato del lavoro, con l’obiettivo di porre fine all’attuale dualismo del mercato del lavoro.
Ma ecco che entriamo nel novero delle criticità, capitolo per capitolo, come evidenziate dal Rapporto della LUISS.
Collocamento
Le regole che disciplinano il collocamento nella Repubblica di San Marino presentano alcuni difetti dal punto di vista giuridico (normativa dispersa, sovrapposta, talvolta incompleta), oltreché ulteriori criticità sul piano dell’efficienza economica.
Ne risultano sacrificati l’interesse del datore di lavoro alla scelta della migliore risorsa da assumere, da una parte, e, dall’altra, la trasparenza del mercato del lavoro e del collocamento.
Per di più, l’attribuzione a favore della PA di poteri discrezionali relativi alla possibilità di derogare i limiti quantitativi imposti dalle regole in tema di collocamento favoriscono comportamenti opachi ed elusivi. L’opacità e l’inefficienza del sistema, infine, paiono esacerbate dall’imposizione di un monopolio (pubblico) che gestisce la mediazione, la ricerca e la selezione del personale.
Flessibilità in entrata
La disciplina vigente appare particolarmente rigida, tanto con riferimento alle condizioni d’impiego, quanto relativamente all’iter burocratico connesso all’attivazione delle varie ipotesi contrattuali in esame. L’iter burocratico a cui le imprese devono ricorrere al fine di attivare tali forme di impiego rappresenta un disincentivo al ricorso a questo tipo di contratti: in diversi casi si potrebbe ricorrere a forme di controllo ex post.
Flessibilità in uscita
In termini di flessibilità in uscita lo studio della LUISS prende in esame i licenziamenti individuali, che a San Marino sono di fatto quelli per giusta causa e per giustificato motivo. Le carenze e criticità della disciplina vigente, individuate dal report, riguardano diversi aspetti, dai vizi formali alla sindacabilità da parte del giudice delle scelte imprenditoriali fino alla tematica dell’onere della prova. In merito ai licenziamenti per motivi economici (la stragrande maggioranza, oggi) vale la pena ricordare ciò che prevede le proposte Ichino, quella già avanzata in Italia e quella sammarinese, che presumiamo sia sulla stessa falsariga. Ichino prevede una tutela economica “rafforzata”, che sia costituita da un preavviso lungo e da un’indennità proporzionata all’anzianità del lavoratore.
Frontalierato
Le norme adottate da San Marino, volte ad assicurare l’occupabilità dei cittadini sammarinesi o residenti sul territorio, appaiono “inefficaci, eccessivamente complesse e scarsamente idonee ad un utilizzo discrezionale da parte della pubblica amministrazione”. Alle imprese è imposta una “contrattazione” con i pubblici poteri ogni qualvolta il datore di lavoro abbia necessità di reperire lavoratori dall’estero; contrattazione che è esasperata dalle numerose possibilità di deroga che la Commissione per il Lavoro può concedere, caso per caso.
Ammortizzatori sociali
I principali difetti del sistema sono ascrivibili da una parte alla sua sostenibilità economica, dall’altra al rischio che l’“eccessiva generosità” (in termini di durata delle provvidenze e di importo delle stesse) possa incentivare comportamenti opportunistici da parte dei percettori di tali trattamenti che potrebbero preferire la generosa prestazione previdenziale ad una ricerca di una pronta rioccupazione. In definitiva, il sistema privilegia forme di assistenza passiva viene a politiche attive del lavoro, di modo che né il lavoratore, né l’impresa sono responsabilizzati. Va altresì detto che, rispetto all’elaborazione della LUISS è giunto un intervento normativo che pur continuando a tutelare i lavoratori va nella direzione di ridurre l’entità delle prestazioni.