La selvicoltura è quell’insieme di interventi che vanno dai tagli di rinnovazione ai tagli intercalari i quali permettono la coltivazione del bosco garantendo la sua rinnovabilità.
“Un’azza è quella con cui squadri là, nel verno, il pino e il cerro; con cui picchiavano i tuoi padri sopra i grandi elmi di ferro. Tu squadri i tronchi, ora; con l’azza butti le foreste giù. Va ora senza più corazza… tient’a su! tient’a su! tient’a su!”. I versi del poeta Giovanni Pascoli (“La partenza del boscaiolo”), sintetizzano, con estrema precisione, una delle arti più antiche: gesti di forza, di silenzi, di amore per la natura. Di grande riconoscenza.
Il palio del boscaiolo, uno dei momenti più spettacolari e seguiti della 17esima edizione della Fiera agricola del Titano anche grazie alle quattro prove di abilità che i partecipanti hanno dovuto superare – il taglio di un tronco del diametro di circa 12 centimetri, lo sfoltimento dei rami con la motosega, il taglio di precisione e l’abbattimento di un tronco da far successivamente cadere su un palloncino – ci dà lo spunto per parlare, assieme a Vincenzo Sartini, responsabile delle guardie ecologiche della Repubblica di San Marino, dell’importanza della salute degli alberi.
Con Sartini partiamo proprio dal palio per poi inoltrarci nel bosco degli alberi. “Il taglio è molto importante per la salute delle piante: sfoltire i rami significa dare aria e luce ai fusti, e quindi una miglior qualità della vita. Tra le tecniche maggiormente utilizzate sul Titano, spicca la selvicoltura, che ha origini piuttosto antiche. Grandi selvicoltori, val la pena ricordare, sono stati i frati di ordini monastici, come ad esempio quelli di Camaldoli”.
La selvicoltura è quell’insieme di interventi che vanno dai tagli di rinnovazione ai tagli intercalari i quali permettono la coltivazione del bosco garantendo la sua rinnovabilità.
“Il prelievo legnoso che se ne ricava – prosegue il responsabile delle guardie ecologiche – viene valutato in termini di sostenibilità, ovvero uno sfruttamento ponderato di una risorsa che viene mantenuta rinnovabile. Si ricava il legno da ardere ma anche quello per fabbricare alcuni prodotti”. Il rinnovo del bosco deve quindi prestare sempre gradi attenzioni dalla biodiversità e all’ecologia.
Vincenzo Sartini poi si sofferma sul bosco della Repubblica. “Sul Titano abbiamo una prevalenza di bosco a sterzo. Si tende a dare la priorità alle piante più adulte, quelle cioè ad alto fusto. In altre zone del territorio poi si lavora sul concetto delle matricine: sono piante che vengono lasciate quando si effettua il taglio del bosco ceduo in modo da garantire la rinnovazione del bosco per seme. Il questo modo il bosco è fruibile anche per l’uomo, che può così vivere questa oasi naturale andando a funghi o a tartufi, per esempio”.
Un piccolo paradiso di profumi, da passeggiare mentre nell’aria risuonano le parole di Pablo Neruda: “La sua testa di corteccia, i suoi occhi, già veduti sul marmo, sulle rughe delle querce, tornino, i suoi occhi, ad osservare il mondo sovrastando il fogliame”.