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San Marino, archeologia sperimentale

da Redazione

Viaggio nel Medioevo assieme a “I Fanciulli e la Corte di Olnano” e “la Compagnia dell’Istrice”, tra teatro, cortometraggi e il recupero degli antichi mestieri. Visibili, in estate, all’interno della Prima Torre.

 

di Alessandro Carli

 

E’ nel riverbero dei fatti storici che si incontrano storie meravigliose, fatte di passione, di pazienza, di memoria per il passato. In occasione delle celebrazioni dei Patti di Fossombrone, l’associazione storico-culturale sammarinese “I Fanciulli e la Corte di Olnano” assieme alla “Compagnia dell’Istrice” ha messo in scena “San Marino a.D. 1463”, uno spettacolo sulla definizione dei confini dello Stato di San Marino. Il lavoro è andato in scena al Teatro Titano e, prima di ascoltare raccogliere le parole del presidente dell’associazione Daniela Boncompagni e del presidente fondatore Fulvia Casadei, possiamo già anticipare che la rappresentazione verrà replicata, sempre al Teatro Titano, il 18 gennaio.

Con Daniela e Fulvia partiamo da qui. “Quest’anno, ricorrendo l’anniversario dei 550 anni dell’annessione degli ultimi castelli, ovvero Serravalle, Montegiardino, Fiorentino e Faetano, e la conseguente definizione dei confini del nostro Stato, si è pensato di rappresentare proprio i fatti del 1463. Alcuni membri dell’Associazione hanno dunque svolto una ricerca dei documenti storici del periodo, avvalendosi anche dell’aiuto di autorevoli studiosi di storia sammarinese – come ad esempio Valentina Rossi, docente di Storia Sammarinese alla Scuola Superiore di San Marino, e Cristoforo Buscarini, ex direttore dell’Archivio di Stato – e hanno poi proceduto a realizzare una scrittura scenica ad hoc basata anche sulla lunga esperienza teatrale di alcuni soci”.

 

Cosa avvenne?


“Com’è noto, in quel periodo fu rivolta a San Marino la richiesta, da parte del Pontefice Pio II, di intervenire direttamente nel conflitto a sostegno dell’alleanza contro i Malatesta. Da scritti di nostri autorevoli concittadini del tempo come Marino Calcigni e Bartolo di Pilo, risulta che non tutti i sammarinesi erano favorevoli ad entrare nel conflitto. Pensando a come si possano essere svolti i fatti in tale contingenza e non avendo ulteriore documentazione a sostegno si può immaginare che sia stato riunito un Arengo per giungere a una decisione il più possile condivisa, così che in questo spettacolo si possa rendere omaggio anche a questa nostra antichissima istituzione democratica, vanto del nostro Paese. Ciò che è certo è che alla fine prevalsero le ragioni della guerra. Secondo il Trattato di Fossombrone stipulato il 21 Settembre 1462, in caso di vittoria, ai sammarinesi sarebbero andati i castelli di Serravalle, Montegiardino, Faetano e Fiorentino. E’ ciò che si realizzò l’anno seguente quando Sigismondo Pandolfo Malatesta fu definitivamente sconfitto. Quello che è certo è che alla fine prevalsero le ragioni della guerra”.

 

Com’è nato lo spettacolo?


“Abbiamo iniziato a lavorarci in primavera, poi abbiamo debuttato alla Cava dei Balestrieri, il 26 luglio, all’interno del cartellone delle Giornate medievali. A fine novembre lo abbiamo portato a teatro. Poiché lo spettacolo era stato concepito per la Cava, lo abbiamo dovuto rimodellare agli spazi del teatro. E’ stato un po’ allungato: inizialmente, anche per questioni di tempo, durava 20 minuti. La regia è stata firmata da Augusto Michelotti e Daniela Boncompagni”.

 

Il Medioevo attraversa il vostro modus operandi…


“Oggi l’associazione – che si suddivide nella Compagnia dell’Istrice e che ha come Capitano Patrick Menicucci, e ne ‘I Fanciulli e la Corte di Olnano’ – è composta da circa 60 persone di tutte le età. Lo scopo è quello di recuperare la valenza storico-culturale del periodo medievale. Con ‘I Fanciulli e la Corte di Olnano’ siamo presenti da anni nella Prima Torre, Guaita, per tutto il periodo estivo: qui allestiamo, con mobilia e attrezzature varie fedelmente riprodotte, angoli rappresentanti momenti di vita del Medioevo. Attraverso i nostri percorsi di archeologia storica ricostruttiva, cerchiamo dunque di promuovere, soprattutto nei nostri giovani, il recupero della storia, delle tradizioni, dei valori del periodo”.

 

Il Medioevo sembra stia vivendo una nuova primavera…


“Siamo iscritti al CERS, il Consorzio Europeo Rievocazioni Storiche. Oltre a San Marino, siamo riusciti a portare in Europa le nostre rappresentazoni: Francia, Germania, Grecia e, naturalmente, anche in Italia”.

 

Non solo teatro. Avete anche uno sguardo sul cinema.


“Abbiamo presentato al Festival di Cannes prima e al San Marino Film Festival poi un cortometraggio intitolato ‘Massimiliano’ e diretto da Martin Patrice Ndong Eyebe. Il film narra la storia di un giovane uomo, Massimiliano, operaio che in realtà nel suo profondo ha un altro sogno che non osa tirare fuori: scrivere. Da tempo, è fidanzato con Barbara. Però quando il matrimonio tanto atteso sta per essere celebrato, Massimiliano mette pesantemente in dubbio il suo ‘lavoro fisso’ conquistato finora, litigando con il suo capo; un individuo molto autoritario: ‘il francese’, chiamato tale per il suo italiano ‘viziato’ da un forte accento francese. La sua fidanzata Barbara lo interpreta in un primo luogo come un gesto d’irresponsabilità e torna da sua madre. Una situazione di crisi per tutti e due che permetterà loro di poter guardare la vita da un altro punto di vista, molto particolare; focalizzato sul rispetto di uno nei confronti dell’altro, delle loro aspirazioni profonde e dei loro sogni. Un lavoro che parla di diritti umani”.

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