Home FixingFixing San Marino, perché non creare una filiera dell’ortofrutta?

San Marino, perché non creare una filiera dell’ortofrutta?

da Redazione

Riflessione di un addetto ai lavori sulle potenzialità, dai produttori ai consumatori. Si potrebbe aprire un piccolo laboratorio per trasformare i prodotti.

 

di Gian Luca Giardi

 

A San Marino manca – ma serve – una vera e propria filiera ortofrutticola che vada dalla produzione di frutta e verdura fino ad un possibile prodotto trasformato. Questa riflessione nasce da una personale esperienza, vissuta quest’estate, nella mia azienda agricola ad indirizzo orticolo, quando una inaspettata e generosa produzione di pomodori da passata mi ha fatto pensare ad una possibile destinazione ed ho intuito che trasformarli era la migliore. Dato che a San Marino non esiste un’azienda che fa questo tipo di lavorazione, mi sono rivolto in Italia ma senza buon esito. Così, a malincuore, i pomodori sono marciti sulla pianta.

Così un’esperienza personale ha portato a una riflessione generale. Una ricca produzione di ortaggi, e perché no anche di frutta, andrebbe a collocarsi in un settore dove la totalità dei prodotti che si trovano in qualsiasi punto vendita di generi alimentari della Repubblica proviene principalmente dal-l’Italia o da altri Paesi. Il discorso riguarda tutta la filiera, dalle aziende che producono semi o piante che serviranno ad ottenere gli ortaggi sino ad arrivare a chi distribuisce e vende il prodotto finito (dalle creme ai sott’oli, dai prodotti lavati e tagliati e pronti al consumo), naturalmente passando per il coltivatore. Tutte produzioni realizzabili interamente in Repubblica, con grandi vantaggi di tracciabilità e di freschezza nel prodotto posto in vendita.

L’ortofrutta fresca può essere venduta dai dettaglianti della Repubblica tranquillamente entro un’ora dalla raccolta data la vicinanza tra campo e venditore.

Questo comporta vantaggi sia per il produttore, che non ha bisogno di celle frigo per conservare e trasportare i prodotti appena raccolti, e cosa ancor più rilevante può raccogliere i frutti al giusto grado di maturazione, sia per il consumatore, che ha la conseguente garanzia di un prodotto dal profumo e dal sapore sicuramente migliore rispetto a quelli provenienti da diverse centinaia di chilometri che trascorrono tre o quattro giorni e più dalla raccolta alla vendita. Vantaggi naturalmente ne può trarre anche il venditore, avendo un prodotto fresco con uno scarto minore, presentabile in maniera più accattivante.

Per il prodotto fresco il mercato di riferimento è sicuramente quello interno a San Marino, mentre ancor più interessante e ampio è il mercato per i prodotti trasformati, come le creme di ortaggi, le passate di pomodoro, le marmellate e i sott’oli, con una data di scadenza molto lunga che permettono un consumo su tavole anche molto lontane dalle nostre.

La cosa che più sorprende è che a San Marino si può fare tutto questo, e anche bene per giunta. Si possono produrre semi e piante di qualità e, cosa fondamentale, si possono produrre ottimi ortaggi. Naturalmente servono cure e attenzioni particolari, a partire proprio dai terreni, ma data la varietà di quelli presenti a San Marino è possibile produrre molte tipologie di ortaggi, con produzioni unitarie ovviamente non paragonabili alla zone più vocate ma sicuramente apprezzabili.

Fattore fondamentale per la produzione estiva in questo senso è l’acqua. Si sa che San Marino è molto ricco di sorgenti anche di buona qualità, quindi trovare terreni con possibilità di irrigazione non è difficile. Ma anche in caso contrario non sarebbe un grande problema: infatti per ortaggi cresciuti in ambiente a “stress idrico controllato”, quindi in condizioni irrigue deficitarie, la produzione si riduce ma i prodotti sono molto più saporiti, grazie alla concentrazione maggiore delle sostanze responsabili del gusto e una quantità maggiore di antiossidanti molto utili per la nostra salute. Alle nostre latitudini la produzione di ortaggi può essere molto interessante, se si pensa che la media produttiva di un solo ettaro investito a frutteto oppure ad ortaggi è in media di trecentocinquanta quintali l’anno, cifra che può variare dai cinquecento quintali dei pomodori fino ai duecento dei carciofi. Si tratta di quantità considerevoli per la nostra Repubblica.

E poi ci sono le opportunità che si potrebbero sviluppare con l’apertura, a San Marino, di un piccolo laboratorio per la trasformazione, che potrebbe essere affidata a un’azienda sammarinese. creando magari un’organizzazione virtuosa tra i produttori e il trasformatore.

Fattore chiave per ottenere qualsiasi prodotto trasformato di qualità è partire da frutta e verdure di qualità e freschissime, sia per prodotto a breve che a lunga scadenza: non a caso le maggiori industrie di trasformazione e conservazione italiane nascono vicino ai territori di maggior produzione. Questo ovviamente comporterebbe la realizzazione di un laboratorio ad hoc per questo tipo di lavorazione, con macchine specifiche, a totale rispetto delle normative vigenti in materia nella Repubblica.

La trasformazione, dovrebbe seguire il più possibile ricette della nostra tradizione o comunque con la quasi totalità degli ingredienti sammarinesi in modo tale da creare quel legame indissolubile con il nostro territorio, fattore fondamentale per la buona riuscita del prodotto. La tracciabilità dei prodotti, la sicurezza igienica di tutta la produzione, la possibilità di visitare da parte di chiunque voglia farlo, i luoghi di produzione e trasformazione degli ortaggi sono punti di forza davvero importanti. Poter vendere e acquistare un prodotto con queste peculiarità renderebbe la Repubblica di San Marino ancora più unica, sarebbe una cartolina-ricordo indelebile del nostro territorio.

Ecco perché, da addetto ai lavori, sostengo che una produzione ortofrutticola ed un laboratorio artigianale del genere a San Marino darebbero sicuramente una nuova linfa al nostro comparto agricolo e agroalimentare dando ancora più lustro alle capacità dei sammarinesi.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento