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San Marino: la ‘Legge Sviluppo’ c’è ma non può sviluppare

da Redazione

Mancano i decreti attuativi. Su tutti quello per gli automatismi nella concessione di residenze e licenze, bloccato in seno alla maggioranza.

 

di Loris Pironi

 

Si parla, parla, parla. Di nuove tasse, di vecchi sprechi da tagliare. Mentre lo sviluppo resta chiuso nel cassetto, dimenticato quasi. Questo refrain San Marino lo può tranquillamente condividere con altri, a partire dall’Italia, dove in più ci sono tribolazioni politiche di non poco conto. Ma sul Titano è un vero e proprio peccato, quasi originale. Anche perché ancora una volta siamo arrivati in dirittura d’arrivo, con un provvedimento che potrebbe davvero riaccendere il motore dell’economia, basterebbe inserire la chiave.

Fuor di metafora, stiamo raccontando le vicissitudini della Legge per lo Sviluppo. Prima della pausa estiva San Marino Fixing aveva dedicato un importante servizio a un testo di legge molto articolato e per certi versi anche coraggioso che era stato varato d’impeto. Avevamo scritto che a San Marino lo sviluppo si fa per legge, con un pizzico d’ironia quasi scaramantica di fronte a una normativa che potrebbe risultare determinante per l’attrazione di nuovi investimenti. Bene. A questo punto dove sta il problema? Cosa ci spinge a tornare sull’argomento? La questione è che per funzionare davvero, soprattutto nei suoi passaggi-chiave la Legge Sviluppo necessita di una serie di Decreti attuativi, a cui è stato demandato il compito di stabilire meccanismi e, in certi casi, equilibri. In alcuni articoli funziona un po’ come una sorta di legge-quadro, affidando alle Segreterie di Stato di riferimento il compito di andare a regolare certi determinati argomenti.

 

L’articolo integrale su San Marino Fixing n. 34, in edicola da venerdì 20 settembre.

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