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Diario della crisi del 26 luglio

da Redazione

Pobre Espana. Una península de desempleados. Povera Spagna, è diventata la penisola dei disoccupati.

 

di Saverio Mercadante


Pobre Espana. Una península de desempleados. Povera Spagna, è diventata la penisola dei disoccupati. Il primo ministro Mariano Rajoy alle prese anche con gli scandali sui finanziamenti illeciti al Partito Popolare si arrampica sugli specchi delle finanze della nazione ancora disastrate, i prezzi delle case continuano a calare e le entrate fiscali rispetto al Pil sono sui peggiori livelli di tutta l’Unione Europea. Ma è la disoccupazione il vero mostro che si sta mangiando la quarta forza economica d’Europa dietro l’Italia. Madrid fa peggio di tutti i paesi vicini. Le persone senza un lavoro sono sei milioni e duecentomila, quasi un terzo dei disoccupati in Europa. Povere banche popolari cooperative. Il governatore della Banca d’Italia Visco pare che le voglia cancellare dal panorama italiano per trasformare in SpA. E alcuni analisti vedono dietro queste manovre il fatto che in sostanza queste banche non sono scalabili dal capitale finanziario.

Una recente ricerca di Paolo Savona, dimostra come in Europa siano state e siano le banche di minore dimensione e legate al territorio quelle che non hanno dovuto ricorrere a quei 1300 miliardi che gli stati hanno dato alle banche a rischio fallimento. Le banche popolari cooperative hanno in mano il quaranta per cento del risparmio degli italiani attraverso i cosiddetti sportelli bancari di vicinato. Per il capitale finanziario speculativo sono certamente un’ottima preda. Epperò anche chi cinguetta è interessante. Oltre tre quarti (77.7%) dei leader mondiali ha un account su Twitter e due terzi (68%) condividono il contatto con i loro pari. E’ il dato aggiornato del rapporto annuale “Twiplomacy“ diffuso oggi dall’agenzia di comunicazione Burson-Marsteller. I risultati indicano che il presidente statunitense Barack Obama è ancora il leader mondiale più seguito su Twitter con oltre 33 milioni di contatti. Ai primi di luglio di quest’anno Burson-Marsteller ha analizzato 505 account governativi in 153 Paesi.

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