Home FixingFixing San Marino, e ora bye bye paradiso (fiscale)

San Marino, e ora bye bye paradiso (fiscale)

da Redazione

Doppie imposizioni, ecco cosa succederà dopo la ratifica. Frontalieri, prossimo passo la franchigia permanente.

 

di Loris Pironi

 

Il lungo lento percorso di ratifica della Convenzione fra Italia e San Marino per evitare le doppie imposizioni sul reddito e per prevenire le frodi fiscali è giunto al suo epilogo. Da ora in poi, dunque, basta definire il Titano un ‘paradiso fiscale’. Anche il Senato italiano ha infatti dato il via libera al DDL che va a ratificare la convenzione, firmata nell’ormai lontano 2002, unitamente al Protocollo di modifica sottoscritto poco più di un anno fa, il 13 giugno 2012. La bandierina è stata piantata, ma è già tempo di lavorare per giungere al secondo e più importante traguardo, l’uscita dalla black list del MEF. Uscita dalla black list non legata, almeno formalmente, alla ratifica di questa settimana. Un motivo in più perché la politica sammarinese faccia pressione per giungere quanto prima al passaggio più importante, a rimuovere l’ostacolo che ha provocato così gravi danni alle imprese sammarinesi negli ultimi anni, la lista nera appunto. I rumors di palazzo dicono che a questo punto a Roma si ritiene che oggettivamente non ci siano più motivi per mantenere il Titano in purgatorio e che per il provvedimento del Ministro Saccomanni potrebbe essere questione di giorni. Chi vivrà vedrà.

 

Odg 5 Stelle


Da mettere nel conto c’è l’Odg proposto dai grillini, e approvato, che prevede un monitoraggio, con tanto di riferimento annuale, su tutta una serie di elementi: il traffico di capitali tra i due Stati, il numero di società di origine italiana già esistenti o di nuova costituzione – nell’arco di 36 mesi – con utili o dividendi, canoni o interessi sul Titano, eventuali accorpamenti e fusioni di pacchetti azionari, tutto quanto, in pratica, possa portare all’emersione di operazioni di elusione fiscale transitante per San Marino. E se qualcuno, in Repubblica, ha gridato allo scandalo per questa concessione ai pentastellati, bisognerebbe capire se dietro certe posizioni non ci sia un certo revanscismo furbetto, di cui volentieri da qui in avanti si dovrà fare a meno. Lo diciamo perché levate di scudi a priori, di fronte alla richiesta di controlli, ci paiono poco indovinate.

 

Cosa succederà adesso?


Non aspettatevi cambiamenti così, dalla sera alla mattina. Le novità più rilevanti riguardano proprio le doppie imposizioni, che ha come riferimento l’art. 26 dell’Accordo OCSE 2005 che prevede il principio che un contribuente non può essere tassato due volte sullo stesso reddito o sugli stessi beni. L’accordo specifica che per i redditi immobiliari è prevista la tassazione concorrente ripartita tra i due Stati, per gli utili d’impresa, al contrario, viene accolto il principio che sono imponibili solo nello Stato di residenza. Altro caso estremamente importante è quello in cui i redditi vengono prodotti per il tramite di una stabile organizzazione: in questa ipotesi lo Stato in cui questa è localizzata ha facoltà di tassare gli utili realizzati sul proprio territorio. Poi c’è il caso dei dividendi: la convenzione bilaterale prevede che la tassazione definitiva avvenga nel Paese di residenza del beneficiario e la concorrente facoltà, accordata allo Stato da cui essi provengono, di prelevare un’imposta alla fonte entro limiti espressamente previsti e aliquote differenziate di ritenuta da applicare all’ammontare lordo. Per i beneficiari di canoni e interessi, invece viene previsto il principio di tassazione esclusiva nel Paese di residenza. L’altra grande novità è relativa allo scambio d’informazioni. Già dal 2011 il Titano lo offre automaticamente all’Italia con una scelta unilaterale che ha probabilmente inciso – e non poco – nella scelta italica di abbattere il muro. Ora sarà l’Italia a dover fare altrettanto…

 

Frontalieri


L’altra grande partita che si gioca in contemporanea riguarda i lavoratori frontalieri. L’accordo or ora ratificato prevede che i due Stati contraenti adottino il sistema di tassazione concorrente con tassazione definitiva nello Stato di residenza e invita l’Italia a stipulare un provvedimento che preveda una no-tax area per i lavoratori italiani impegnati oltre confine (art. 15 del Protocollo Aggiuntivo). E mentre l’Ecri (l’organismo del Consiglio d’Europa contro il razzismo e l’intolleranza) nella sua relazione se la prende con San Marino per la discriminazione proprio nei confronti dei frontalieri nell’ambito del mercato di lavoro, l’On. Tiziano Arlotti, relatore del DDL delle doppie imposizioni, dopo aver anticipato in esclusiva a Fixing le linee guida del progetto di legge appena presentato relativo alla franchigia dei frontalieri proprio a seguito della ratifica auspica che il parlamento faccia la sua parte per l’approvazione del pdl e, su sponda sammarinese, la fine della “tassa etnica”.

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