Home FixingFixing Ora che la Croazia è entrata nell’Unione Europea anche San Marino può fare festa

Ora che la Croazia è entrata nell’Unione Europea anche San Marino può fare festa

da Redazione

Sulla questione dell’ingresso della Croazia nell’UE riceviamo e volentieri pubblichiamo l’interessante intervento di Alberto Amati, Presidente di ASCER, l’Associazione che lega la San Marino alla Croazia.

 

di Alberto Amati*

 

La nostra Associazione economica ha partecipato in questi giorni ai festeggiamenti per l’entrata della Croazia nella UE ricordando il piccolo, ma significativo contributo fornito dalla stessa nei suoi 10 anni di attività, attraverso l’organizzazione di convegni, lezioni universitarie, collaborazione a progetti comunitari, sinergie fra diverse aziende, camere di commercio dei 3 Paesi ove operiamo. Speriamo che la Croazia non cada negli errori commessi dall’Italia nell’entrata nella UE e che sappia cogliere intelligentemente le opportunità che le vengono offerte. Si consoliderà un periodo di pesanti controlli e rispetto di parametri che comporteranno per il Paese pesanti oneri ma anche maggiori certezze e nuove opportunità. Si delineano nuovi scenari all’orizzonte da parte dei paesi emergenti dell’Adriatico, disposti ad offrire agevolazioni per attrarre investimenti. Slovenia, Croazia, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Albania attraverso l’intensificazione di collegamenti aiutati da programmi comunitari, potranno offrire anche a noi interessanti possibilità di lavoro, come da tempo abbiamo sostenuto. Nel Montenegro, 14.000 chilometri quadrati, 672.000 abitanti, 10 banche privatizzate, è possibile costituire in 4 giorni una società con capitale di un solo euro tassata con un’aliquota del 9%. Il costo mensile della manodopera in questi paesi oscilla dai 300 ai 900 euro, la tassazione sui redditi societari in Slovenia è del 25%, in Croazia del 20% in Albania del 10%. I grandi della terra insistono nel voler fare opera di ostruzionismo verso quei paesi che accolgono aziende che, in un libero mercato globalizzato, cercano strade alternative accompagnate da incentivi, scelte spesso faticose e costose, attuate per non essere depredate dalle fauci fiscali. Non si devono confondere, invocando i principi delle armonizzazioni fiscali, le opportunità offerte agli imprenditori, operanti in una libera economia di mercato, con i “Paradisi fiscali che sono ben altra cosa! Ecco allora che si aprono le cacce indiscriminate verso quelle aziende che producono reale ricchezza, dimenticando che, se prodotta nel circondario, ritorna per buona parte nel bacino ove queste operano. La Croazia fa parte della macroregione composta da Italia ed Albania di cui sarebbe auspicabile potesse far parte al più presto anche San Marino! Se si vuole celermente percorrere una strada, verso una futura ripresa, si deve avversare energicamente ogni forma di evasione, nel contempo, onde evitare fughe di risorse verso aree più competitive, si dovrebbe adottare una politica d’incentivi che tenga conto dell’inserimento del Paese in un’economia globalizzata ed abbandonare l’assistenza a settori che non hanno futuro, rivalutando quelli più innovativi e competitivi. Dare particolare attenzione al settore turistico ed al suo indotto che potrebbe in poco tempo offrire ottimi risultati, se affrontato in maniera decisa e dirompente, in particolare rivolgendo l’attenzione al turismo innovativo, nell’ambito del bacino adriatico. Da ricordare, uno per tutti, il progetto “coast to coast” italo-croato della CCIAA di Rimini nato con il decisivo contributo della nostra Associazione a cui il Vostro periodico ha dedicato molta attenzione fin dall’origine: immaginate la nuova grande fascia di turismo emergente russo-cinese “catturata” attraverso soggiorni integrati con due o più paesi dirimpettai con permanenze alberghiere equamente suddivise fra le due coste, ove si possa usufruire nel contempo “mare pulito” e “divertimento”? Di questa opportunità potrebbe usufruirne tout court anche il nostro Paese. Il percorso per una auspicata ripresa del nostro Paese attraverso uno scambio di sinergie col bacino circostante pare irrinunciabile: la tassazione ed il costo della mano d’opera sono elementi importanti ma non componenti fondamentali. Sono soprattutto la lentezza dei provvedimenti e la burocrazia che frenano gli investimenti nel nostro Paese! Le opportunità offerte dal bacino adriatico sono molteplici a livello turistico, culturale, artigianale ed industriale. Non si deve comunque dimenticare quanto sosteneva il Laffer, vecchio e saggio economista americano: imposte elevate frenano la crescita dell’impresa, disincentivando la volontà di investire, così generando meno occupazione.

 

*Presidente ASCER (Associazione economica San Marino, Croazia, Emilia-Romagna)                                

                               

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