Reggini chiede allo Stato la dilazione del pagamento della monofase. La grandinata del 24 giugno: tetti “bucati” e grandi problemi a Rovereta.
di Alessandro Carli
Trenta minuti di grandine, di chicchi grandi come uova di quaglia: uno scenario apocalittico, che rimarrà impresso negli occhi delle persone per molto, moltissimo tempo. Il 24 giugno, sulla Riviera romagnola e su Dogana, si è abbattuto un violentissimo nubifragio. Strade – ma non solo – allagate: la superstrada che collega San Marino a Rimini, verso le 17.30, sembrava una tappa del Camel Trophy. Ai bordi della carreggiata, mucchi di ghiaccio, mentre l’asfalto era attraversato da un minaccioso fiume di fango e detriti. Macchine incolonnate, spaventate. Sullo sfondo, lo skyline di Rimini. Un ammasso di nubi nerissime, cariche di rabbia. Sulla SS 72, automobili e moto incolonnate, che inventavano gimkane tra buche, pozze d’acqua e veicoli in panne. Quello che accaduto a cielo aperto è stato solamente il prologo di ciò che è avvenuto lontano dagli sguardi delle persone: a Rovereta difatti numerose aziende hanno subito gravi danni. Oggi tutto è tornato alla normalità, ma le testimonianze degli imprenditori raccontano disagi e numerosi problemi.
Colombini
Più danni logistici che strutturali per il Gruppo Colombini. “Il tetto ha tenuto – chiarisce Maurizio Massimi – ma i veri problemi li abbiamo avuti nelle scatole d cartone che utilizziamo per imballare i mobili. I mobili vengono stoccati a terra”. La “catena” ha subito quindi un vistoso rallentamento.
“Abbiamo dovuto rifare alcuni materiali, e abbiamo lavorato anche di sabato – conclude Massimi -. I disagi hanno riguardato la produzione e la partenza dei camion. Noi spediamo circa 50 camion al giorno. Se anche un solo collo a camion è stato danneggiato, siamo sull’ordine di 50 imballaggi. La filiera, in questi giorni, ha dovuto lavorare in accelerazione. Da un punto di vista logistico, l’alluvione del 24 giugno è stata molto dura”.
Gruppo ASA
L’azienda leader nel settore degli imballaggi metallici ha subito grossi danni. “La situazione è stata davvero tosta – esordisce Amati -. Lo stabilimento è stato allagato, e l’impresa ha ripreso l’attività solamente dopo un due o tre giorni. Sono convinto che l’alluvione sia collegata al sistema fognario pubblico. La pressione dell’acqua è stata vigorosa, e i pozzetti interni sono saltati. Abbiamo avuto danni ai tetti. La grandine ha forato i luminelli. Il vero problema però è stato quello dei pozzetti: dentro allo stabilimento c’erano delle sorgenti d’acqua”. I danni registrati dal Gruppo Asa sono nell’ordine delle centinaia di migliaia di euro. “Al di là dei danni all’edificio, si sono bagnati i fogli di banda stagnata. Una parte siamo riusciti a recuperarli, facendoli asciugare nei forni. Ora come ora stiamo cercando di capire come riuscire a sganciarci dall’impianto fognario pubblico”.
Reggini
Oltre 70 autovetture danneggiate. E’ questo il bollettino stilato dalla autoconcessionaria Reggini. L’acqua, il 24 giugno, è tracimata dai tetti, scendendo negli uffici e danneggiando computer e veicoli. La grandine ha intasato le grondaie, con la conseguenza di un allagamento degli spazi interni dell’azienda. “Adesso è tutto a posto – raccontano dalla concessionaria – ma i danni sono stati ingenti. L’auspicio è che lo Stato, in qualche modo, ci possa venire incontro, magari dilazionando il pagamento dell’imposta monofase”. E a chi pensava che la tempesta potesse aver fatto crescere la vendita di automobili nei giorni successivi al disastro, la concessionaria non ha dubbi: “Le vendite di automobili non ha avuto alcun incremento”.
Tonelli
Nell’azienda che si occupa di commercio e lavorazione legnami e derivati, pannelli nido d’ape in carta per l’industria del mobile e pannelli ecologici per l’imballaggio il nubifragio “ha fatto perdere mezza giornata di lavoro – sottolinea Tonelli -. Tutte le maestranze sono state impiegate per arginare l’acqua. I pozzetti sono saltati, e hanno formato autentiche fontanelle. La pioggia ha rovinato alcuni imballaggi di carta e una serie di semilavorati. Non abbiamo registrato particolari disagi produttivi all’interno. Le automobili che erano parcheggiate all’esterno invece sono state danneggiate dalla grandine”.
Cotes
Danni tutto sommato contenuti alla Cotes. “La grandine ha rotto qualche copertura – spiega Pier Giovanni Terenzi, amministratore unico di Cotes Spa – e abbiamo avuto infiltrazioni nel seminterrato. I disagi, tutto sommato, sono stati abbastanza contenuti. Qualche automezzo è stato rovinato dal ghiaccio sceso dal cielo. Le attività sono riprese senza problemi”.
Rimini
“Ad un evento eccezionale serve una risposta eccezionale”: il Comune di Rimini, dopo il “violento e straordinario” nubifragio, ha presentato a Governo e Regione una richiesta ufficiale dello stato di calamità naturale, “confidando anche nel supporto dei parlamentari riminesi”.
Se il Governo riconoscerà e finanzierà lo stato di calamità naturale, dalle autorità sarà richiesto ai cittadini di presentare “un’accurata documentazione relativa ai danni subiti”. L’amministrazione ha messo a disposizione un numero verde e una pagina apposita nel sito web del comune per segnalare i danni subiti da privati e imprese.
Le imprese del Titano, invece, non hanno avanzato alcuna richiesta ufficiale. Abbiamo contattato la segreteria di Stato all’Industria per sapere se hanno ricevuto qualche comunicazione da parte delle imprese coinvolte nel nubifragio. “Nessuna segnalazione particolare”.