Home FixingFixing San Marino, l’uscita dalla black list? Arzilli: “Sono ottimista”

San Marino, l’uscita dalla black list? Arzilli: “Sono ottimista”

da Redazione

Il Segretario all’Industria ‘non preoccupato’ per le dichiarazioni dell’On. Arlotti. “Abbiamo fatto tanti passi avanti e l’Italia dimostra di riconoscerli”.

 

di Loris Pironi

 

È inutile stare troppo a questionare sul fatto se siano state dettate da una abbondante dose di prudenza – dote indispensabile e più che giustificata per chi si deve muovere nella giungla del Parlamento italiano – o piuttosto se rappresentino una nuova volontà italiana di spostare ancora avanti nel tempo la soluzione definitiva della Questione San Marino. Fatto sta che non possono non risvegliare qualche riflessione, a San Marino, le dichiarazioni rilasciate qualche giorno or sono a Fixing da Tiziano Arlotti, parlamentare del Partito Democratico, buon conoscitore delle dinamiche del Titano, relatore del disegno di legge di ratifica ed esecuzione della “Convenzione tra la Repubblica italiana e la Repubblica di San Marino per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le frodi fiscali”, ormai giunto alle battute finali del suo lungo e complesso iter.

Arlotti – che, bisogna dirlo in premessa, si è speso e non poco per giungere alla normalizzazione dei rapporti tra i due Stati – ha infatti affermato che l’uscita dalla black list non è più legata alla ratifica da parte italiana dell’accordo in questione, ma ha specificato che serve anche la ratifica degli ultimi due accordi rimasti in sospeso (e, piuttosto inspiegabilmente, fuori dal giro di questa ratifica), ovvero l’Accordo di Cooperazione Economica e l’Accordo di Cooperazione Finanziaria.

Ora, dobbiamo anche dire che San Marino la sua parte l’ha fatta, ratificando con grande tempestività tutto il ratificabile. Dobbiamo dire anche che a questo punto, per ovvi motivi che non stiamo a rispiegare, anche all’Italia conviene mettere un punto e a capo alla vicenda, perché le cose non chiare fino in fondo non giovano a nessuno. Inoltre va rimarcato una volta ancora che l’uscita dalla black list, almeno in linea teorica, non è legato in maniera automatica a nessuna ratifica: l’Italia se volesse potrebbe dare un bel colpo di spugna a tutta la vicenda con un semplice provvedimento del MEF, anzi avrebbe potuto farlo da tempo.

Abbiamo riepilogato il quadro della situazione perché a questo mondo non si può mai dare niente per scontato. Se sullo scorso numero abbiamo registrato la posizione di attesa da parte del Segretario agli Esteri Pasquale Valentini, che peraltro ha speso parole di stima nei confronti dell’On. Arlotti, questa volta abbiamo sentito in proposito Marco Arzilli, Segretario di Stato all’Industria. Perché è il settore che afferisce alla sua Segreteria il più penalizzato dalle difficili relazioni con l’Italia.

“Io personalmente ero e sono fiducioso – afferma il Segretario Marco Arzilli – nei confronti di una rapida soluzione della vicenda. Sono fiducioso perché tutto l’operato svolto da parte nostra in questi anni nell’adeguamento alle norme internazionali e, soprattutto, nella fattività della loro applicazione, rappresentano una risposta concreta da parte nostra. L’Italia, questo, lo sta riconoscendo”.

Però le parole dell’On. Arlotti sono state chiare: niente uscita dalla black list se l’Italia prima non sigilla anche gli ultimi due accordi, per ora rimasti fuori dalla ratifica.

“Sinceramente non vedo il problema. Quello che noi abbiamo potuto notare è, molto semplicemente, un atteggiamento positivo da parte italiana che in passato purtroppo non avevamo visto per lungo tempo, figlio proprio del riconoscimento dei nostri sforzi. Personalmente posso solo ringraziare quei politici dei vari schieramenti, a partire proprio da Tiziano Arlotti, che hanno dimostrato quell’obiettività che è mancata in futuro da parte italiana. Soprattutto c’è la consapevolezza che l’internazionalizzazione del nostro Paese se portata avanti con la collaborazione dell’Italia può portare vantaggi a entrambe le parti. C’è la voglia di condividere progetti specifici: penso al Parco Scientifico e Tecnologico, ma anche all’Aeroporto Fellini di Rimini. Poi è chiaro che con l’auspicato aumentare della nostra competitività come sistema Paese aumenteranno anche i problemi nel controllo e nella gestione di dinamiche di crescita, ma saremo ben lieti di poter affrontare questi problemi quando si porranno. Tornando alle relazioni con l’Italia, sono sicuro che questo rapporto di fiducia, che giorno dopo stiamo costruendo, ci può portare lontano”.

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