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San Marino, ospedale: dalla fine del mese si aprirà la vasca per i parti in acqua

da Redazione

Servizio che potrebbe interessare anche le future mamme fuori confine, dato che sono una rarità le strutture ospedaliere che lo praticano.


Dalla fine di aprile il reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale di Stato di San Marino si arricchirà di una vasca per il parto in acqua. Servizio che potrebbe interessare anche le future mamme fuori confine, dato che sono una rarità le strutture ospedaliere che lo praticano.

Per poter partorire in acqua è necessario che la gravidanza venga ritenuta a basso rischio. In questo caso la futura mamma può decidere – anche nel momento del travaglio – di optare per questa possibilità. Mentre le donne provenienti da fuori confine possono usufruire del servizio semplicemente decidendo di partorire in Repubblica, facendosi quindi seguire dall’Ospedale di Stato almeno dall’ultima ecografia. “Questo servizio nasce come servizio per le future mamme – spiega la dottoressa Miriam Farinelli – Per una maggiore naturalità del parto e anche come risposta al dolore, l’acqua calda infatti lo attutisce. Inoltre è un beneficio anche per il bambino, perché viene al mondo senza che nessuno lo tocchi. Appena nato viene appoggiato sulla pancia della mamma, con la tesina fuori ma con il corpo immerso nell’acqua calda, in un ambiente che ricorda quello da cui viene”. Questo servizio potrebbe incentivare il cosiddetto turismo medico. “È quello che speriamo e questo nuovo servizio è una proposta in più che noi offriamo alle donne. Nella nostra struttura sarà possibile non solo il travaglio ma il parto in acqua, che spesso non viene eseguito nemmeno nelle strutture che hanno vasche a disposizione, per una questione di numeri e di personale specializzato”.

La stanza in cui verrà posta la vasca è comunicante con la sala parto.

“Renderemo questa stanza accogliente, amabile. Qui non è necessaria una lampada da sala chirurgica, sceglieremo quindi lampade con temi noti, probabilmente opteremo per un soffitto stellato”. L’accoglienza si affianca però alla tecnologia. Nell’acqua verrà sistemato un sensore per monitorare il bambino, in modo che la presenza e l’intervento di medici e ostetriche non siano invasivi. “Cerchiamo sempre di proporre, di investire, per migliorare il servizio e per permettere anche alle nuove generazioni di medici e infermiere di crescere. Miglioramenti possibili, senza aumentare il personale”.

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