Home FixingFixing Asset banca: fu l’ombelico del mondo a ospitare la prima banca internazionale

Asset banca: fu l’ombelico del mondo a ospitare la prima banca internazionale

da Redazione

Gli antichi adoravano il denaro che custodivano nel luogo più sacro: il tempio, affidando la presidenza di quelle che erano vere e proprie banche agli dèi. Eppure non solo per questo li ricordiamo.

 

Gli antichi adoravano il denaro che custodivano nel luogo più sacro: il tempio, affidando la presidenza di quelle che erano vere e proprie banche agli dèi. Eppure non solo per questo li ricordiamo. Così per esempio andando ad Atene il Partenone è tappa obbligata del nostro itinerario perché esso costituisce la più grande eredità architettonica che la Grecia abbia lasciato al mondo. Né ci fermiamo a pensare a quanti soldi quella meraviglia sia costata agli ateniesi. Si trattò di spendere una cifra enorme cui in un primo momento la collettività non diede il proprio consenso. Allora decisivo fu il discorso di Pericle. Egli non era solito parlare molto e i suoi discorsi non erano fatti per entusiasmare, al contrario di quelli di Cicerone e Demostene suo unico obiettivo era persuadere. Così i suoi discorsi avevano la logica geometrica della statuaria e dell’architettura di quel periodo. Egli semplicemente disse: “Bene, consentitemi però di costruirlo a mie spese e di iscrivere sul frontone il mio nome anziché quello della città di Atene”. L’invidia e l’emulazione ottennero così ciò che l’avarizia aveva impedito. Per dire ancora qualcosa di questo grande uomo, egli fu onesto per sé, e uscì dalla politica con lo stesso patrimonio con cui c’era entrato; ma per gli altri mostrò più tolleranza e forse anche per questo continuò ad essere eletto alle supreme cariche per quarant’anni (dal 467- al 429 a.C.). Egli riteneva infatti che il miglior regime possibile fosse il liberalismo illuminato. Del resto per realizzare i grandi sogni di Pericle vennero impiegate enormi ricchezze, quelle ottenute grazie al boom commerciale di Atene che si doveva, oltre che alla supremazia navale, alla stabilità monetaria e al suo sistema creditizio. La prima cosa che Atene capì era che occorreva dare stabilità alla dracma, facendola diventare moneta di scambio internazionale. Le monete però erano di metallo e perciò non facilmente trasportabili. Sorsero allora le banche ma per motivi morali i risparmi andavano depositati nei templi. E quando Atene propose agli altri Stati la costituzione di un fondo comune, cioè di una banca internazionale, la sede prescelta fu il tempio di Apollo a Delfi. La storia ci racconta che le conseguenze di quel denaro – custodito in seno all’ombelico del mondo – non furono soltanto economiche ma anche morali e spirituali perché la vocazione di grande emporio internazionale fece di Atene la città più cosmopolita e meno provinciale del mondo antico.

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