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San Marino, Facs: l’innovazione brevettata che ti fa sedere a tavola

da Redazione

Prodotti che nascono in un forno a 1.300 gradi di temperatura e che sono destinati a un uso quotidiano.

 

di Loris Pironi

 

Quando si parla di innovazione, di alta tecnologia, la mente vola e porta con sé immagini legate al mondo dei microchip, ai dispositivi elettronici, a piattaforme software, nuvole informatiche e autostrade per la trasmissione di dati.

Invece la spinta all’innovazione permette anche di sviluppare tecnologie e prodotti ben diversi. Prodotti che nascono in un forno a 1.300 gradi di temperatura e che sono destinati a un uso quotidiano. Prodotti che possono far bella figura nella cucina di ogni casa come un qualsiasi altro accessorio, ma che in realtà sono frutto di un’idea originale cullata magari per anni; e poi ancora di mesi di calcoli, studi, tentativi falliti, prove, miglioramenti passo dopo passo e ancora altri ragionamenti, per arrivare al risultato perfetto.

La ricerca, l’innovazione nascono infatti anche nelle aziende che realizzano prodotti che possono essere definiti “tradizionali”.

Di ricerca e innovazione se ne fa tanta anche nelle aziende sammarinesi. Solo che molto spesso si dà per scontata. È per questo che Fixing la caccia, la scova, la racconta.


Il “caso” Facs

 

Questa settimana raccontiamo un piccolo caso, che però è emblematico. Vogliamo parlare di un’azienda che da quarant’anni è conosciuta e apprezzata nel proprio campo, che è quello della ceramica. Facs è da talmente tanto tempo leader nella produzione delle colonnine per la spillatura di birra e bevande che quando si parla di questo tipo di prodotto l’associazione è quasi automatica. Ma Remo Guerra, il titolare, imprenditore di vecchio stampo, ha una mente fervida e non si limita a cercare di consolidare la posizione predominante nello specifico mercato. Così nel reparto produzione della Facs, la realizzazione di prodotti destinati alle principali multinazionali del beverage è affiancato dallo studio e dalla realizzazione di prodotti tra i più diversi, che hanno come comun denominatore un’attenzione per la qualità e, naturalmente, la lavorazione della ceramica, con una gamma di prodotti molto varia che va dai classici gadget (piatti, posacenere, quadri, lampade e orologi) a finiture per edilizia (la nuova gamma “Terre del vento”: griglie di areazione e citofoni). Poi c’è il prodotto la cui storia vogliamo raccontare questa settimana, “Hotty”.


Un’idea davvero… Hotty

 

Le idee innovative, talvolta nascono con un obiettivo semplice: quello di risolvere problemi piccoli ma che fanno parte della quotidianità. “Avevo in testa questa idea da tanto tempo, e ora finalmente l’ho realizzata” racconta a Fixing Remo Guerra. “Tutto è nato da una considerazione molto semplice. Quando si organizza una cena c’è sempre qualcuno che è costretto a non godersi la compagnia degli amici perché deve stare ai fornelli a scaldare la piada. E il discorso poi può essere ampliato anche a tante altre pietanze. Così ho studiato e realizzato uno scaldavivande in ceramica che permette di cuocere il cibo direttamente a tavola”.

L’idea è semplice, la realizzazione di un simile prodotto molto meno. E infatti Facs ha già avviato l’iter per brevettare il progetto a livello internazionale. Hotty è un set composto da tre pezzi in ceramica: un piatto in pietra ceramicata, di 32 centimetri di diametro per uno spessore di due centimetri. Posto sulla fiamma del fornello per dieci minuti raggiunge una temperatura di circa 300 gradi che poi cederà lentamente nel corso delle due ore successive. C’è poi il basamento, un’alzata sempre in ceramica, studiata per non surriscaldare la tavola; l’innovazione è data dai tre “piedini” interni su cui appoggiare il piatto in modo da ridurre il più possibile il contatto tra il piatto e il basamento stesso, limitando così la dispersione del calore. E poi c’è un coperchio robusto, dotato di un foro centrale, studiato appositamente per evitare la condensa, e di un pomello, anch’esso frutto di un lungo studio, per una presa sicura al riparo da scottature. Fa parte del kit anche un pinza in metallo con cui trasferire il piatto rovente sul suo basamento. “La superficie in pietra ceramicata è molto resistente e non c’è neanche il rischio di graffiarla: praticamente possiamo definirla eterna – sorride soddisfatto Guerra – Per il materiale ceramico utilizziamo una formulazione speciale, segreta, solo nostra. Per lavorare il prodotto in questo modo già da diverso tempo abbiamo ristrutturato la tipologia dei forni, che oggi arrivano a 1.300 gradi, temperatura indispensabile per questo genere di realizzazioni”.

Qualcosa del genere, sul mercato, si trova; ad esempio la pietra ollare. Ma questa serve solo a tenere calde le vivande, non a cuocere. “Qui invece un paio di minuti con il coperchio chiuso sono sufficienti per cuocere la piadina, e alla fine è ancora più buona che sul testo classico in teflon o in ghisa. Poi basta prenderci la mano e sbizzarrirsi”, continua Remo Guerra. Ma limitare il discorso alla piada sarebbe riduttivo. “In effetti l’idea era nata proprio per la piada, poi però abbiamo visto che funziona molto bene anche per cuocere i crostini, le verdure, addirittura la pizza… Rispetto ai primi progetti abbiamo aggiunto una scanalatura per raccogliere i sughi di cottura in modo da evitare di sporcare l’interno dell’alzata. Così adesso è perfetto anche per la cottura della carne e del pesce”. Così come avviene per la raclette o per la fondue, anche in questo caso l’idea è quella di trasformare l’appuntamento conviviale quasi in un gioco. Per concludere, il kit prodotto da Facs è personalizzabile: “Siamo l’unica azienda di San Marino ad avere un impianto foto-digitale con cui è possibile imprimere decalcomanie sulla ceramica, la personalizzazione può essere per un singolo pezzo, come idea regalo originale, ma può anche essere usata ad esempio da un ristorante che vuole imprimere il proprio marchio sulle portate”.

Per concludere quella di Facs è una vera storia d’innovazione: c’è un’idea, uno studio attento e un lavoro intelligente per la realizzazione, c’è un prodotto finito di qualità che ha iniziato l’iter per essere brevettato. Ora c’è un’altra parte delicata, la commercializzazione. “Al momento Hotty è venduta presso la Maison Facs (lo spazio espositivo dell’azienda stessa, a Galazzano trasformato in vero e proprio negozio, ndr). Stiamo studiando anche altri canali di vendita, a partire da un sito e-commerce”.

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