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San Marino, politica. Finanziamento solo privato, sì o no?

da Redazione

Abbiamo chiesto ad alcuni esponenti dei partiti un loro parere. Segnaliamo, comunque che nella legge 170 del 2005, l’articolo 13 regola i contributi privati. Innanzitutto si indica che i contributi anonimi sono vietati.

 

di Carli – Mercadante

 

Ancora finanziamento pubblico ai partiti e ai movimenti, oppure totale finanziamento privato in un prossimo futuro per non pesare più sulle casse dello Stato? Abbiamo chiesto ad alcuni esponenti dei partiti un loro parere. Segnaliamo, comunque che nella legge 170 del 2005, l’articolo 13 regola i contributi privati. Innanzitutto si indica che i contributi anonimi sono vietati. L’articolo 13 recita nei successivi commi che i dati identificativi delle persone fisiche o giuridiche che hanno effettuato elargizioni devono risultare da apposito elenco da conservare insieme ai documenti contabili.

I contributi e le utilità rispettivamente di importo o valore superiore a euro 3.000,00 per ogni anno solare devono risultare da apposito allegato al bilancio contenente i dati identificativi dei donatori.

In deroga al primo comma, quello relativo al divieto dei contributi anonimi, però “è consentita la raccolta di fondi di modesta entità in forma anonima, in appositi contenitori di materiale trasparente, durante convegni, feste ed eventi diversi promossi dai Partiti o Movimenti. L’ammontare complessivo dei contributi ricevuti con tale modalità deve essere evidenziato attraverso un’apposita voce di bilancio”.

Gianfranco Terenzi (PDCS): “Credo ci siano ragioni per poter pensare ai finanziamenti privati anche a San Marino. Mi interrogo, anche positivamente, su questo modus, nonostante le differenze abissali tra San Marino e gli USA. Fatte in una certa maniera, ovvero sottoposte a un controllo capillare, i finanziamenti privati potrebbero alleviare l’impegno finanziario dello Stato. I sistemi politici mondiali stanno cambiando. Un cambio di passo potrebbe avere ripercussioni anche positive”.

Alleanza popolare è particolarmente attente al contenimento delle spese. “I conti vengono sottoposti ai sindaci revisori, che non hanno mai riscontrato problemi” racconta Mario Venturini. In merito all’ammontare dei finanziamenti pubblici (e all’ipotesi di quelli privati), Venturini sottolinea che si tratta “di un terreno molto scivoloso. Crediamo che i finanziamenti pubblici siano più giusti” in quanto “trasparenti” e quindi “più controllabili. Diciamo no ai gruppi di potere che provengono dall’esterno”. “I costi della politica vengono valutati in maniera distorta dai cittadini: un consigliere, per due sedute nello stesso giorno, percepisce un gettone di 75 euro lorde”.

Il movimento Noi sammarinesi è favorevole al finanziamento pubblico ai partiti, proporzionato alla rappresentanza in Consiglio Grande e Generale. L’approvvigionamento di denaro per le campagne elettorali e, in generale, per l’attività partitica non può dipendere da finanziatori privati che sarebbero mossi da fini personalistici ai quali potrebbero poi costringere i politici che godono di tali finanziamenti. Il finanziamento pubblico ai partiti rimane quindi, secondo il movimento, la maniera più democratica per consentire lo svolgimento dell’attività politica, a patto che ci sia sempre la massima trasparenza sull’uso del denaro.

“Sul totale finanziamento privato dei partiti non siamo assolutamente d’accordo – afferma Alessandro Rossi, segretario di Sinistra Unita -, forse in parte potrebbe essere un’ipotesi, ma insomma abolire del tutto il finanziamento pubblico, anche se siamo d’accordo su un suo ridimensionamento, potrebbe favorire troppo i poteri forti, cioè, chi ha grandi disponibilità economiche per influenzare la politica per i propri interessi”.

“Non abbiamo pregiudiziali – affermano al Partito socialista – sulla possibilità di ridurre l’importo del finanziamento pubblico ai partiti dando l’opportunità di accedere a forme di supporto private attraverso la definizione di un quadro di norme certe. Però sia chiaro che garantire la corretta applicazione delle basilari regole democratiche implica inevitabilmente un costo a carico dello Stato. Un costo che naturalmente deve essere razionalizzato in ragione delle enormi difficoltà cui è soggetta la comunità sammarinese in questo periodo e per questo riteniamo che anche la politica debba fare la propria parte. Da ultimo, ovviamente non per importanza, pensiamo sia diventato indispensabile informare adeguatamente i cittadini su come vengono utilizzate queste risorse. La gestione finanziaria dei partiti deve essere improntata a criteri di assoluta trasparenza. E’ un salto di qualità che dobbiamo compiere assolutamente se vogliamo ridare credibilità e autorevolezza alla classe politica nella sua interezza”.

L’UPR alla nostra domanda su un possibile finanziamento privato per i partiti politici ci ha risposto che è già previsto nella legislazione sammarinese. E ci ha rinviato alla legge 170 del 2005 che in qualche modo lo norma nell’ articolo 13 come abbiamo segnalato all’inizio di questo articolo. Insomma, sembra che da UPR, provenga una indicazione verso un sistema pubblico/privato.

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