Il raddoppio del contributo elettorale (2 milioni e mezzo di euro) ha portato a compiere spese “pazze” durante la recente campagna. Tra spettacoli e volantini stampati ma mai spediti.
di Saverio Mercadante
Un altro mondo, un mondo possibile. Un mondo in cui, forse, tutti i cittadini sammarinesi vorrebbero vivere. Una politica a costo pubblico zero, o quasi. Che si autofinanzia, in trasparenza assoluta, e non pesa sulle casse dello Stato. Partiti o movimenti leggeri, che sfruttano le tecnologie informatiche a basso costo e contemporaneamente riscoprono il valore assoluto della militanza quotidiana sul territorio, il rapporto quotidiano con i cittadini elettori. Tutto questo è – almeno in parte – già realtà, come dimostrano le esperienze vincenti di Rete e Civico 10 che raccontiamo nella colonna qui accanto, ma dovrebbe diventare la norma, per tutti.
Al di là del giudizio sui programmi e sulle proposte elettorali, è un segnale importante, è la prova che si può riconquistare la fiducia dei cittadini mutando radicalmente la grammatica della politica. Aperitivi, cene, spettacoli, comici, pagati con i soldi pubblici, migliaia di locandine o pieghevoli stampati e mai recapitati a casa, a cui si aggiungono i sospetti di voto di scambio: questa deriva che inquina l’indice di fiducia dei cittadini nelle istituzioni dovrebbe e potrebbe scomparire per sempre dal panorama della politica sammarinese. Rigore, misura, moderazione, parsimonia, nella gestione della macchina dei partiti, non sono più rinviabili. Non è antipolitica, è il semplice rifiuto di una prassi da casta autoreferenziale. La ricerca continua del consenso deve esplicitarsi attraverso il rapporto quotidiano con il cittadino elettore che suggerisce, stimola, segnala ogni giorno le necessità concrete di un territorio in tempo reale. E qui la tecnologia, può davvero diventare decisiva, rendere efficiente e accogliente uno stato. Il Palazzo Trasparente, il Palazzo di Vetro, la nuova casa della politica sammarinese. E poi la riscoperta della passione per la politica che offre una sola ricompensa: il benessere della comunità. Questo, il futuro possibile.
La buccia di banana del doppio contributo
Analizziamo ora il passato recentissimo per capire meglio dove tagliare, dove rendere snello e credibile il sistema dei partiti.
Il raddoppio dei contributi per i partiti per la campagna elettorale è stata la classica buccia di banana sulla quale sono scivolati i partiti sammarinesi. Scientemente, come testimoniano le votazioni in Consiglio Grande e Generale. Va dato atto che Sinistra Unita aveva presentato due emendamenti per l’abolizione totale del raddoppio e poi per la riduzione del 50% della seconda tranche ma sono stati bocciati inesorabilmente.
Alla fine è passata la proposta del governo: decurtazione del 10%, come già era stato deciso per il finanziamento pubblico nell’ultima Finanziaria. Complessivamente (parliamo del contributo elettorale più il finanziamento pubblico, i cui dati snoccioliamo in fondo) si è passati da due milioni e ottocento mila a circa due milioni e mezzo.
Ecco dunque il contributo elettorale. Il gruppo Pdcs-Arengo e Libertà, poi separatosi, ha avuto un contributo complessivo di 352.583 euro. Al Psd 209.691,34 euro. Al gruppo di Alleanza Popolare un contributo di 146.183,94. La Lista della libertà, che era formata da Noi sammarinesi e Nuovo partito socialista, ha avuto un contributo pari a 114.430,24 euro. A Sinistra Unita, 130.307,09 euro. Ai Moderati 27.876,86 Il Gruppo socialista riformista, 111.137,96 euro di finanziamento, pari a 9.261,49 euro mensili. All’Unione per la Repubblica 130.307,09, I tre singoli consiglieri indipendenti, Alfredo Manzaroli, Glauco Sansovini e Andrea Zafferani hanno avuto un contributo, previsto dall’articolo 5 della legge 170 del 2005, 15.876,85 euro ciascuno, pari a 1.323,07 euro al mese. Non sono stati destinati contributi dello Stato per i nuovi movimenti che si sono presentati alle elezioni ma non erano presenti nella passata Legislatura. Da oggi, li riceveranno anche loro.
Finanziamento pubblico, il tema è rovente
L’altro grande tema della questione riguarda il finanziamento pubblico dei partiti che in questi mesi in Italia ha portato allo scollamento definitivo, al rigetto totale dell’opinione pubblica. Dagli emolumenti spaventosi dei consiglieri regionali del Lazio, alle centinaia di migliaia di euro spesi in poker elettronico da un consigliere dell’Idv che ha inguaiato il moralizzatore Antonio Di Pietro, sembra che non ci sia mai fine al peggio.
A San Marino la materia è regolata dalla legge 170 del 2005. Anche qui c’è stato un atto minimo di buona volontà da parte dei partiti: nel bilancio previsionale 2012 la somma complessiva destinata al finanziamento pubblico dei partiti è stata tagliata del 10% scendendo a 1.270.148 euro dal 1.407.772 euro del 2011.
Ogni anno i bilanci dei Partiti e Movimenti vengono sottoposti, come affermato nell’articolo 11, a revisione contabile al fine di verificare se sono stati redatti con chiarezza ed in maniera corretta e se rappresentano in modo completo e veritiero la situazione patrimoniale, i costi, i ricavi intervenuti nell’anno preso in considerazione. La revisione viene effettuata da un Collegio di tre revisori contabili iscritti nel Registro dei Revisori Contabili istituito presso la Segreteria di Stato per l’Industria e scelti dall’Ufficio di Presidenza del Consiglio Grande e Generale.
Il contributo dello Stato per il finanziamento, come indicato nell’articolo 2, è pari al 2,5 per mille delle entrate del Bilancio Preventivo dello Stato, detratte le partite di giro ed i mutui a pareggio, e viene suddiviso tra i Partiti ed i Movimenti per il 75 per cento in proporzione al numero dei Consiglieri eletti nell’ambito delle rispettive liste e per il 25 per cento in parti uguali e fisse fra i Partiti e Movimenti che hanno presentato liste elettorali e sono rappresentati in Consiglio Grande e Generale da almeno tre Consiglieri. Per i Partiti e Movimenti le cui liste hanno ottenuto un numero di Consiglieri inferiore a tre, il contributo fisso è pari a 12.000 euro.
Nel 2011 alle forze politiche sono stati erogati 1.407.772 euro così suddivisi: 385.919 euro a Pdcs e Arengo e Libertà; 232.628 euro al Psd; 179.837 euro ad Alleanza Popolare; 144.642 euro a Sinistra Unita; 137.697 euro al Psrs; 127.045 euro alla Lista delle Libertà, formata da Nuovo Partito Socialista e Noi Sammarinesi; 39.422 euro all’Unione dei Moderati.
La fusione avvenuta nel 2011 di Ddc ed Europopolari ha determinato un’assegnazione del finanziamento frazionata in tre voci diverse: 109.166 euro all’Unione per la Repubblica; 22.962 euro ai Democratici di Centro; 8.798 euro agli Europopolari.
L’ALTRA VIA POSSIBILE: CIVICO 10