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L’antica via della cultura e dei commerci di San Marino

da Redazione

Il professor Pier Luigi Cellarosi (Comitato per la valorizzazione del territorio): “E’ datata 1.200 anni a.C. e collegava il Mar Adriatico al Tirreno”. Il crinale procede da Covignano e si dirige verso la valle tiberina.

 

di Alessandro Carli

 

Il monte Titano è una culminazione dominante. Questa direttrice naturale costituisce il fianco destro del bacino idrografico del Marecchia, e segue il modellato geomorfologico del territorio. Dal crinale displuviale del monte Titano si distaccano crinali minori, rivolti verso le sottostanti vallate e verso la costa, tra i quali si notano in particolare quello di Domagnano – Torraccia, quello per Faetano e quelli più meridionali per Montegiardino e Montescudo. Il sito archeologico di Ca’ Rigo è posto sull’ampio crinale che dal monte Titano si proietta verso la vallata del Marano. Il sito conferma che la serie di crinali ha una spiccata potenzialità insediativa anche per l’Età del Ferro. E’ una scoperta preziosa, quella che è stata posta al centro di un convegno a metà ottobre, “L’antica via della cultura e dei commerci, dal colle di Covignano al mar Tirreno attraverso il monte Titano e i valichi dell’Appennino tosco-romagnolo”. Il germe della ricerca parte da una tesi sostenuta dal prof. Dario Giorgetti, che nella Storia Illustrata della Repubblica di San Marino (Aiep Editore) nel 1985 scriveva: “Potrebbe essere plausibile immaginare che più zone attorno al Titano come gli spiazzi e i ripari direttamente a piombo sotto gli speroni rocciosi più elevati, potessero essere occupati da genti neolitiche che ne sfruttavano la caratteristica ed affidabile posizione di roccaforte a controllo di una delle più frequentate vie di comunicazione verso l’interno e verso le cave silicee dell’Appennino toscano…”.    

Abbiamo approfondito l’argomento assieme a Pier Luigi Cellarosi del Comitato per la valorizzazione del territorio.


In che epoca si colloca questa antica via che collegava il Mare Adriatico al Tirreno?

 

“L’antica via della cultura e dei commerci che va dal colle di Covignano al mar Tirreno a che attraversa il monte Titano e i valichi dell’Appennino tosco-romagnolo, secondo alcuni studi, si colloca in epoca protostorica: 1.200 anni avanti Cristo, forse anche antecedente. C’è una certezza, un segnale ben preciso, ed è legato alla presenza di alcuni insediamenti umani sul monte che sovrasta San Marino. Alcune ricerche parlano, motivatamente, di un percorso che porta sino alle valli aretine: era un tragitto piuttosto importante, che veniva utilizzano non a scopi di viaggio ma per motivi commerciali e culturali. Nel territorio toscano sono stati ritrovati esempi conclamati di merci proveniente dal nord Europa e dalla costa adriatica. La via dei commerci è la strada più antica che collegava l’Adriatico al mar Tirreno. Ricordo che il sito storico di Covignano ha una datazione di circa un milione di anni”.


Cos’è rimasto di questo antico percorso?

 

“A Covignano ci sono le colline con i crinali, e alcune parti del percorso sono ancora visibili. Ricordiamo che in epoca romana il mare si spingeva sino all’attuale piazza Ferrari di Rimini, sede della Domus del Chirurgo. Andando più indietro nel tempo, Covignano si affacciava sul mare: l’attuale Rimini e la pianura padana erano sommersi dall’acqua. Oggi si tende a ragionare, e prendere come paragone, l’epoca romana. Prima di Roma, nella penisola italiana, erano presenti molti popoli antichi. Le necropoli di Verucchio, che documentano un aspetto particolare della cultura villanoviana, constano di circa 500 tombe databili tra IX e VII secolo avanti Cristo, appartenenti in gran parte alle famiglie aristocratiche che controllavano la valle del Marecchia in quel periodo. Le sepolture hanno restituito testimonianze straordinarie e uniche come i mobili, i tessuti, le ambre e le oreficerie. Degli antichi crinali, antecedenti alla civiltà Villanoviana, una parte oggi è ancora percorribile: alcuni tratti hanno lasciato tracce di estrema importanza”.


Le testimonianze del passato, nella zona, sono ancora presenti.

 

“A Santa Cristina è ubicato un monumento antecedente all’anno 1.000. Molte chiese cristiane sono state costruite sulle rovine dei templi pagani. E’ certo, per tornare ai crinali, che fossero un mezzo di comunicazione fondamentale per gli spostamenti e le attività commerciali. Crinali che, nel Medioevo, vennero ripristinati: in tempi di brigantaggio, i percorsi e gli spostamenti venivano effettuati con visuale ampia”.


Come si inserisce la figura del monte Titano?

 

“Dalla più lontana preistoria sino al Medioevo, per muoversi nelle aree di rilievo erano privilegiate le percorrenze di crinale, ovvero le direttrici naturali che seguivano con aderenza il modellato geomorfologico del territorio, il monte Titano è infatti la prima brusca frattura altimetrica presente in un lungo e agevole percorso di crinale. Il crinale procede da Rimini – Colle di Covignano per San Marino e raggiunge l’Alpe di Carpegna, e poi prosegue verso il passo di Viamaggio e la valle del Tevere. Si tratta di un percorso di una quarantina di chilometri. In questa percorrenza, il Titano ha una posizione mediana che ne può indicare la possibile funzione ottimale di luogo di sosta. Il Titano domina le possibilità comunicative antiche sul fianco destro della Valmarecchia. Questa valle ha costituito un’importante direttrice transappenninica attiva sin dalla preistoria. Il riconosciuto ruolo del solco vallivo della Valmarecchia e delle sue percorrenze naturali di crinale è reso poi ancora più evidente dalla presenza del nucleo Villanoviano di Verucchio nella prima Età del Ferro. In questo contesto, il monte Titano, alla visibilità da lunga distanza, assomma anche la centralità tra costa e passi appenninici: entrambi questi fattori contribuiscono a farne un sito di assoluto rilievo all’interno della grande rete delle antiche percorrenze naturali”.  

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