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Mafia a San Marino, è ufficiale: si deve porre la questione morale

da Redazione

Sull’esito della Commissione antimafia San Marino Fixing ha sentito la voce della politica stessa. All’interno : i pareri del Segretario di Stato all’Industria Marco Arzilli (Ns), di Beppe Morganti (Psd) e Giovanni Lonfernini (Upr).

di Loris Pironi

 

SAN MARINO – Pur considerando la matrice politica della Commissione Consiliare Antimafia, pur dando per assodato che il risultato è solo parziale per via del poco tempo a disposizione, non possiamo però fare finta di niente davanti allo scenario che è stato delineato. A questo punto la domanda è d’obbligo: dobbiamo aprire una vera e propria questione morale, a San Marino? “Assolutamente sì, ed è una gravissima questione morale”, afferma Marco Arzilli (Noi Sammarinesi), Segretario di Stato all’Industria. “Quando la malavita è arrivata nel nostro Paese, si è trovata la strada spianata da un sistema e da meccanismi che già potevano essere considerati di corruzione. E non lo scopriamo oggi con la commissione d’inchiesta che esiste un sistema diffuso nel Paese che va estirpato a tutti i costi”. “In questi anni abbiamo chiuso una novantina di società, e forse qualche altro centinaio è stato indotto ad andarsene dal nostro Paese. Ma il problema è un altro. E cioè che gli organismi di vigilanza vanno ulteriormente rafforzati, ed è ciò che ci impegniamo a fare nei prossimi anni, ma è indispensabile slegare questa attività dalla politica. Non è giusto né possibile che sia il Governo a revocare le licenze”. Come non è possibile, aggiungiamo noi, che sia sempre l’esecutivo a concederle: “Concordo pienamente”, replica Arzilli. E la politica? È uscita con le ossa rotte da questa situazione. “Al di là del quadro emerso, la politica ha commesso un gravissimo errore, quello di aderire tardi e senza la giusta convinzione al Greco (il gruppo di Stati contro la corruzione, ndr). Adesso dobbiamo lavorare duramente per rispondere a tutte le richieste, a partire dalla legge anticorruzione che si è arenata dopo il passaggio in prima lettura. Ma ancora più importante sarà non aver paura del cambiamento: ci può solo fare bene”.

Giovanni Lonfernini (Unione per la Repubblica) dopo il dibattito relativo alla commissione d’inchiesta punta il dito contro le criticità del sistema, ma vuole anche provare a vedere positivo: “C’è l’impegno, nel Paese, affinché si rafforzi una coscienza civile che rifiuti le distorsioni emerse nel quadro illustrato dalla Commissione. E ora si devono rafforzare tutte quelle Istituzioni che operano in difesa del Paese, a cui dovranno essere messi a disposizione strumenti sempre più efficaci e mirati”. Però non ci gira intorno Lonfernini: “È emerso un quadro non solo politico ma anche economico, sociale e culturale che è davvero desolante. Mi dispiace che nel dibattito consiliare abbia prevalso una mancata dialettica politica rispetto all’analisi sviluppata dalla Commissione. Anche perché sono emerse distorsioni che confermano l’esistenza di un vero e proprio sottobosco che opera al limite tra la politica e l’affarismo”. In effetti il problema non è solo della politica. “Il lavoro della Commissione deve essere considerato, oggi, un punto di ripartenza, uno strumento per rileggere e aggiornare tutto il nostro sistema economico. Dal lavoro svolto dalla Commissione deve nascere una nuova e maggiore consapevolezza di salvaguardare quella gran parte della nostra economia che è sana. Il nostro non è un Paese di camorra come è emerso dai titoli di alcuni quotidiani italiani, ci sono presidi di legalità sul territorio che rappresentano dei punti fermi e che, in virtù anche del percorso, pur traumatico e imposto dagli organismi internazionali, che abbiamo intrapreso, vanno valorizzati e rafforzati in un’ottica di legittimazione. Ma auspico un vero e proprio salto di qualità da parte dell’intera offerta politica”.

Giuseppe Morganti (Partito dei Socialisti e dei Democratici) commenta la situazione davanti alla nostra telecamera di www.sanmarinoweb.com: “Purtroppo abbiamo visto che anche la amministrazione pubblica si trova nella stessa identica situazione della politica. Abbiamo bisogno ora che la magistratura faccia il suo lavoro in maniera efficace determinata, senza guardare in faccia a nessuno e senza lasciarsi sovrapporre da altri poteri, in piena autonomia”. “Abbiamo bisogno però – aggiunge – che anche le singole istituzioni e i partiti prendano le decisioni che sono necessarie, perché non possono ripresentarsi con la stessa immagine e probabilmente le stesse persone come in passato, se vogliono riconquistare il cuore e la sensibilità delle persone e degli elettori”.

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