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Mercato del lavoro: niente tutor per le imprese che assumono, ma resta l’ingessatura

da Redazione

Niente tutor per le imprese che assumono. Lo conferma a Fixing Loris Francini, dirigente dell’Ufficio del Lavoro, smentendo le voci circolate in settimana e che avevano creato non poca preoccupazione nel mondo dell’impresa. “Serve un sistema di orientamento meno burocratico e più dinamico”.

SAN MARINO – Niente “tutor” per le aziende sammarinesi che assumono: la notizia che questa settimana aveva messo in allarme il mondo dell’impresa (l’antica Repubblica Socialista Sovietica di San Marino, l’aveva già ribattezzata qualcuno) viene ufficialmente smentita in una lunga intervista all’interno di questo numero di Fixing da Loris Francini, Dirigente dell’Ufficio del Lavoro.

 

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Non ci sarà dunque un “tutor” ad affiancare il responsabile dell’azienda incaricata a svolgere il colloquio di lavoro con i candidati, ma il mercato del lavoro resta ingessato al limite del parossismo (anche oltre, veramente), e del paradosso.

Francini spiega a Fixing come è nato questo malinteso e conferma che nel delicato momento dell’incontro tra domanda e offerta di lavoro esistono situazioni problematiche su entrambi i fronti: lavoratori che preferiscono restare a carico dello Stato piuttosto che rimettersi in gioco, ma anche imprenditori che non vogliono lavoratori sammarinesi (e anche qui ci sarebbe da chiedersi il perché).

Per la prima volta da molto tempo a questa parte la Repubblica di San Marino è costretta a fare i conti con la disoccupazione.

Con la crisi delle aziende, con le problematiche di chi si trova costretto a cercare una nuova occupazione. E mentre il sindacato evidenzia, pur senza circostanziare, che ci sono casi di lavoro nero in Repubblica. Casi fisiologici secondo la Segreteria di Stato al Lavoro, che rende noto che nei primi quattro mesi dell’anno sono state compiute 1.716 ispezioni per un totale di 49 ingiunzioni.

Lavoro nero a parte, qualche problema è stato sollevato, in questi mesi, anche nella fase del reinserimento nelle aziende da parte di lavoratori in mobilità o disoccupati.

Ne ha parlato anche Fixing raccontando che capita – più frequentemente di quanto si possa immaginare – che ci siano lavoratori in mobilità che preferiscono ricevere il sussidio piuttosto che tornare a lavorare, e dunque fanno di tutto per “dribblare” le aziende che sarebbero disposte ad assumerli, fino ad arrivare a rivolgere una domanda diretta a chi, per l’impresa, svolge il colloquio di lavoro.

Ha fatto discutere – e preoccupare anche – questa settimana, la notizia dell’intenzione di far affiancare l’imprenditore da un funzionario del collocamento durante la fase del colloquio nelle aziende. Sulla questione Fixing fa un po’ di chiarezza sull’argomento, sentendo il diretto interessato, ovvero Loris Francini, Dirigente dell’Ufficio del Lavoro.

Intanto chiariamo subito: non ci sarà alcun “tutor” per gli imprenditori che assumono: è così?

“Innanzitutto la ringrazio per avermi dato la possibilità di chiarire che non era mia intenzione creare allarmismi, così come non è mia intenzione affrontare un tema così delicato e difficile come l’incontro domanda-offerta di lavoro in termini punitivi. Ritengo che il dialogo e la collaborazione con le imprese sammarinesi sia il modo più adeguato per affrontare le difficoltà del momento che stiamo vivendo. Nessuna intenzione di creare un sistema generalizzato di accompagnamento ai colloqui ne una volontà di mettere il tutor alle aziende, ma solo l’esigenza di capire perché in alcuni casi a fronte di un elevato numero di colloqui nessuno vada a buon fine, soprattutto quando ad avviso del nostro ufficio sulla carta ci sono elementi oggettivi per favorirlo. Oltremodo, anche se volessimo applicarlo in forma ricorrente, non avremmo le risorse interne sufficienti per farlo materialmente”.

Si è trattato di casi isolati, dunque.

“Si è trattato di un caso concordato con l’azienda. Anzi posso affermare che l’azienda stessa ci ha ringraziato di aver assistito ai colloqui e devo dire che le valutazioni fatte sulle persone esaminate, sia dai valutatori interni all’azienda sia dal collocatore dell’Ufficio del Lavoro presente, sono state alla fine pressoché identiche ed hanno prodotto un risultato soddisfacente per entrambi. Questo ha aiutato a chiarire una serie di dubbi da entrambe le parti che non potevano essere spiegati con una semplice telefonata o una attraverso una sintetica nota formale. In quel caso, dal mio punto di vista, era necessario farlo visto che in precedenza vi erano stati troppi colloqui non andati a buon fine”.

A quanto ci risulta, nel caso specifico i colloqui che non erano andati a buon fine erano stati ben una trentina, quanto basta per far scattare un campanello d’allarme. E comunque nel caso in questione alla fine avete potuto appurare che non c’era cattiva volontà da parte dell’impresa.

“Non spetta a me giudicare il comportamento di altri. Non dobbiamo dimenticare che l’Ufficio del Lavoro e una sorta di cuscinetto che deve applicare le norme per favorire l’incontro domanda offerta di lavoro, possibilmente in termini rapidi e meno burocratici, come un servizio che deve percorrere tutte le strade possibili con uno spirito di ampia collaborazione. Non dimentichiamo che oggi purtroppo abbiamo troppe persone senza lavoro che stanno terminando anche il periodo legato agli ammortizzatori sociali e vivono questo momento con grande difficoltà, anche a loro dobbiamo delle risposte”.

Avete riscontrato, o vi è stato riferito, di particolari problemi tra le persone che si recano ai colloqui di lavoro? E tra le imprese?

“Io da quando ho assunto questo incarico ho iniziato ad incontrare sia le imprese che i lavoratori, per cercare di comprendere meglio i termini del problema e ho capito che la verità non sta mai da una parte sola. E’ vero che ci sono alcuni soggetti che percepiscono ammortizzatori che sono poco propensi ad andare immediatamente a lavorare, così come ci sono imprenditori che non vogliono per loro ragioni dei lavoratori sammarinesi. Ritengo che questi comportamenti siano entrambi sbagliati e debbano essere affrontati adeguatamente”.

Oggettivamente l’assunzione è un momento delicato, sia per il lavoratore sia per l’impresa. È un momento in cui si deve instaurare un rapporto di fiducia. Molte aziende hanno manifestato l’esigenza di poter scegliere la persona che riesce a mostrare le maggiori motivazioni, un feeling con chi si trova davanti. Questione di fiducia, appunto.

“Certamente la fiducia è alla base di qualsiasi rapporto di lavoro. Io ritengo che un sistema efficace di orientamento al lavoro, inteso in maniera meno burocratica e più dinamica, che parta dalla conoscenza delle reali esigenze del nostro tessuto imprenditoriale e dal bilancio delle competenze professionali di chi cerca lavoro può aiutare a togliere diffidenza, pregiudizio, creare fiducia reciproca, su questo occorre lavorare intensamente”.

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