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Terremoti, San Marino zona a rischio “Le scuole? Andrebbero controllate”

da Redazione

tetti crollati orizz

Alla luce dei tragici fatti dell’Emilia, San Marino Fixing ha posto un interrogativo. Che cosa succederebbe a San Marino se un terremoto di simile entità colpisse la Repubblica? In una scala da 1 (più grave) a 4 è in Zona 2. Case, capannoni ed edifici pubblici: non c’è niente di antisismico. Gli esperti di Studio Antao: “Sarebbe opportuno un check-up. E magari sgravi fiscali per chi investe in sicurezza”.

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di Loris Pironi

 

Alla luce dei tragici fatti dell’Emilia, San Marino Fixing ha posto un interrogativo. Che cosa succederebbe a San Marino se un terremoto di simile entità colpisse la Repubblica? Quanto sono sicuri i capannoni? E le case? E gli edifici pubblici?

Le domande, con cui abbiamo aperto lo scorso numero del nostro settimanale, il 23, non sono retoriche. Perché la prevenzione può salvare vite e contribuire a limitare i danni. Prima di tutto però occorrono leggi. Leggi vere, ben fatte e in vigore (come leggerete CLICCANDO QUI abbiamo scoperto che non è così, almeno per l’ultimo aspetto). Serve una coscienza nel costruire che vada anche oltre le algide normative vigenti e poi anche una politica di sensibilizzazione diffusa.

Per approfondire la materia ci siamo rivolti agli esperti dello Studio Antao, il più grande studio di progettazione di San Marino e del circondario, che da tempo si occupa anche di sismicità. È scaturito un quadro chiaro della realtà del Titano, con qualche aspetto preoccupante e altri invece per fortuna più rassicuranti.

 

PAROLA D’ORDINE: PREVENZIONE

“San Marino è una realtà territoriale posizionata in una zona che riteniamo a rischio non trascurabile”, spiega l’ingegner Roberto Ragini, socio fondatore di Antao. “Una legge antisismica c’è ma non è in vigore. Come studio di progettazione ci siamo già adeguati alle nuove norme. E, almeno in linea teorica, non ci sono motivi per cui anche gli altri non siano già adeguati alla legge che deve entrare in vigore”.

Visto ciò che è successo in Emilia, qual è la realtà generale di San Marino?

“Una buona parte dei capannoni sul nostro territorio è stata costruita dopo gli anni Ottanta e Novanta, in un periodo in cui la sensibilità alle tematiche sismiche era ancora ben lontana. In linea generale possiamo dire che la gran parte delle strutture che ospitano le imprese sono state costruite abbastanza bene, ma forse, anche alla luce di quanto è avvenuto in queste settimane, sarebbe il caso di fare un check-up approfondito. Per ovvi motivi e naturalmente non solo da noi, i capannoni industriali, così come le scuole, sono strutture che presentano una maggiore vulnerabilità agli eventi sismici”.

Anche le scuole?

“Sì, anche le scuole. Ritengo che una accurata valutazione della tenuta sismica dovrebbe diventare un obbligo soprattutto per le scuole. Sul nostro territorio praticamente nessuna è stata costruita secondo i canoni della sismicità moderna e la prevenzione in questi casi è fondamentale, soprattutto se ci riferiamo ad edifici pubblici e in particolare quelli per così dire sensibili, come gli edifici scolastici”.

D’accordo, però per un’impresa, soprattutto in tempo di crisi, investire nella messa in sicurezza dei locali che ospitano la propria produzione è un costo difficile da sostenere.

“Guardi che non è così costoso come può sembrare. In molti casi bastano interventi poco invasivi. E comunque quando si interviene per migliorare la tenuta sismica di un prefabbricato, ben difficilmente si raggiunge il 5% del costo di costruzione. Io credo inoltre che lo Stato dovrebbe aiutare le imprese che desiderano mettere in sicurezza i propri impianti, magari con sgravi fiscali o altre iniziative, anche perché la prevenzione oltre a salvare vite rappresenta anche un risparmio sociale per il Pubblico”.

 

LA NORMATIVA ANTISISMICA A SAN MARINO

 

SAN MARINO: ZONA SISMICA SI’ O NO?

“La penisola italiana è mappata utilizzando come parametro quattro differenti zone sismiche”, spiega Mirko Mancini, ingegnere strutturista per Antao. “La Repubblica di San Marino non è direttamente inserita nella classificazione italiana, ma in base al reticolo è possibile, tramite tecniche matematiche, risalire alla sismicità della zona. Considerata la Zona 1 come quella a maggiore rischio terremoti dobbiamo dire che il Titano è attualmente in Zona 2, dunque a sismicità media. Una sismicità più alta dunque dell’area dell’Emilia epicentro dell’ultimo terremoto, e che peraltro fino al 2003 non era neppure considerata a rischio”.

Questo significa che costruire in una zona a media sismicità implica opzioni diverse in fase di progettazione rispetto a quelle che, per intendersi, devono essere rispettate per chi costruisce in aree inserite in zona sismica 4.

Abbiamo parlato dei capannoni. E le case di San Marino sono sicure?

“Anche in questo caso – spiega ancora Mirko Mancini – non si può generalizzare. Però per tipologia di struttura, la maggior parte degli edifici sono a non più  di 2-3 piani costruiti in cemento armato e ‘intelaiato’, teoricamente il patrimonio immobiliare di San Marino non presenta gravi criticità. E comunque si deve sempre tenere conto del fatto che si è costruito senza criteri antisismici”.

 

RIASSUMENDO…

Riassumendo: San Marino è in zona sismica 2; la legge c’è ma non è ancora in vigore; case e capannoni non sono stati costruiti rispettando norme antisismiche pur rispettando la “regola dell’arte”, almeno nella maggior parte dei casi. E ancora, sarebbe opportuno effettuare un check-up delle strutture, soprattutto delle scuole, tra gli edifici più ‘sensibili’, ed eventualmente intervenire.  Per l’imprenditore che desidera adeguare il proprio capannone alle attuali norme antisismiche lo Stato dovrebbe (ma non c’è nulla all’orizzonte in tal senso, almeno per ora) intervenire con sgravi fiscali o altro perché la prevenzione in questi casi è fondamentale. Oltre che un risparmio economico e sociale.

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