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San Marino, Carlo Giorgi (ANIS): Firma con l’Italia? Ancora non basta

da Redazione

La firma ormai imminente con l’Italia (13 giugno prossimo)? Possiamo dire di essere soddisfatti – afferma davanti ai taccuini di Fixing Carlo Giorgi, Segretario Generale dell’ANIS, ma ancora non basta.

La firma ormai imminente con l’Italia?

 

“Oggi possiamo dire di essere contenti, soddisfatti”, dichiara a Fixing Carlo Giorgi, Segretario Generale dell’ANIS. “Dopo tutto questo tempo è chiaro che aver finalmente raggiunto un obiettivo, ovvero fissato la data della sottoscrizione dell’accordo con l’Italia, è per noi un sollievo. Siamo soddisfatti ma sappiamo che questo è solo il primo passo. La prospettiva è quello di veder ratificato l’accordo (da entrambe le parti? ndr) in tempi rapidi. E poi deve arrivare a ruota l’uscita dalla Black List. E comunque anche allora non potremo cantare vittoria perché ci sono tanti compiti che ci aspettano, troppe cose non funzionano a dovere, nel nostro Paese”.

 

In particolare a cosa si riferisce?

 

“Sulla crisi non mi soffermo, ormai tutti la conosciamo sin troppo bene. Oggi servono riforme, riforme vere: il Paese non è competitivo e la spesa pubblica è un peso ormai insostenibile che può pregiudicare il futuro di San Marino e in particolare quello dei nostri giovani. Per questo dobbiamo richiamare la politica ai suoi doveri istituzionali. Come ANIS abbiamo già rivolto ai Capigruppo consiliari e alla politica tutta un appello a impiegare nel modo migliore il tempo che ci rimane da qui alle prossime elezioni. Abbiamo chiesto di non perdere tempo in discussioni e polemiche rivolte a guadagnare consenso. Mai come oggi, per il nostro Paese serve concretezza”.

 

Quindi vi preoccupa l’incidenza della campagna elettorale sulla produttività del Governo.

 

“Si rischia di trascinare i prossimi mesi in un dibattito sterile, mentre servono fatti concreti. E poi è opportuno lanciare un richiamo alla coerenza rispetto agli impegni presi e a quelli che andiamo ad assumerci con l’accordo del prossimo 13 giugno. Mi riferisco in particolare al libero scambio tra Italia e San Marino, ma anche al contrasto alla malavita e alla criminalità organizzata. Prima ancora però occorre risolvere tutte la questione dei frontalieri. I lavoratori italiani impegnati nelle nostre aziende attendono risposte una volta per tutte”.

 

SCIOPERO


Cambiamo fronte ma torniamo a parlare di riforme. Quella tributaria si è fermata proprio sul rettilineo finale e il sindacato ha dichiarato di voler andare allo sciopero generale.

 

“In questa vicenda credo che il sindacato abbia le sue ragioni, così come il Parlamento. Però in questo momento di difficoltà è indispensabile che si trovi una soluzione con il dialogo. Se la protesta del sindacato è corretta, lo strumento scelto è inadeguato. Ritengo fuori luogo uno sciopero generale in questo momento di difficoltà e auspico che prevalga il buon senso”.

 

Da San Marino Fixing n. 23

 

 

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