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San Marino, Paolo Rondelli (ANIS): “Il nostro governo? Deve diventare tecnico”

da Redazione

Il Presidente dell’Associazione Nazionale Industria Sammarinese: “Senza risultati si chiuda la Legislatura. La nostra visione del futuro prevede un cambiamento: basta staticità”.

di Loris Pironi

 

È agguerrito più che mai, Paolo Rondelli. Il suo mandato triennale è ormai agli sgoccioli e il Presidente dell’Associazione dell’Industria Sammarinese lancia pesanti critiche alla classe politica. Intervistato a margine della conferenza stampa organizzata martedì scorso da ANIS, ha rilanciato proposte, fatto critiche e non ha certo lesinato bacchettate sulle mani dei politici sammarinesi. Colpevoli di giocare alle belle statuine, mentre il Paese s’indebita, le aziende affogano lentamente e i lavoratori vengono licenziati.

 

Manca poco più di un mese alla conclusione del suo mandato e poco più di un anno alla scadenza della Legislatura. È tempo di bilanci, insomma, in un contesto difficile come non mai.


“Il mio bilancio è senza dubbio molto positivo da un punto di vista personale. Ho conosciuto persone, aziende e realtà importanti, anche a livello internazionale. Come Presidente dell’Associazione però al termine di questi tre anni mi resta qualche rammarico. Intanto quello di non essere arrivato alla firma del contratto, malgrado tutto l’impegno che ci abbiamo messo in questi anni nella trattativa con il sindacato. E poi le tante proposte fatte alla politica che potevano e dovevano essere riprese, fatte proprie, messe in pratica. Anche perché si è trattato in molti casi di idee supportate dai fatti o di esigenze che abbiamo sollevato e che successivamente sono state confermate anche dall’esterno, come ad esempio il recente rapporto dell’FMI. Sono sincero e mi dispiace dirlo, ma ANIS in questi anni non è stata sufficientemente ascoltata a Palazzo. Se l’avessero fatto, forse, oggi non saremmo in questa situazione”

 

Qual è la visione del futuro secondo l’ANIS?

 

“La nostra visione del futuro imprescindibilmente prevede un cambiamento.  Da contrapporre alla staticità e all’incapacità di cambiare che ha caratterizzato questi anni. Gli imprenditori, per virtù proprie o per cause di forza maggiore, hanno dovuto adeguarsi ai mutati scenari. Hanno cambiato per sopravvivere ai mercati, e lo hanno fatto in un contesto, quello sammarinese, che certo non li aiuta. Negli ultimi tempi abbiamo visto che sta aumentando la mobilità, che sono sempre più le richieste di licenziamenti da parte di aziende che in questi anni ci hanno provato in tutti i modi a stare a galla. Questo significa che l’impresa si sta guardando attorno, perché non ha ricevuto le risposte di cui necessitava. Cosa significa guardarsi in giro? Significa ragionare sulla delocalizzazione perché, colpa del mercato del lavoro, colpa dei paletti alle assunzioni, colpa della burocrazia, lo diciamo una volta per tutte, lavorare a San Marino oggi non è più conveniente”.

 

La domanda a questo punto è quasi retorica. Che voto dà alla politica?

 

“Sicuramente è un voto insufficiente. È un voto pesantemente negativo se guardiamo alle necessità che abbiamo sollevato in questi anni e al modo in cui non sono state affrontate: parlo dell’adozione di misure per lo sviluppo, del deficit di bilancio, della lotta agli sprechi… Certo, alcune cose sono state fatte, in merito alle pressanti richieste internazionali, ma si è agito più per necessità che per volontà, e solo perché non potevamo fare diversamente, per evitare procedure pesanti a nostro carico. Diciamo che la politica, e non sto parlando solo del governo, si è limitata all’ordinaria amministrazione, più qualche intervento compiuto sotto pressione esterna, mentre nulla è stato fatto per accrescere la competitività del sistema. Il giudizio dunque può essere positivo?”.

 

Proprio su questa linea martedì in conferenza stampa il Consiglio Direttivo del-l’ANIS ha lanciato la proposta di operare una riforma istituzionale, che porti anche a rivedere la struttura del Congresso di Stato.

 

“Non vogliamo mettere in dubbio la millenaria democrazia della nostra Repubblica, ma non per questo possiamo evitare di pensare che forse è il caso di modernizzare le nostre istituzioni. Il Congresso, così com’è strutturato, con dieci Segretari di Stato teoricamente alla pari, finisce per non ragionare come squadra e per non giungere a una vera e propria responsabilizzazione dei singoli. Ogni tanto ANIS tira fuori questa idea (anche prima della presidenza Rondelli, ndr). E allora noi oggi ribadiamo che forse servirebbe istituire la figura di un Premier, uno tra i Segretari che faccia da collante, che individui le linee comuni e che si assuma in prima persona l’onore e l’onere delle decisioni dell’esecutivo. Del resto è già così, ci sono almeno due Segretari di Stato che hanno un peso specifico maggiore rispetto agli altri”.

 

L’Italia ha Monti: piacciano o meno le sue scelte politiche non si può dire che la sua figura non abbia ridato credibilità al Paese.

 

“Credibilità, una bella parola. La politica a San Marino ha bisogno di un bell’intervento in fatto di credibilità. È lenta nella visione dei problemi, di fronte all’evidenza dei fatti temporeggia e aspetta che le questioni si risolvono, mentre invece così si ingigantiscono. Poi adesso che manca un anno alle prossime elezioni non vorremmo che iniziasse il balletto delle alleanze, delle coalizioni, dei cambi di schieramento, e che per stare dietro a questo balletto la politica finisse per perdere di vista quelli che sono i veri problemi. E allora io dico che, come è accaduto in Italia, il Governo si deve trasformare in ‘tecnico’, decidere alcuni provvedimenti che ritiene prioritari, anche se impopolari, e rimboccarsi le mani per portarli a casa. Anche perché, e questa è la mia opinione personale, se non arrivano risultati concreti e in breve tempo è davvero da prendere in considerazione l’opzione di far finire anticipatamente la Legislatura”.

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