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San Marino, l’ANIS sul mercato del lavoro: Serve una governance più semplice e razionale

da Redazione

Sulla riforma work in progress William Vagnini illustra la posizione di ANIS. Più risorse al collocamento, ma non serve incrementare l’organico. L’obiettivo: una governance del lavoro più semplice e razionale.

di Loris Pironi

 

SAN MARINO – La riforma del mercato del lavoro, che peraltro secondo le (ottimistiche) previsioni sarebbe dovuta già essere in discussione nella sessione di marzo del Consiglio Grande e Generale, oltre ai temi legati alla flessibilità, alla formazione, agli ammortizzatori sociali e alla rappresentatività prevede una riflessione profonda sul tema della governance. In parole povere vuole apportare cambiamenti significativi a quelle strutture che rappresentano la porta d’ingresso nel mondo del lavoro. Si tratta di un passaggio considerato di fondamentale importanza dalle imprese, che si vedono penalizzate da meccanismi rigidi e talvolta molto controversi anche quando devono assumere personale, ma anche i lavoratori, almeno sulla carta, avrebbero da avvantaggiarsi da un buon “restauro” dell’Ufficio del Lavoro e di tutta la struttura che governa il rapporto tra imprese e lavoratori. “In questi mesi al tavolo della trattativa abbiamo chiesto una regolamentazione del mercato del lavoro che sia semplice, chiara e moderna” afferma William Vagnini, Funzionario dell’Associazione Nazionale dell’Industria Sammarinese. “Dobbiamo compiere tutti gli sforzi possibili per assicurare nuova competitività al Sistema San Marino, prendendo spunto dalle migliori pratiche in campo internazionale”.
L’intento del Segretario al Lavoro, Francesco Mussoni, era un po’ quello di partire dal Decreto (il 156/2011) presentato nello scorso agosto per ragionare su un raggio molto più ampio.
“Un primo passo è stato compiuto, ma ovviamente non basta. Per quanto concerne lo specifico della governance del mercato del lavoro occorre un intervento che vada a rivedere profondamente compiti e funzioni delle sue istituzioni, nell’ottica di semplificare e razionalizzare i servizi, a tutto vantaggio di imprese e lavoratori”.

 

Quali sono le osservazioni di ANIS in particolare sulle proposte relative all’Ufficio del Lavoro?

 

“A nostro parere le linee guida degli interventi per una riorganizzazione complessiva dell’Ufficio devono puntare a incrementare l’efficienza dei servizi offerti, mirare a rendere più semplici le procedure amministrative e burocratiche e, non ultimo, si deve puntare ad una riduzione dei costi. Al collocamento vanno dedicate maggiori risorse professionali. In tutta questa operazione non crediamo sia necessario incrementare l’organico, ma se mai si decidesse di andare in questa direzione dovrà essere impiegata la mobilità interna alla PA. Diciamo questo perché se paragoniamo il nostro Ufficio del Lavoro a una qualsiasi agenzia italiana vediamo che c’è un maggiore numero di addetti, mentre la mole di lavoro è inferiore”.

 

E quali sono le funzioni che proponete per il ‘nuovo’ Ufficio del Lavoro?

 

“All’Ufficio del Lavoro devono essere demandate, le funzioni relative all’accertamento della regolare costituzione o scioglimento del rapporto di lavoro, deve operare il rilascio dei nulla osta per il personale forense, deve provvedere alla raccolta delle informazioni e quant’altro necessario alla funzione collocatoria. Il tutto in piena autonomia dalla politica, che non può ingerire nella sfera amministrativa”.

 

Da tempo andate sostenendo che il servizio deve essere personalizzato, quasi su misura.

 

“Sì, noi riteniamo che l’operatore dell’Ufficio del Lavoro debba conoscere approfonditamente le imprese, le loro attività, la loro necessità di competenze professionali, anche in prospettiva. Solo così si può offrire un supporto reale ed efficiente. La nostra è una realtà piccola, in cui i soggetti a cui rivolgere i servizi si possono e si debbono conoscere, così come avviene nei migliori sistemi. L’imprenditore nel corso del tempo deve potersi interfacciare con un solo funzionario responsabile o con un suo eventuale sostituto già individuato.

 

La riforma dovrà sforzarsi per compiere un avvicinamento concreto tra domanda e offerta di lavoro, come è stato scritto nero su bianco nel Decreto Mussoni.

 

“Diventa essenziale, in questo senso, mettere a punto una banca dati che contenga sia tutte le informazioni e i curricula dei lavoratori, sia le offerte di lavoro delle imprese. Una banca dati consultabile liberamente on-line. In questo senso va potenziata l’attività di definizione dei profili professionali dei lavoratori, in modo da trovare le migliori corrispondenze tra richiesta e offerta. Così sarebbe davvero possibile superare finalmente le graduatorie. Naturalmente dovrà essere mantenuta una sorta di corsia preferenziale unicamente per chi ha oggettive difficoltà di collocamento, parliamo di ultracinquantenni, giovani e donne con oggettive difficoltà e basse qualifiche”.

 

Tra le proposte di ANIS c’è quella di favorire una sana competizione all’interno del mercato del lavoro.

 

“Condividiamo l’idea di base che il lavoratore residente, a parità di capacità e di livello professionale, debba essere in qualche modo favorito nel collocamento. Questo però non può andare a discapito della competitività dell’impresa. La sana competizione porta un impulso positivo, e rappresenta un vantaggio soprattutto per i nostri giovani, stimolati a impegnarsi nel far crescere sempre più le proprie conoscenze e le esperienze lavorative, puntando sulla propria qualificazione tramite stage, corsi di approfondimento e master aziendali. Se un’impresa punta su collaboratori che credono nella propria qualità professionale ha più chance di emergere. Se gli offriamo la possibilità di avvalersi di migliori figure professionali saranno maggiori le possibilità di svilupparsi e, come conseguenza, di giungere ad un incremento occupazionale”.

 

La certificazione delle competenze così come è contenuta nella bozza di riforma, però non vi piace.

 

“La nostra perplessità è dovuta dal fatto che in questo modo si rischia di non avere risultati apprezzabili a fronte di una gestione molto dispendiosa. Temiamo che addirittura si possa giungere a ulteriori forme di irrigidimento. È utile ricordare che un buon rapporto lavorativo si deve basare su altri fattori oltre alle competenze: la fiducia, le attitudini personali, la capacità di lavorare in team e tanto altro ancora”.

 

Altro capitolo importante di questa riforma work in progress, la Commissione per il Lavoro. Anche in questo caso è prevista una ristrutturazione importante.

 

“ANIS ha spiegato, al tavolo di confronto, che è necessario che la Commissione venga destinata a funzioni più elevate: non può esaminare i ricorsi e perdersi dietro la cosiddetta ordinaria amministrazione, bensì deve emanare direttive di orientamento, dare pareri e svolgere funzioni di sorveglianza per la corretta applicazione delle norme e per il buon funzionamento dell’ufficio. E poi deve dettare le regole generali per il governo del collocamento, con particolare riferimento alle norme che regolano il rapporto con i lavoratori non residenti o, ancora, intervenire per favorire lo sviluppo di investimenti rilevanti che prevedono l’assunzione contestuale di un numero significativo di lavoratori valutando i progetti d’impresa che non trovano la normale rispondenza ai regolamenti vigenti”.

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