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San Marino, Marco Tura (Cdls): Già consumate le risorse di imprese sane e famiglie

da Redazione

Si è concluso il 14° Congresso Confederale della CDLS che ha fatto il punto sui tanti temi cruciali sul tavolo a San Marino. Intervista al Segretario Marco Tura, da Fixing n. 12, in edicola da venerdì 23 marzo 2012.

di Loris Pironi


SAN MARINO – E’ stato un fine settimana importante per la Confederazione Democratica dei Lavoratori e per l’intero movimento sindacale di San Marino. Sabato 24 marzo si è infatti concluso il 14° Congresso CDLS, giunto peraltro in una fase cruciale per l’economia del Titano. I delegati erano chiamati a votare la mozione finale e per il rinnovo delle cariche all’interno del Consiglio Direttivo Confederale. Ma era anche e soprattutto un momento di riflessione sui tanti temi caldi sul tavolo.

 

Il Congresso aveva come titolo “Oltre la Crisi, nell’equità e nella giustizia sociale”. Ne discutiamo con il Segretario Confederale della CDLS, Marco Tura, partendo proprio dal lavoro da compiere per l’uscita dalla crisi.

 

“Purtroppo il momento di crisi ancora non è terminato e abbiamo motivo di pensare che ci saranno ancora anni difficili prima di poter ripartire. Con una consapevolezza: superare la crisi non significa tornare a prima della crisi, bensì vuol dire che potremo cominciare la risalita. E non sarà facile. San Marino oltre alla crisi mondiale sconta anche una crisi di sistema dovuta anche alla difficoltà nei rapporti con l’Italia, la black list e tutto quello che ne consegue. Purtroppo molte famiglie stanno cominciando ad essere realmente in crisi, una crisi che è stata affrontata con le risorse accumulate negli anni, dalle famiglie e dalle aziende sane. Ebbene, queste risorse cominciano scarseggiare, e ora sono indispensabili interventi concreti da parte dello Stato”.

 

Appunto. Ritenete che la risposta della politica alla crisi sia stata adeguata, finora?

 

“La politica sammarinese è come un accumulo di particelle in un reattore atomico, tutti schizzano da qualunque parte in questa fase. Purtroppo nessuno ha risposte definitive. Ma la mia è anche autocritica, perché non solo la politica ma tutti noi che ci sediamo ai vari tavoli di confronto siamo coinvolti in questo momento di confusione. Oggi invece serve coesione, e soprattutto molta lungimiranza. Nella consapevolezza che, se ci saranno sacrifici da fare, dovremo farli tutti, con l’unico obiettivo che è quello di salvare la nostra Repubblica. Può sembrare un luogo comune, ma non è così. E in un Paese piccolo come il nostro le sofferenze sono ancora più accentuate”.


Rispetto all’ultimo Congresso CDLS, la realtà di San Marino è cambiata parecchio.

 

“È vero, è cambiata parecchio, purtroppo. Oggi contiamo oltre 1.100 disoccupati, ed abbiamo un problema di inserimento dei nostri giovani nel mercato del lavoro. Quello che si celebra questa settimana è forse il primo vero grande Congresso in tempo di crisi: dovremo cominciare a dare risposte alle domande che ci vengono disposte dai giovani sammarinesi.”

 

Parlate di equità. Intanto la riforma tributaria è slittata ancora una volta.


“Quando parliamo di equità, di equità fiscale, rispolveriamo uno slogan che avevamo lanciato in occasione della contestazione alla Finanziaria di 2 anni fa. Quando parliamo di giustizia sociale ci associamo sempre a questo valore, che è quello che ci deve portare a trovare un equilibrio per tutto ciò che non funziona nel nostro Paese. L’ulteriore slittamento della riforma tributaria ci vede molto critici. Abbiamo difficoltà a pensare che l’approvazione sia stata ancora una volta rimandata per soli motivi tecnici; il Governo assicura che è così e allora proviamo a crederci, ma la necessità che venga adottata in tempi brevi non è solo uno sfizio del sindacato, bensì una necessità dell’intero Paese. Il concetto è che tutti dobbiamo pagare il giusto, per ridare respiro alle casse dello Stato. Anche perché stiamo andando incontro ad una fase di debito”.

 

Sempre a proposito di equità e di riforma tributaria c’è la partita dei frontalieri, che si gioca sull’asse San Marino – Roma.

 

“Ai frontalieri diciamo che il nostro impegno non è mutato, e che rimane massimo nel tentativo di mantenere alta l’attenzione sui loro problemi. Certo, l’approvazione della riforma tributaria sarebbe un passo avanti importante per cancellare l’ingiusto trattamento sul fronte sammarinese. Il discorso della franchigia è invece un problema di relazioni bilaterali con l’Italia”.

 

Siamo di fronte ad una fase delicata per quello che riguarda la concertazione a San Marino: in ballo ci sono i rinnovi contrattuali da sottoscrivere e la riforma del mercato del lavoro in rampa di lancio.

 

“Per quello che riguarda i rinnovi contrattuali stiamo vivendo una fase di stagnazione che si protrae da lungo tempo. Per la riforma del mercato del lavoro invece, secondo noi, il Decreto approvato l’anno scorso (il cosiddetto Decreto Mussoni, ndr) non può essere utilizzato come trampolino di lancio. Ci sono aspetti di quel Decreto infatti che ci hanno messo in difficoltà: riteniamo che abbia portato ad un aumento della precarizzazione del lavoro, che abbiamo contestato, e che temiamo abbia conseguenze in particolare sul mercato del lavoro dei più giovani. Il nostro auspicio è che si arrivi a contratti dignitosi, che mettano in tranquillità i lavoratori nel superare la crisi. Per quello che concerne la riforma invece, così come tutte le altre che stiamo aspettando, chiediamo che tenga conto della prospettiva piuttosto che del contingente”.

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