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San Marino, rifiuti Urbani e Speciali: qualche definizione

da Redazione

Con il numero 9 di San Marino Fixing, inaugura una rubrica dedicata alla gestione dei rifiuti, a cadenza mensile e a cura di Mirkare Manzi, responsabile tecnico di Beccari srl.

 

Con il numero 9 di San Marino Fixing, inaugura una rubrica dedicata alla gestione dei rifiuti, a cadenza mensile e a cura di Mirkare Manzi, responsabile tecnico di Beccari srl. Un appuntamento prezioso che, partendo dalle definizioni, cercherà di fare chiarezza sull’argomento che, negli ultimi anni, è stato al centro delle attenzioni di aziende e cittadini. La Repubblica di San Marino, uno Stato fatto di attività economiche e commerciali, deve stare al passo con i tempi: in questo senso, l’aggiornamento e la chiarezza sono le chiavi per muoversi e seguire le corrette procedure di gestione. Mirkare Manzi, mese dopo mese, offrirà una serie di spiegazioni-base per poi scendere nei particolari: un vademecum utile sia ai cittadini privati che alle aziende per capire come operare e muoversi nell’universo dei rifiuti. Il primo appuntamento è dedicato alle singole definizioni di rifiuto. Come stabilito dall’articolo 3 del decreto delegato numero 113 del 25 luglio 2011, per rifiuto si intende “qualsiasi sostanza o oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l’intenzione o l’obbligo di disfarsi”. Principalmente i rifiuti possono essere classificati in “Urbani” e “Speciali”. Nel primo caso rientrano tutti i rifiuti che vengono raccolti dall’ente pubblico preposto (a San Marino, l’AASS) generalmente prodotti da utenze domestiche. Per fare chiarezza, in questa categoria rientrano l’umido, le potature, le foglie, i materassi, le lavatrici, i medicinali: tutti prodotti da civili abitazioni. Gli “Urbani”, a loro volta, si suddividono in pericolosi e non pericolosi. La differenza è racchiusa nella possibilità di “arrecare danno all’ambiente e all’uomo”. Quindi sono da considerarsi “pericolosi” gli insetticidi, i detersivi, le batterie alcaline, eccetera. Va comunque considerato che un rifiuto non pericoloso, ad esempio una bottiglia di vetro o di plastica o di metallo che al suo interno conserva (è sufficiente 1% del peso totale), ad esempio un acido, è da considerarsi anch’esso pericoloso.  I rifiuti “Speciali” invece sono definiti tali perché prodotti da un operatore economico, ovvero da unità produttive iscritte all’Ufficio Industria della Repubblica di San Marino e quindi in possesso di un codice operatore economico. Per questa tipologia di rifiuti, la gestione spetta direttamente all’azienda che, attraverso un’adeguata raccolta e differenziazione, provvederà al corretto smaltimento o recupero. Anch’essi poi si dividono in pericolosi e non pericolosi e ovviamente, come per gli “Urbani” la loro pericolosità è costituita dalla possibilità di arrecare danno all’ambiente o all’uomo. Diventa quindi basilare, per chi produce grandi quantità di rifiuti controllare in maniera appropriata questa separazione, ricorrendo in caso di dubbio anche a laboratori specializzati in analisi chimiche. Detto questo però non dobbiamo dimenticare che gran parte degli scarti derivanti da processi di produzione e trasformazione industriali sono sì, rifiuti “Speciali”, in quanto prodotti da imprese, ma molto spesso si tratta di materiali non pericolosi e facilmente riciclabili, come alluminio, carta o vetro. Il prossimo appuntamento, tra un mese, sulle pagine di San Marino Fixing di venerdì 6 aprile, sarà invece dedicato al tema del recupero e dello smaltimento, con un focus panoramico sul significato di discarica.

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