Home FixingFixing Giudizio universale per l’economia: la chiave è la meritocrazia

Giudizio universale per l’economia: la chiave è la meritocrazia

da Redazione

Quello della precarietà è un tema molto gettonato, ne parlano a San Marino e in Italia, in Europa e nel resto del mondo.

 

Quello della precarietà è un tema molto gettonato, ne parlano a San Marino e in Italia, in Europa e nel resto del mondo. Così, a sentirli parlare dall’alto delle loro poltrone, vien quasi voglia di credere che nelle stanze dei bottoni di tutto il mondo abbiano a cuore la situazione dei giovani (e perché no, anche degli eterni giovani, la confraternita di Dorian Gray che per il mondo del lavoro non invecchia mai non avendo mai avuto modo di entrarvi). E tanta è la voglia di far conto sulle dichiarazioni degli ultimi tempi che si dimenticano persino le volte che governanti con un’altra faccia, appartenenti a coalizioni di tutti i colori, avevano già pronunciato le medesime dichiarazioni. Ora è piuttosto difficile pensare che una soluzione verrà trovata, soprattutto se si considera che il problema del precariato è la conseguenza di altri problemi purtroppo mai risolti. Come ad esempio l’affollamento delle facoltà umanistiche che, nonostante continuino a sfornare disoccupati, seguitano a mantenere numeri elevatissimi di iscritti a dispetto di quelle scientifiche in grado, invece, di garantire un lavoro. Un paradosso se si considera poi che da anni stiamo assistendo a un fenomeno chiamato analfabetismo di ritorno. Con dati allarmanti di un esercito di persone che avrebbero difficoltà a leggere addirittura questo articolo. Per non parlare poi dei dati che afferiscono alle vendite dei libri nelle nostre librerie. Dove sono gli amanti della letteratura? Non sarà invece tutta gente che si iscrive alle facoltà umanistiche pensandole più facili di quelle scientifiche, perché tanto una laurea vale l’altra? E una volta laureati si pretende di non andare ad aumentare la schiera dei disoccupati! Dice un vecchio adagio che è meglio aiutarsi da sé piuttosto che attendere che il ciel ci aiuti. Oggi è più difficile se in società, anziché vergognarsi della propria ignoranza, la si ostenta sulla base della convinzione che per fare i soldi non serve la cultura. Parole sacrosante sulla cui validità potevamo scommettere sino all’altro ieri. La crisi economica incombe, popoli interi di emarginati e oppressi si stanno rivoltando, siamo al giudizio universale. La parola chiave è dunque meritocrazia, ci si risparmi il resto della retorica. Fosse qui il giovane Holden, ad ascoltare certi dibattiti, forse si slogherebbe definitivamente quella sua letteraria mandibola.

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