Che si sia giunti o meno nel tempo del post-post moderno (la discussione è tuttora in corso), l’apertura al nuovo nei vari settori non è più rimandabile.
Il mondo del lavoro, ad esempio, deve aprirsi ai giovani, nel frattempo ribattezzati “Millennials”. Si fa ovviamente riferimento alle attitudini digitali dei giovanissimi i quali, grazie agli strumenti di condivisione e collaborazione on line come i social network, potrebbero rivelarsi per il mondo del lavoro forieri di miglioramenti in termini di produttività, efficienza e creatività che le aziende stimano intorno al 67%. Tuttavia permangono forti timori sulle capacità di quegli stessi giovani di conciliare flessibilità e decentramento con sicurezza e privacy, altre doti da non trascurare perché ritenute assolutamente fondamentali. Occorre dunque che il nuovo si guardi anche un po’ indietro e ritrovi quel passato con il quale tutte le grandi rivoluzioni conservano un legame privilegiato. In particolare i giovani sammarinesi prendano spunto dal protagonista dell’unico romanzo che sia mai stato interamente dedicato allo Stato di San Marino, il Trono dei Poveri di Marino Moretti dove così il vecchio professore si rivolge al suo ormai ex studente: “San Marino ha avuto sempre i suoi storici, i suoi umanisti, boni viri scibendi periti, gente modesta, ma laboriosa, ma dotta […] Ricordi quando noi professori si faceva quella cara rivistina di studii e curiosità sammarinesi? S’intitolava San Marino e si può dire che non avessimo abbonati fuori del nostro collegio. Adesso si stampa invece un giornale filatelico internazionale: Saint Marin. Progressi? Progressi”? Frattanto un monito giunge anche dai professori di oggi che invitano i giovani a costruirsi un avvenire sicuro di parole. La comunicazione potrebbe infatti risultare compromessa dalla mancanza di vocaboli che si sta registrando sempre più drammaticamente nel nostro e in altri Paesi. Per esempio, il nostro professore letterario, quello inventato da Moretti, si rivolgeva ai sammarinesi con parole che oggi molti di noi faticherebbero a interpretare. Quanti, ad esempio, conservano memoria dei termini oblatori e oblatrici?