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Cloud computing, nuova frontiera dell’IT

da Redazione

La spesa in questo settore, nel 2013, sarà di circa 660 milioni di euro. I ricavi mondiali dei servizi si aggirano attorno ai 10 miliardi di dollari.

 

di Saverio Mercadante

 

E’ una nuvola che entro tre anni varrà circa 660 milioni di euro. E’ il cloud computing: in tempi crisi per le imprese è una delle soluzioni IT che permette di operare forti risparmi: riduzione delle infrastrutture interne per il funzionamento delle imprese e taglio dei costi. E’ di grande interesse specialmente per le PMI che possono comprare on demand soluzioni e applicazioni evitando di dotarsi di complicate e costose infrastrutture. Il termine cloud computing, letteralmente significa “Elaborazione sulle Nuvole” e sta ad indicare un insieme di tecnologie che permette l’utilizzo di risorse sia hardware che software tramite la connessione ad un server remoto, senza il bisogno quindi di dover avere files o programmi installati sul proprio computer. Un semplice esempio di Cloud: le foto che avete caricato su Facebook. Quelle foto non sono fisicamente sul vostro PC ma potete accedervi in qualsiasi momento e da qualsiasi PC poiché risiedono sui server di Facebook. Questo è una forma di Cloud Computing. Questo sistema permette alle aziende di utilizzare prodotti e servizi, che un tempo risiedevano su pc o server aziendali, in modalità web based. La scelta del cloud computing rappresenta dunque un cambio tecnologico sostanziale che permette alle aziende di accedere a software e servizi che viaggiano esclusivamente via web e che possono essere fruiti rivolgendosi a società esterne. I costi che si sostengono riguardano la locazione, non più, come in passato, l’acquisto di hardware e software che venivano ospitati materialmente presso la propria sede aziendale: i server aziendali, per esempio. Per molti analisti questo nuovo approccio al trattamento dei dati e il loro accesso in remoto è una svolta epocale per l’Information Technology e per il mondo in generale, soprattutto in relazione agli ultimi dispositivi sviluppati dai giganti del settore informatico come i Tablet Pcs, Smartphones e Netbooks. Secondo la ricerca “Cloud Computing Report 2011” stilato dalla Nextvalue, il Cloud Computing è già una realtà affermata in Italia e la spesa aggregata per Cloud Services nel 2010 è stata di circa 280 milioni di euro nel 2010 e si prevede che nel 2013 sarà di circa 660 milioni. Secondo un sondaggio effettuato da NextValue su un campione di 300 medio-grandi imprese italiane il 61% dei rispondenti prevede di adottare questa nuova tecnologia entro i prossimi 12 mesi. Interessante anche notare come gli imprenditori italiani concepiscano il cloud in maniera piuttosto differente rispetto ai loro colleghi europei. Mentre per quest’ultimi, infatti, il modello di riferimento del cloud è per il 55% pubblico, per il 28% privato e per il restante 17% ibrido, per gli italiani è al 51% ibrido, 31% privato e solo 5% pubblico.

 

Principali vantaggi del cloud computing


Secondo l’analisi, il crescente interesse in Italia verso il cloud conferma che è in aumento la consapevolezza dei benefici che può determinare in ambito aziendale ed in un’ottica di business, a tal punto che il 40% del top management delle imprese più grandi ritiene che adottarlo sia un utilizzo tattico, contro un 36% che si dichiara indifferente. Che vantaggi possono derivare per le imprese oggi? Nell’immaginario collettivo il cloud computing è innanzitutto sinonimo di risparmio economico, derivante da una riduzione della spesa IT complessiva. I CIO intervistati segnalano che il cloud permetterebbe il raggiungimento di diversi obiettivi prioritari per chi gestisce un’azienda:

 

1) Infrastruttura “agile”, in grado di adeguarsi all’andamento del business e della domanda, seguendo l’organizzazione ovunque nel mondo. I servizi IT basati su cloud consentono agli utenti di accedere ai propri dati, dovunque essi si trovino, attraverso una connessione internet. Diventa così più semplice supportare una forza lavoro sempre più mobile e favorire la collaborazione fra utenti che si trovano fisicamente in luoghi diversi.

 

2) Risposte rapide alle richieste di business: il cloud consente alle aziende di espandersi facilmente, secondo le esigenze ed i picchi stagionali. In questo modo le aziende sosterrebbero solo i costi dei servizi che effettivamente utilizzano. Eviterebbero spese per l’acquisto di risorse di calcolo necessarie per far fronte ai picchi di attività. Il cloud computing garantisce variazioni on demand della potenza di calcolo e di ottimizzare le risorse in modo automatico.

 

3) Scalabilità e riduzione dei costi IT: il cloud è una soluzione scalabile, che non comporta una pesante esposizione economica legata all’acquisto e alla manutenzione delle infrastrutture IT. I servizi cloud sono disponibili on demand, pagati secondo la logica del pay-per-use. In questo modo si riducono le risorse sprecate e, quindi, la spesa. In caso di ampliamento della capacità di calcolo o di storage è possibile adottare nuovi applicativi senza dover affrontare investimenti onerosi.

 

4) Migliore livello del servizio It in termini di business continuity: il guasto al singolo nodo di un sistema non ha alcun impatto sulla disponibilità del servizio e delle informazioni e di implementazione e manutenzione. Le aziende possono ottenere la propria piattaforma cloud nel giro di poche ore, abbattendo i tempi solitamente richiesti per ordinare, realizzare, installare, configurare e mettere in opera le soluzioni IT tradizionali. E visto che le applicazioni risiedono sui singoli computer aziendali, i costi e i tempi di manutenzione sono decisamente più contenuti.

 

2011: boom mondiale per il cloud computing


I ricavi mondiali dei servizi cloud oggi si aggirano intorno ai 10 miliardi di dollari. Per i prossimi anni si prevede un’ulteriore crescita: entro il 2014 si stima un aumento del +30%. Se le previsioni fossero confermate il mercato potrebbe toccare entro i prossimi anni quota 22,3 miliardi di dollari. Verso il cloud  si stanno muovendo importanti società leader del mercato IT, come Imb, Google Sun, Oracle, Microsoft. L’obiettivo per loro è soprattutto quello di convincere i manager delle grandi imprese a seguirli su questa strada. Non mancano i casi di grandi aziende che stanno investendo in cloud: la giapponese Toyota, ad esempio, ha investito ben 12 milioni di dollari, per mettere a punto un’infrastruttura cloud nelle proprie autovetture, basata sulla piattaforma di cloud computing Windows Azure di Microsoft, per offrire nuove funzioni di controllo, diagnostica e manutenzione da remoto.

 

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