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Hearth Overshoot Day, la Terra in rosso tragico

da Redazione

Dal 27 settembre ha ‘bruciato’ già tutte le risorse naturali: nei prossimi 3 mesi deficit ecologico. Se consumassimo come gli americani o gli europei, occorrerebbero tre pianeti.

 

 

di Saverio Mercadante

 

Non è più solo una questione di debiti sovrani. Qui è qualcosa di più, molto di più. La Terra è in debito con se stessa. Il Pianeta ha consumato tutto quello che c’era consumare. Siamo al giorno in cui si è passato il limite. Siamo al the Earth Overshoot Day. Quest’anno è stato il 27 settembre secondo i dati Global Footprint Network, la data in cui la nostra Terra, come in un conto bancario, ha iniziato ad andare in rosso. Questa organizzazione calcola la bio capacità globale e la confronta con l’impronta ecologica, cioè con la quantità di risorse e di servizi richiesta dalla specie umana. L’analisi viene costruita su quattro differenti simulazioni che considerano la produttività delle diverse tipologie di riserve naturali (dal mare alle foreste passando per i terreni agricoli), partendo dai dati forniti da agenzie internazionali come la Fao o dalle rilevazioni satellitari della Nasa. Il Global Footprint Network (GFN) dunque tiene conto del fabbisogno umano di risorse naturali (fornire cibo, produrre materie prime, assorbire CO2) rispetto alla capacità della natura  stessa di rigenerare queste risorse e assorbire i rifiuti. I calcoli del GFN dimostrano che in circa nove mesi il fabbisogno di risorse dell’umanità ha sorpassato il livello che il pianeta è in grado di fornire in modo sostenibile per questo anno. Nei prossimi tre mesi la terra andrà in deficit ecologico esaurendo le riserve naturali e accumulando CO2 nell’atmosfera. “Dalla crescita rapida dei prezzi del cibo agli esplosivi effetti del cambiamento climatico, le nostre economie stanno iniziando a confrontarsi con la realtà di anni di consumi al di sopra delle possibilità” ha detto il presidente di GFN Mathis Wackernagel. “Se vogliamo mantenere società stabili e vite dignitose, non possiamo continuare a far allargare il divario tra ciò che la natura è capace di fornire e ciò che le nostre infrastrutture, economie e stili di vita richiedono”. I calcoli preliminari del 2011 del Global Footprint Network mostrano che stiamo usando le risorse ad un tasso che richiederebbe tra 1,2 e 1,5 pianeti per restare in un ambito sostenibile. Lo studio indica la necessità di due pianeti ben prima della metà del secolo. Questo anno, l’Earth Overshoot Day arriva mentre le Nazioni Unite sta prevedendo che la popolazione umana raggiunga i 7 miliardi verso la fine ottobre. Oggi si estraggono e si utilizzano circa 60 miliardi di tonnellate di materie prime l’anno: è il 50% in più rispetto a 30 anni fa. E’ come metter in circolazione ogni anno 40 miliardi di automobili che per essere parcheggiate richiederebbero uno spazio delle dimensioni di Italia e Austria messe insieme. Ogni essere umano utilizza in media oltre 8 tonnellate di risorse naturali l’anno, 22 chili al giorno. Se si includono i materiali di estrazione inutilizzati, il conto sale a 40 chili pro capite al giorno. Agli inizi degli anni Sessanta, in 12 mesi consumavamo tra il 60 e l’80% delle risorse che la Terra era in grado di assicurarci per un anno, mentre il 100% lo abbiamo già superato una decina d’anni dopo. Nel 2011 ne consumeremo il 135%. Dal 2001 ad oggi, il giorno dell’overshoot è arrivato sempre prima, in media di 72 ore: l’anno scorso, ad esempio, era il primo ottobre. Le variazioni climatiche originate anche dalle attività umane sembrano anticipare i quadri apocalittici dei climatologi e scienziati negli anni ‘80. Sedici isole degli oceani Pacifico e Indiano sono scomparse definitivamente sott’acqua, il permafrost della Siberia e dell’Alaska è in fase di scioglimento con un anticipo previsto dagli scienziati di 30 anni, in Africa il lago Ciad è ormai prosciugato, principalmente per la mancanza di precipitazioni, ma anche per i consumi incontrollati e lo sfruttamento intensivo dei pascoli limitrofi. Il lago Aral sta scomparendo. Ovunque si assiste ad uno squilibrio climatico accentuato: o piove troppo o non piove più da anni. Sono iniziati i grandi movimenti migratori di popolazioni che non riescono più a sopravvivere sul loro territorio e si spostano in zone più fertili ed adatte alla vita umana. Nonostante l’evidenza dei fatti l’uomo continua indisturbato ad aggredire l’ambiente naturale, ad avvelenare l’atmosfera, a sfruttare selvaggiamente i terreni per scopi agricoli senza permettere più i normali cicli riproduttivi, ed ancora continua a distruggere le ultime foreste e a spopolare i mari dei pesci. Se tutti gli abitanti del Pianeta avessero uno stile di vita come gli americani e gli europei, occorrerebbero le risorse di tre pianeti. Se la Terra fosse abitata da soli canadesi bisognerebbe moltiplicarla per 3,2, per 2,1 se britannici, per 2 se tedeschi. Gli italiani sono indietro in questa classifica ma, per estendere le nostre abitudini a tutto il globo, occorrerebbero sempre e comunque almeno 2 “Terre”. Il primo problema, sempre più drammatico per l’umanità, è l’acqua. Ma, quel che è peggio, circa tre miliardi di persone potrebbero essere coinvolti in guerre per il controllo e lo sfruttamento delle risorse di acqua dolce. Regioni della Terra già in tensione per questa esigenza primaria sono quelle attraversate dai fiumi Tigri ed Eufrate, la parte terminale del bacino del Gange in India, il comprensorio del fiume Giordano e quello del Colorado, tra Usa e Messico.

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