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Diario della crisi del 15 luglio 2011

da Redazione

BankOfAmerica

 

Un ulteriore deterioramento del mercato dei bond italiani potrebbe minacciare la ripresa economica globale e portare a scenari difficilmente prevedibili per i mercati finanziari. È l’ultimo avviso/allarme lanciato da Bank of America Merrill Lynch.

BankOfAmerica

 

 

 

di Saverio Mercadante

 

 

“La Banca Centrale Europea interverrà sul mercato con qualsiasi mezzo sia necessario per permettere al Tesoro di Roma di mandare in porto l’asta bond di domani”. La crisi dell’Italia sembra certificata definitivamente da questo breve trafiletto apparso sulle agenzie mercoledì mattina mentre andavamo in stampa. Dopo un lunedì e un martedì sull’orlo del baratro, l’Italia sembra in qualche modo pare recuperare sui mercati una parvenza di credibilità. Nella giornata di martedì il Ftse Mib è riuscito a salire di oltre l’1%, confermandosi la piazza migliore dell’Europa. Ma in pochi giorni l’indice è crollato del 15% del suo valore e, martedì mattina prima di annullare progressivamente le perdite, è arrivato a cedere fino al 4,7%. Lo ‘spread’ decennale btp/bund ha sfondato lunedì i 300 punti, mai toccati negli anni dell’euro (livelli così alti si erano segnati nel settembre 1996). Il Fondo monetario però apprezza la manovra che dovrebbe essere approvata entro la fine della settimana all’insegna di un’intesa bipartisan. Tremonti pare che lasci dopo la sua approvazione e già si fa il nome di Mario Monti. Ma il terrore contagio fa tremare ancora l’Europa. Un ulteriore deterioramento del mercato dei bond italiani potrebbe minacciare la ripresa economica globale e portare a scenari difficilmente prevedibili per i mercati finanziari. È l’ultimo avviso/allarme lanciato da Bank of America Merrill Lynch. “Essendo il terzo più grande mercato dei bond al mondo, dopo Giappone e Stati Uniti, l’Italia potrebbe portare a un evento sistemico. L’aumento delle pressioni sul finanziamento, e possibilmente il verificarsi di una crisi del debito sovrano, avrebbe delle ripercussioni, a nostro avviso, che si estenderanno ben oltre l’Eurozona”, dice la nota degli analisti. Intanto Moody’s ha tagliato il rating sui titoli di Stato di un gradino a BA1, ovvero al livello di “junk”, come dire “spazzatura”.

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