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ECSO: l’industria resta il principale settore economico. Si crei l’ISMA

da Redazione

E.C.S.O.: Industria e Ambrosetti.

SAN MARINO – Pensare di tenere in piedi il Paese senza il mantenimento e lo sviluppo di un comparto industriale funzionale ed efficiente è pura utopia. L’industria resta infatti, nonostante la crisi e la black list, il principale settore economico del Paese con oltre il 33% di concorrenza al PIL sebbene nel 2009 abbia registrato una perdita di 90 milioni di euro. Le istituzioni debbono adoperarsi in primo luogo a creare le basi per attrarre nuove imprese e su questo crediamo che i passi da compiere siano ancora tanti, anche se molto è stato fatto.

ISMA (Invest in San Marino Agency): si tratta dell’idea già proposta dal piano McKinsey & Ambrosetti del 2009, peraltro sperimentata con successo in Svezia, un’agenzia che si occupi della ricerca e dell’attrazione di investitori esteri disposti ad aprire aziende in Repubblica beneficiando della minor pressione fiscale e del minor costo del lavoro rispetto al circondario. L’agenzia in particolare si dovrebbe occupare di studiare il tessuto economico nazionale individuando eventuali “vuoti merceologici” che renderebbero più facile l’insediamento di capitali esteri per la mancanza di concorrenza, quindi partecipare a fiere internazionali per censire i potenziali investitori e non ultimo seguire tali investitori da un punto di vista burocratico e legislativo nell’insediamento a San Marino. Allo Stato invece si chiede una collaborazione in tema di sgravi fiscali per tali investimenti (es. sospensione o dilazione di pagamento delle imposte societarie) ed un iter più snello e per nulla ostativo nella concessione delle residenze agli imprenditori disposti ad aprire attività rilevanti per fatturato e posti di lavoro sul Titano.

In quest’ottica una potenziale via di sviluppo potrebbe esser rappresentata dal canale delle esportazioni, specialmente per le aziende italiane. Come ben sappiamo infatti San Marino rientra nella black list italiana ma non in quella di tantissimi altri Stati anche europei pertanto un’azienda italiana dedita all’export (e sono tante in Italia) potrebbe trovare conveniente trasferire sul Titano “stabile organizzazione” come richiesto dalle norme anti estero vestizione oppure filiali operative dalle quali gestire la logistica finalizzata all’esportazione beneficiando del differente regime fiscale e risultando assolutamente in regola con la normativa italiana.

Sandra Santi

c.s.

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