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SuperMario scala il monte della Banca Centrale Europea

da Redazione

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Il giorno e la notte. Non c’è niente di più lontano di Mario Draghi e di Dominique Strauss – Kahn. Tanto l’italiano è algido e controllato, tanto l’altro è stato un istrione womanalcholic.

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di Saverio Mercadante

 

Il giorno e la notte. Non c’è niente di più lontano di Mario Draghi e di Dominique Strauss – Kahn. Tanto l’italiano è algido e controllato, tanto l’altro è stato un istrione womanalcholic. Un nuovo giorno è sorto per il governatore della Banca d’Italia quando i 27 ministri delle Finanze dell’UE all’inizio della settimana hanno accettato la sua designazione alla presidenza della Banca centrale europea. La nomina ufficiale spetterà ai capi di Stato e di governo il prossimo 24 giugno, sentiti i pareri del Parlamento europeo e del Consiglio direttivo della stessa Bce. Nessun commento dal ministro dell’economia Giulio Tremonti. Ma la Francia che deve recuperare spazio e prestigio in Europa e nel mondo dopo il disastro causato dal direttore del Fondo Monetario, mette subito i bastoni tra le ruote ai cugini. Troppi due italiani ai vertici della Banca Centrale Europea. Lo ha detto il ministro delle Finanze, Christine Lagarde. “E’ logico che uno dei due italiani nel board della Bce, evidentemente non il presidente appena designato, lasci elegantemente”. Ma Lorenzo Bini Smaghi, l’altro italiano, pare intenzionato a non lasciare prima della scadenza dell’incarico nel 2013. La strada per raggiungere l’ambita poltrona di “degno successore” di Jean-Claude Trichet alla guida della Banca Centrale Europea, è stata lunga, molto lunga. Soprattutto la Germania, ritrovata locomotiva d’Europa, aveva fatto fortissime pressioni per piazzare il presidente della Bundesbank Axel Weber che aveva fortemente criticato la politica della BCE nella gestione della crisi di Grecia e Portogallo. E poi, un governatore centrale europeo proveniente da un Paese come l’Italia con un alto debito pubblico, per Berlino era un grande problema. Ora l’inversione di rotta della stampa specializzata tedesca appare piuttosto sorprendente. Forse perché lo considerano un italiano anomalo che ha preso il dottorato negli Stati Uniti e lì ha lavorato a lungo. Thomas Mayer economista capo della Deutsche Bank, in una intervista ha dichiarato: “La sua nomina avrà conseguenze positive anche sulla cultura della stabilità in Europa. Draghi è un candidato eccellente, un rinomato banchiere centrale ricco di esperienza internazionale. Come presidente del Financial Stability Board, che ha elaborato le regole del nuovo mercato finanziario globale, conosce come pochi la natura del sistema bancario internazionale. Anche il Wall street Journal lo ha accreditato con molta convinzione. Per la successione a Trichet l’Europa “non si può permettere un passaggio di consegne complicato o un candidato di secondo piano”. Mario Draghi “è al vertice sotto tutti i punti di vista”. Ma gira anche un’altra ipotesi in relazione alla fermezza tedesca sui conti europei. I retroscena parlano di un via libera a Super Mario di Angela Merkel solo dopo aver ottenuto dalla Francia il sostegno per una maggiore disciplina fiscale nell’Eurozona. L’insediamento avverrà a novembre sperando che in questi mesi stabilità dell’eurozona e debiti sovrani, in particolare, non esplodano. Il vero lato debole di Trichet nell’ultimo anno è stata la scelta di portare la Banca centrale sempre più dentro l’affaire dei salvataggi nazionali. Non esiste un mandato per legge o trattato per la BCE, in questo senso. La Banca è attualmente proprietaria di 77 miliardi di euro dei peggiori e più rischiosi titoli di stato che si possano trovare sul mercato. E creditrice delle banche irlandesi per ulteriori 100 miliardi. L’altro problema che Draghi si troverà ad affrontare sarà l’inflazione. La Bce pare intenzionata verso nuovi aumenti dei tassi di interesse. Decisione che in Germania è molto apprezzata. Ancora Mayer l’economista della Deutsche Bank, su questa fase difficile per la moneta europea: “Il recente aumento dei tassi operato da Trichet è stato un forte segnale di indipendenza, giacché ci vuol coraggio ad alzare i tassi nell’attuale fragile contesto. Il messaggio è stato univoco: noi europei prendiamo sul serio i nostri obiettivi di contenimento dell’inflazione. È la direzione giusta e anche Draghi, nelle sue dichiarazioni, non manca di sottolinearlo continuamente”. La crescita dell’Eurozona, sulla spinta di Francia e Germania, ha superato le attese. Ma la crescita in Spagna, Italia e Grecia è crollata ai minimi termini. L’economia del Portogallo si sta riducendo, la politica di austerità mangia investimenti e spese. Per quanto riguarda la crisi del debito, Draghi ha detto, commenta il WSI, che “l’inadeguata applicazione dei massimali di disavanzo e di altre politiche economiche nazionali – non la moneta comune in sé – sono la causa immediata delle crisi. Questo è un buon inizio”. Dopo Spinelli, De Gasperi, Prodi, Monti, Padoa Schioppa, ed ora Draghi, l’Italia porta in Europa un’altra personalità di grande valore.

 

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