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Trattenere il respiro per fermare la realtà 

da Redazione

L’Associazione Sammarinese Foto Amatori compie 30 anni: la parole del Presidente Albano Sgarbi: “L’Associazione è aperta a tutti coloro che desiderano approfondire”. L’ASFA, che oggi conta circa 55 soci, è affiliata ufficialmente alla FIAP dal lontano 1981.

di Alessandro Carli

 

Fotografare è trattenere il respiro quando le nostre facoltà convergono per captare la realtà fugace. A questo punto l’immagine catturata diviene una grande gioia fisica e intellettuale” disse Henri Cartier-Bresson. Una filosofia che ha trovato una declinazione appassionata anche sul Titano: da 30 anni infatti l’Associazione Sammarinese Foto Amatori racconta – nel breve attimo di uno scatto – lo scorrere del tempo del Monte, fermando gli attimi più significativi e curiosi. Un evento che è stato ‘fermato’ sulle pagine di un libro. L’Asfa è nata nel 1980, quando un gruppo di amici, accomunati dalla passione per la fotografia, decise di dare maggior consistenza e valore a quello che si presentava come un semplice e diffuso interesse artistico. “Dal 1981 – racconta il Presidente Albano Sgarbi – siamo affiliati ufficialmente alla FIAP (Fédération International de l’Art Photographique), l’organizzazione fotografica mondiale che oggi conta ben 82 Paesi associati. Partecipa ai convegni internazionali facendosi ambasciatrice della cultura del nostro Paese e delle idee dell’Associazione, nella consapevolezza che il dialogo e il confronto con altre realtà possa contribuire a un processo di crescita collettiva”. Nello scorrere del tempo, il gruppo dei soci fondatori si è arricchito: accanto ai membri veterani si sono inseriti giovani dotati di notevole sensibilità artistica, che con il loro entusiasmo e la loro voglia di fare, unitamente a una forte disponibilità e a specifiche competenze informatiche, hanno svolto un ruolo propulsivo nella progettazione di varie iniziative, contribuendo alla crescita e al rinnovamento dell’intera Associazione. “Ad oggi – prosegue – gli associati sono circa 55. Il nucleo più corposo è composta da uomini, ma in Asfa ci sono anche alcune donne. Quasi tutti scattano in digitale, anche se 3 o 4 persone continuano a lavorare con l’analogico. Io uso sia la pellicola che il digitale: nell’ultimo viaggio che ho effettuato in Vietnam ho portato con me i rullini, mentre in Birmania ho scelto il digitale. Oggi scatto con una Sony, anche se ho iniziato con una Nikon”. Nel 1981, la svolta. “Fausta Morganti organizzò una bella manifestazione: si intitolava ‘Estate 2’, e durava una settimana intera. Accadde che presi la congiuntivite, e quindi non ero in grado di mettere a fuoco. Era appena uscita la prima Minolta autofocus, la 7.000, con un obiettivo unico, il 70-210. Andai a Firenze alla Minolta, e conobbi Gianfranco Ceccherini, che mi disse: ‘Te la presto, la usi una settimana e poi ce la riporti’. Mi trovai molto bene. Ancora oggi ho tutte le ottiche che avevo preso per la 7.000. La Sony monta le ottiche Minolta, e quindi sono compatibili per le mie due full frame”. E oggi, cosa pensa Sgarbi dei nuovi fotografi? “L’80% lavora in automatico e non ha le conoscenze tecniche per utilizzare al meglio le varie possibilità, d’impiego della macchina fotografica. L’Asfa è aperta a tutti coloro che desiderano approfondire”.

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