Dall’assemblea generale – che si è svolta mercoledì scorso al Kursaal – le ricette dell’Associazione Nazionale dell’Industria Sammarinese per superare questa crisi epocale. L’appello del Presidente dell’ANIS Paolo Rondelli: “Imprenditori, non lasciate il Titano”.
di Loris Pironi
Riflettori puntati, mercoledì pomeriggio, sul Kursaal di San Marino, dove gli industriali dell’ANIS si sono riuniti per fare il punto della situazione all’apice di uno degli anni più difficili della storia di San Marino. Un momento estremamente delicato che il Presidente Paolo Rondelli ha sintetizzato in un discorso a trecentosessanta gradi, che nelle righe qui sotto cercheremo di riassumere, suddividendolo in macro-aree. Ma prima una breve premessa, giusto per ricordare che l’Assemblea Generale dell’Associazione Nazionale dell’Industria Sammarinese è stata l’occasione per celebrare i 65 anni di attività dell’associazione, nata subito dopo la guerra, il 18 novembre del 1945. Prima di entrare nel dettaglio della posizione dell’Associazione degli Industriali sui singoli temi, una rapida battute scambiata con il Presidente Rondelli “a caldo”, poco prima di andare in macchina. “C’è una sola cosa che noi imprenditori possiamo fare: rimboccarci le maniche e andare avanti. Dobbiamo lottare, per le nostre imprese, per i nostri collaboratori, per portare un contributo al Paese. E il discorso vale per tutti, perché non dobbiamo dimenticarci mai che San Marino ha dato tanto in questi anni a chi ha investito qui e che tanto ancora potrà dare in futuro, di questo ne sono certo. Andarsene adesso, rinnegando tutto, sarebbe una scelta ingiusta e ingenerosa”.
Prese di posizione
“Per affrontare una situazione straordinaria era necessario un impegno straordinario” ha detto il Presidente Rondelli nel suo discorso all’Assemblea. Che dopo il ringraziamento d’obbligo al Consiglio direttivo si è rivolto a politica e sindacato: “Abbiamo assunto posizioni dure. Da soli. Contro tutti. Ci siamo rifiutati di seguirvi quando ci avete proposto vecchie politiche e relazioni svilite dall’inganno e dalle battaglie per il potere, rivolte al solito obiettivo di accontentare gli elettori e i vostri iscritti”. E se talvolta l’ANIS è stata accusata di aver invaso la sfera di azione della politica, Rondelli respinge tutte le accuse: “Non era certo questa la nostra intenzione. Abbiamo agito così perché era necessario rompere gli schemi”.
Rapporti con l’Italia
“I rapporti con l’Italia ci appaiono fuori dalla storia delle nazioni democratiche. Tanto più se si considerano le relazioni di amicizia e buon vicinato che da sempre ci uniscono. E’ un nodo fondamentale da sciogliere, ma attenti a non commettere l’errore di credere che questa sia la soluzione di tutti i nostri grandi problemi”.
Le questioni aperte
“I nodi della crescita economica e dell’efficienza – in particolare della pubblica amministrazione – restano tuttora irrisolti. Serve una riforma vera della macchina pubblica, che metta al centro le imprese e i cittadini, non chi ci lavora. E’ urgente il completamento della riforma delle pensioni avviata nel 2005”. Sull’ISS: “La qualità dei servizi ospedalieri è di buon livello, ma è lecito pretendere di più”. Come? Con “una gestione improntata su criteri ancora più vicini a quelli imprenditoriali”. E ancora, “occorre eliminare la mediazione della politica”, così com’é urgente “dare vita ad un concreto ‘pacchetto competitività’, perché nessun sistema regge nel tempo con retribuzioni più alte, orari rigidi e ridotti rispetto alla concorrenza”.
I numeri della crisi
“Dopo anni di crescita sostenuta, nel 2009 per il nostro Prodotto Interno Lordo si è verificato un vero e proprio tracollo di 12,5 punti percentuali. Siamo tornati, in un anno appena, indietro ai valori del 2005”. E se il comparto manifatturiero continua a trainare l’economia sammarinese, (33,3% del PIL), persiste il massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali continuando il trend negativo iniziato nel 2009.
Le riforme istituzionali
Il punto di partenza di tutto deve essere la stabilità politica. Ma il Governo, secondo l’ANIS, non può perdersi nella gestione quotidiana dell’amministrazione pubblica. Alla quale va assicurata l’indispensabile autonomia, nelle singole responsabilità e negli obiettivi da raggiungere”. L’inefficienza, poi, rallenta ed intralcia l’economia. “Sarà l’emergenza – ha detto ancora Rondelli – ma molti provvedimenti di legge, recentemente, sono risultati incompleti se non addirittura tecnicamente sbagliati. Le promesse del Governo nella direzione della semplificazione sono state totalmente disattese”.
Bilancio dello Stato
Secondo le previsioni ANIS, il deficit del Bilancio dello Stato nei prossimi anni arriverà a toccare quota 100 milioni annui. E se la “manovrina” estiva aveva suscitato perplessità, anche la bozza della Legge Finanziaria, presentata in questi giorni, così com’è pare insufficiente. Per ANIS dunque servono “opportune integrazioni e interventi più incisivi e rigorosi”. Due sono i presupposti essenziali affinché oggi la politica possa chiedere sacrifici ai cittadini e alle imprese: “Da un lato la riforma fiscale, che porti ad una seria e oggettiva valutazione dei redditi, per chiedere giusti sacrifici a tutti, dall’altro un’indicazione precisa degli obiettivi che si vogliono perseguire, per rendere la Legge di Bilancio maggiormente condivisibile”.
Pubblica Amministrazione
“Contro gli sprechi deve essere intrapresa una lotta senza quartiere. Ma è evidente che è il numero, decisamente troppo elevato, degli occupati nel pubblico impiego a incidere maggiormente sulla spesa corrente. Noi temiamo che non sia sufficiente una politica di riduzione graduale del numero degli occupati, prolungata nel tempo, che si limiti a non sostituire i pensionamenti”.
Imprenditori e politica
“Sono evidenti a tutti le responsabilità della politica su quanto è stato fatto e, soprattutto, su ciò che non è stato fatto”. Soprattutto, non c’è stata una vera volontà di andare ad agire per cambiare comportamenti, regole ed etica”. Ma la responsabilità è anche dei cittadini sammarinesi. Ecco allora che arriva la proposta più significativa e (forse) provocatoria: “È giunto il momento di assumerci maggiormente, uno ad uno, la responsabilità del nostro Paese. Anche dentro i partiti. Diamo il nostro contributo diretto nei centri democratici della gestione della Cosa Pubblica”.
Relazioni industriali
Nel discorso di Rondelli non sono certo mancate le stoccate al sindacato, che ha palesato una “sempre minore disponibilità a ragionare, a mente aperta, sui temi legati allo sviluppo dell’economia”. “I diritti acquisiti non dovrebbero essere intoccabili quando bloccano lo sviluppo e diventano un pesante fardello sulle spalle delle giovani generazioni”. “Il mantenimento del potere di acquisto dei salari reali va ricercato nella maggiore capacità produttiva delle aziende e nella maggiore competitività del Sistema Paese nel contesto internazionale”. Esiste poi la questione di fondo delle regole nelle relazioni industriali, il concetto – che Fixing ha trattato più volte – della rappresentatività. “Il principio dell’Erga Omnes, così com’è definito dalla Legge del 1961, non risponde più al mutato scenario delle relazioni sindacali”. E allora la visione dell’ANIS è quella della “partecipazione di tutti i sindacati, piccoli o grandi che siano, ma le decisioni vanno assunte sulla base di un inderogabile principio democratico di rappresentatività”. Sul contratto Industria, scaduto nel 2008, ANIS ha ricordato di aver riconosciuto un aumento retributivo ai lavoratori dell’Industria pari all’inflazione. “Ma oggi stiamo peggio di un anno fa e le prospettive sono davvero preoccupanti, e non è più possibile arroccarsi in difesa di privilegi indifendibili o rinunciare a diversi fattori di competitività”. L’appello quindi è ad agire con senso di responsabilità, rilanciando l’invito “a condividere un nuovo grande progetto”.
Cammino verso l’Europa
“Per non fare passi indietro rispetto alla situazione attuale, la soluzione tecnica esaminata è quella di sommare l’attuale Accordo di Cooperazione all’ipotesi di adesione allo SEE – EFTA. Ma per le imprese, anche così, non si aprono certamente nuove reali prospettive di sviluppo”. “ANIS non è contraria alla piena adesione alla UE ma che questa va certamente ponderata in tutti i suoi risvolti perché rappresenta una scelta irreversibile”. L’eventuale adesione dovrebbe comunque avvenire “convenendo su una serie di deroghe alle libertà comunitarie proprio per mantenere la nostra identità e le prerogative di Stato nazionale”.