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Vendite, le imprese hanno perso il 18%

da Redazione

Aspettando di conoscere gli esiti del decreto legge “Disposizioni urgenti per il censimento delle risultanze fiscali 2009” (a proposito, il termine di consegna dei dati scade proprio oggi, e c’è una multa di 250 euro per gli inadempienti), San Marino Fixing oggi in edicola fornisce un dato indicativo che può aiutare a farsi un’idea di come sia andato il 2009 per le imprese sammarinesi. Un’analisi dell’ANIS tra i propri associati indica che le vendite nel 2009 sono calate del 18% rispetto al 2008. E anche i dati del primo trimestre 2010 non sono esaltanti: oltre l’85% degli intervistati indica ordini totali e produzione in diminuzione o stazionaria.

Un calo delle vendite di circa un quinto per le imprese sammarinesi nel 2009. E anche il 2010 si sta prefigurando come un’annata decisamente poco rosea. I dati forniti dall’ufficio statistica dell’Associazione Nazionale dell’Industria Sammarinese parlano chiaro: la rilevazione dell’andamento delle vendite in riferimento all’esercizio 2009, a confronto con quello dell’anno precedente, indica una contrazione del 18%, più precisamente del 18,01% rispetto al 2008.
Sono stati presi in esame i dati forniti da oltre 90 imprese sammarinesi, comprese praticamente tutte quelle più importanti: un campione dunque decisamente consistente ed attendibile. Il risultato che ne consegue è la fotografia di un settore economico che lotta per non perdere terreno, ma che deve affrontare difficoltà su più piani: i freddi numeri questo non possono dirlo, ma il quadro ormai è ben delineato, tra la crisi internazionale, le difficili relazioni con l’Italia, gli attacchi mediatici e gli atavici problemi sammarinesi, finora mai affrontati e dunque mai risolti.
Il -18.01%, lo diciamo per dovere di statistica, è relativo non a tutte le imprese prese in esame, ma a quelle i cui dati sono confrontabili nei due anni di riferimento: anche così si tratta di un campione importante, composto da 66 aziende.

 

ANALISI TRIMESTRALE: GENNAIO-MARZO 2010

Altra indagine statistica effettuata dall’ANIS, è quella trimestrale: i dati forniti sono quelli relativi al primo trimestre 2010, e anche qui sono dolori. Qui le aziende prese che hanno risposto ai questionari dell’Associazione degli Industriali sono circa una quarantina e le informazioni sono più complesse ed articolate.
Gli intervistati si sono trovati divisi praticamente a metà sul giudizio sulla consistenza del portafoglio ordini per il mese di gennaio 2010: un 45,7% lo giudica sufficiente, il 42,9% insufficiente. Ma c’è anche chi ritiene buono il giudizio: si tratta di appena 4 aziende (l’11,4%), ma le notizie sono così rare che si registrano sempre volentieri.
Passiamo ora alle previsioni per il trimestre gennaio-marzo 2010. Per quello che attiene la produzione sono più ombre che luci: il 59% indica stazionarietà, il 23% diminuzione e il 5,1 forte diminuzione; solo il 12% parla di produzione in aumento. Gli ordini totali vedono anche qui prevalere abbondantemente il bicchiere mezzo pieno: forte diminuzione per il 9,3%, diminuzione per il 25,6%, stazionarietà per il 51,2%. L’11,6% parla invece di aumento di ordini e il 2,33% va in controtendenza e prevede addirittura un forte aumento. Tra ordini totali e produzione, dunque, il bicchiere è mezzo vuoto per più dell’85% degli intervistati.
Capitolo occupazione. Qui arriva la nota positiva, con l’80% delle aziende intervistate che ha parlato di stazionarietà: il 5% prevede addirittura di aumentare il proprio personale dipendente, il 15% invece ipotizza riduzioni (12,5% diminuzione, 2,5% forte diminuzione). Il ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni è ritenuto probabile e consistente per il 18% delle aziende campione e probabile e limitato per un altro 33,3%; il 23,1% lo ritiene poco probabile, il 25,6% lo esclude a priori. Anche le riduzioni di personale sono escluse dal 40% delle imprese e ritenute un’opzione poco probabile per un altro 40%, il 17,5% le prevede probabili ma limitate, appena il 2,50% parla di riduzioni di personale probabili e consistenti.
Per gli imprenditori, gli investimenti sono una chiave di lettura essenziale: quando non si investe non ci si proietta nel futuro, ma quando la situazione del mercato è asfissiante (come nell’ultimo anno e mezzo) è difficile anche programmare investimenti. L’ultima parte del questionario ANIS esamina proprio la situazione di questo capitolo. L’indagine chiede se sono stati effettuati investimenti nell’ultimo anno, ed eventualmente in quali settori. Il 18,5% ha puntato su ricerca e innovazione, l’11,1% su nuove linee di produzione, il 13% su informatica di gestione, il 7,4% su informatica di produzione, il 5,6% su nuovi immobili o ampliamento, il 13% su ristrutturazione o riconversione di linee di produzione; il 9,2% ricade nella casistica “altro” mentre il 22,2% ha risposto di non aver effettuato alcun investimento. Alla domanda quali sono stati gli ostacoli alla realizzazione degli investimenti, oltre la metà delle risposte sono legate all’attesa di un insufficiente livello di domanda; il 13,6% ha parlato di difficoltà nel reperire risorse umane, il 9,1% di difficoltà amministrative e burocratiche, il 4,5% di difficoltà nel reperire terreni e immobili, di inadeguatezza dei servizi disponibili alle imprese, e infine di investimenti molto elevati effettuati nell’anno precedente.

 

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