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Nato senza parole, ora veste Carducci

da Redazione

La strana e bella storia dell’inno nazionale della Repubblica di San Marino. Stefano Gatta: “Giuseppe Verdi indicò l’autore, Federico Consolo”.

“In occasione del debutto dell’Aroldo al Teatro Galli, Giuseppe Verdi, nel 1859, visitò la Repubblica, dove fu insignito della cittadinanza onoraria sammarinese. Le autorità chiesero al Maestro di Busseto di scrivere l’Inno nazionale, che dapprima accettò l’impegno poi in seguito con gentilezza declinò l’invito”. Stefano Gatta, direttore della Banda Militare della Repubblica di San Marino ripercorre i passaggi storici che portarono alla nascita dell’attuale inno nazionale sammarinese, piuttosto misconosciuto dai cittadini del Titano. “Verdi, però segnalò un musicista di sua fiducia che già aveva suonato in esecuzione verdiane, un anconetano che aveva studiato con Franz Listz, Federico Consolo. Il tempo passò e l’incarico venne dato, e l’inno ebbe la sua prima esecuzione ufficiale per l’inaugurazione del nuovo Palazzo Pubblico nel 1894, presente Giosuè Carducci. Fu la nostra banda musicale ad eseguirlo”. Consolo utilizza un inno religioso medievale, tratto da un breviario monastico che si trova a Firenze nella Biblioteca Medicea laurenziana, armonizzandolo, creando delle parti di supporto di armonia. “Il violinista anconetano – continua – non pensò a creare delle parole, essendo ‘solo’ un musicista, non un poeta, un letterato. E da parte delle autorità sammarinesi non ci fu una richiesta in questo senso. Il problema probabilmente fu la difficoltà di decidere a chi dare l’incarico di scrivere il testo. Per un secolo venne eseguitocosì”. “Solo alla fine degli anni ‘70 il Maestro Cesare Franchini Tassini pose il problema del testo dell’inno nazionale. E andò a ripescare nell’orazione di Giosuè Carducci pronunciata in occasione dell’inaugurazione di Palazzo Pubblico nel 1894, la chiusura, alcuni piccoli versi finali”. I quali poi Tassini utilizzò adattandoli anche metricamente alla melodia dell’inno nazionale: “Oh antica Repubblica onore a te virtuosa onore a te generosa fidente, virtuosa. Oh Repubblica onore e vivi eterna con la vita e gloria d’Italia. Oh Repubblica onore a te”. Prima dell’inno di Consolo esistevano alcune composizioni che avevano una funziona suppletiva dell’inno nazionale: quella del maestro Ulisse Balsimelli, una marcia militare, e prima ancora un inno patrio di Luigi Para. Ma il vero inno ufficiale dello stato sammarinese approvato con decreto reggenziale dal Consiglio Principe e Sovrano, è quello di Federico Consolo. L’inno nelle cerimonie ufficiali viene eseguito in versione strumentale integrale, circa tre minuti e mezzo, o in una più breve, a seconda delle occasioni. Nelle esecuzioni concertistiche all’interno delle quali interviene l’Orchestra e la Corale viene utilizzato il testo. “E’ un inno con una sua dignità musicale, forse il solo limite è proprio la sua origine medievale. Manca un po’ di quella caratteristica patriottica, marziale. Quello che conta in queste composizioni è la storia che c’è dietro, e la retorica compositiva semplice, perentoria, ben curata”. “Le scuole sammarinesi comunque – conclude – sono l’unico ambiente dove sin da piccoli si insegna l’inno nazionale. Il problema è che viene dimenticato quello che si fa a scuola, se non si continua a coltivarlo poi negli anni nella società civile”.

Saverio Mercadante

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