Home FixingFixing La vita è tutta un quiz? Ci si puòscommettere

La vita è tutta un quiz? Ci si puòscommettere

da Redazione

Viaggio nel mondo delle vincite: dai gettoni d’oro all’anonimato garantito. Con il Superenalotto l’Italia incassa 49,5 euro ogni 100 giocati.

Oltre tre miliardi e trecento milioni di euro. E’ quanto ha incassato il SuperEnalotto nel 2009, un risultato record che porta l’anno appena trascorso al primo posto tra i più ricchi nella storia del concorso di casa Sisal, vera “gallina dalle uova d’oro” per i fortunati vincitori ma soprattutto per l’erario. Il SuperEnalotto non è soltanto milioni di euro di premi ma anche, fra tutti i giochi pubblici, quello su cui lo Stato guadagna di più: su 100 euro incassati ne riversa infatti 49,5 allo Stato. Tolto il prelievo erariale, il restante 50,5% viene così distribuito: 38,1% al montepremi, 8% al punto vendita, 4,4% a Sisal. Molto al di sotto gli altri, che in generale si attestano fra il 20 e il 30%, per non parlare delle scommesse sportive, la cui tassazione non supera il 5%.

Per un pugno di numeri

Nel 2009 la raccolta complessiva di giochi e scommesse è stata pari a 54.410 milioni di euro con un incremento, rispetto al 2008 (47.554 milioni), di 6.856 milioni di euro (+14,4%). Lo comunicano in una nota i Monopoli di Stato. Nel solo mese di dicembre l’Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato ha messo a segno complessivamente 5.366 milioni di euro. In dettaglio, nell’ultimo mese dell’anno, la raccolta delle macchinette è stata di 2.655 milioni di euro, suddivise tra Bingo (167 milioni di euro), gioco a base ippica (166 milioni di euro), gioco a base sportiva (334 milioni di euro), lotterie (921 milioni di euro), lotto (536 milioni). I giochi numerici a totalizzatore nazionale (SuperEnalotto, Win for Life, Superstar) hanno toccato i 335 milioni mentre i giochi di abilità a distanza (Skill games) hanno marcato un ottimo 252 milioni di euro. Circa il 47% delle entrate complessive del 2009 proviene dal settore new slot, che incassa 25,5 miliardi e cresce del 16% rispetto all’anno scorso. Seconda voce per incassi, quella dei gratta e vinci, che toccano i 9,4 miliardi e crescono di poco (1,7%) rispetto ai 9,3 dell’anno scorso. Il 2009 sarà di certo un anno da ricordare per il Superenalotto: la “febbre” mediatica e il jackpot record vinto a Bagnone ad agosto – con la replica del 10 febbraio 2010 quando il montepremi di circa 140 milioni di euro è stato spartito da due superfortunati – hanno contribuito a far lievitare sensibilmente la raccolta del gioco, tocca i 3,3 miliardi (+33,5%). Leggermente in frenata il “Win for Life”, dopo la partenza bruciante a ottobre ha raccolto in totale 425 milioni in tre mesi. Le scommesse sportive vanno oltre lo steccato dei 4 miliardi, mai raggiunto in passato e migliorano l’incasso del 3%. A gonfie vele gli skill games (rappresentati soprattutto dal poker on line), a 2,3 miliardi. Il Lotto, vista anche l’assenza di grandi ritardatari, va fra i giochi con il segno meno: un decremento contenuto, però, visto che cala solo del 2,5% ed è sempre la terza voce nella tabella generale dei giochi con oltre 5,6 miliardi. Vanno ancora giù i giochi a base ippica (quasi 2 miliardi, -12,9% per le scommesse sui cavalli insieme all’Ippica Nazionale) e i concorsi pronostici: Totocalcio e affini hanno raccolto soltanto 143 milioni, -18,3%, nel 2009 è stata chiusa per “scarsa raccolta” la scommessa a totalizzatore Big Race e intanto i Monopoli hanno annunciato l’ennesimo restyling per il Totogol. Inversione di tendenza per il Bingo: grazie alla nuova ripartizione del montepremi (più ricco per i giocatori e con più premi speciali), riesce a risollevarsi negli ultimi due mesi dell’anno e chiude il 2009 con 1,4 miliardi, l’11,1% in meno del 2008: fino a metà del 2009 il confronto con il 2008 era molto più severo, con una flessione intorno al 15%.

Tassazione sulle vincite

Mentre sale la febbre (per i milioni di giocatori) e il gioia (per le due recenti vincite da 70 milioni) per il superEnalotto, è interessante sapere se e in che misura vengono tassate le vincite. Il portale della Sisal (sisal.it) chiarisce che “nei quattro giochi SuperEnalotto, Totip+, Tris e Formula 101 non sono previste tassazioni sulle vincite perché assolte all’atto della giocata attraverso l’imposta unica di gioco”. A “Chi vuol essere milionario” (che in sei anni ha distribuito 15 milioni 632 mila euro) le vincite vengono liquidate in gettoni d’oro (in Rai invece “L’eredità” e “Affari tuoi” pagano in euro, mediante accredito bancario) e mai in contanti: sul milione di euro messo in palio, ideoTime (gruppo Mediaset) provvederà a decurtare dall’importo il 20%, facendo scendere la cifra a 800.000 euro. Anche le spese di spedizione hanno un prezzo, che incide per il 3,5% sulla vincita: i rimanenti 800 mila euro diventano così 772.000 euro. Ora si pone il problema di cambiare i gettoni d’oro: il compenso del gioielliere ammonta al 5% sul valore dei gettoni. A questo punto il premio calerà ancora per stabilizzarsi a 733.400 euro. Ma perché proprio in gettoni d’oro? “E’ una scelta editoriale – ha spiegato a Panorama Paola Castelli, responsabile dell’ufficio concorsi e premi -.Un Dpr, il 430 del 26 ottobre 2001, prevede i gettoni d’oro nelle vincite dei concorsi ma lascia libertà per i giochi spettacolo. Mediaset ha deciso una linea unica”. L’azienda compra, secondo il fixing del giorno, gettoni da 25, 50 e 500 euro con titolo del 750 per mille. Tutti hanno impresso il logo Mediaset. I gettoni vengono consegnati a casa del vincitore in buste sigillate tramite corriere. Per il cambio, esclusi la banca, che tratta solo oro puro, e gli orafi, che valutano i gettoni come oro vecchio, sono scelte le società di compravendita di preziosi presenti nelle grandi città che tengono conto del fixing dell’oro. Bonifico o gettoni arrivano dopo sei mesi, decurtati del 20 per cento di tasse.

L’anonimato ha un prezzo

Molti vincitori, per varie ragioni, preferiscono non rivelare la propria identità. L’anonimato è possibile, ma ha un prezzo: occorre, infatti, rivolgersi a un notaio e lasciare che sia lui a condurre in porto la pratica. Di solito, la sua parcella si aggira tra il 2 e il 5% della vincita.

Ammalarsi di ricchezza?

Un’indagine svolta da due ricercatori della Paris School of Economics, Andrei Clark e Bènedicte Apouey, ha confermato che i soldi non fanno la felicità, sostenendo che chi vince alla lotteria o a un gioco televisivo una somma consistente ha serie probabilità di stare peggio nel giro di pochi anni. L’inchiesta, condotta tra il 1995 e il 2005, tra 16 mila persone incluse nel British Panel Study, ha appurato che ritrovarsi da un momento all’altro ricchi sfondati dà, al primo momento, una sensazione di benessere mentale, ma successivamente i comportamenti che seguono la vincita danneggiano la salute. Antonio Lo Jacono, presidente della Società italiana di psicologia, avverte: “Abbandonarsi agli eccessi è il segnale che, sotto sotto, anche l’equilibrio mentale non è più così solido”. Insomma, tutti vorremmo vincere un jackpot miliardario, ma poi dovremmo mantenere uno stile di vita maturo e consapevole, senza stravolgere il quotidiano. Sempre secondo le stime di Lo Jacono, il 35 per cento dei vincitori di grossi premi dopo un po’ si accorge che stava meglio prima. Ammalarsi di ricchezza? Sembra un paradosso, ma chi, sinceramente, può sapere come si comporterebbe se si ritrovasse a essere straricco? E anche questa è una domanda da un milione di euro.

Alessandro Carli

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