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Speciale di Fixing sui Giochi di Vancouver

da Redazione

Speciale di San Marino Fixing sui Giochi Olimpici Invernali: la cronaca di tutte le giornate di gara a Vancouver, la fotogallery e le medaglie conquistate dall’Italia, aggiornate man mano.
Inoltre il medagliere finale e tante curiosità dal Canada.  

VANCOUVER 2010, IL BILANCIO AZZURRO

 

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VANCOUVER 2010 Il medagliere finale
NAZIONE ORO ARGENTO BRONZO TOTALE
Canada 14 7 5 26
Germania 10 13 7 30
Stati Uniti 9 15 16 37
Norvegia 9 8 6 23
Corea del Sud 6 6 2 14
Svizzera 6 3 9
Cina 5 2 4 11
Svezia 5 2 4 11
Austria 4 6 6 16
Olanda 4 1 3 8
Russia 3 5 7 15
Francia 2 3 6 11
Australia 2 1 3
Repubblica Ceca 2 4 6
Polonia 1 3 2 6
Italia 1 1 3
5
Bielorussia 1 1 1 3
Slovacchia 1 1 1 3
Gran Bretagna 1 1
Giappone 3 2 5
Croazia 2 1 3
Slovenia 2 1 3
Lettonia 2 2
Finlandia 1 4 5
Estonia 1 1
Kazakistan 1 1

 

VANCOUVER, FINALE IN PILLOLE

 

27-28 febbraio: CRONACA DELLA NOTTE OLIMPICA

 

26-27 febbraio: CRONACA DELLA NOTTE OLIMPICA

 

25-26 febbraio: CRONACA DELLA NOTTE OLIMPICA

 

24-25 febbraio: CRONACA DELLA NOTTE OLIMPICA

 

23-24 febbraio: CRONACA DELLA NOTTE OLIMPICA


22-23 febbraio: CRONACA DELLA NOTTE OLIMPICA


21-22 febbraio: CRONACA DELLA NOTTE OLIMPICA

 

20-21 febbraio: CRONACA DELLA NOTTE OLIMPICA

 

18-19 febbraio: CRONACA DELLA NOTTE OLIMPICA.

 

17-18 febbraio: CRONACA DELLA NOTTE OLIMPICA.

 

16-17 febbraio: CRONACA DELLA NOTTE OLIMPICA.

 

15-16 febbraio: CRONACA DELLA NOTTE OLIMPICA.

 

14-15 febbraio: CRONACA DELLA NOTTE OLIMPICA.

 
 

 

TUTTE LE MEDAGLIE AZZURRE

 

 28 febbraio. GO RAZZO GO! GIULIANO RAZZOLI ORO IN SLALOM SALVATORE DELLA PATRIA SULLE NEVI
‘Go Razzo Go’. Giuliano Razzoli salva il carrozzone azzurro con una preziosa, quanto mai indispensabile, medaglia d’oro nella disciplina regina delle nevi: lo slalom. Il "golden boy" italiano arriva da Reggio Emilia (Razzolo di Villa Minozzo) ha 25 anni e quest’anno in coppa del mondo ha vinto tra i pali stretti a Zagabria, conquistando anche un terzo posto a Kitzbuehel (due podi nel 2009). A Whistler ha centrato una medaglia che oltre a risollevare le sorti di quella che fino a poche ore prima sembrava una sciagurata olimpiade, cancella un pesantissimo zero nella casella delle medaglie che affliggeva lo sci azzurro dal 2002, quando a Salt Lake City arrivò la storica doppietta nel super-G con l’oro di Daniela Ceccarelli e il bronzo di Karen Putzer, oltre all’argento di Isolde Kostner nella discesa. Per trovare una medaglia in campo maschile bisogna tornare indietro fino al 1994 con l’argento di un altro emiliano, Alberto Tomba, proprio nello slalom. L’oro mancava addirittura dal 1992, sempre con Tomba nel gigante di Albertville. Mentre l’ultimo titolo olimpico dello slalom risale addirittura a Calgary 1988, merito del solito "Albertone". Un lungo digiuno spezzato a Vancouver da un ragazzo che solamente quattro anni fa ai Giochi di Torino ha fatto da apripista a Giorgio Rocca e compagni. Perfetto sia nella prima manche sotto la neve, che nella seconda dove la pressione poteva giocare brutti scherzi, come successo al suo ex compagno di squadra Rocca che a Torino si ritrovò faccia a terra dopo 35 secondi, schiacciato dal peso delle aspettative. Finora la costanza nei risultati non è stata mai il suo punto forza. Lo sa bene Jacques Theolier, allenatore degli slalomisti, che in coppa del mondo lo ha visto salire e scendere dal podio in un’altalena di risultati. Stavolta però l’atleta dell’Esercito, che preferisce le letture leggere alla tv quando è all’estero per le gare, ha messo in fila i nomi noti del circo bianco come il croato Ivica Kostelic che ha conquistato l’argento. Bronzo a sorpresa per lo svedese Andre Myhrer davanti all’austriaco Benjamin Raich.
"Avevo scritto un biglietto prima di partire per il Canada in cui avevo scritto che mi sarei classificato al primo posto e così è stato", svela il nuovo campione olimpico dello slalom, il terzo italiano dopo Tomba e Piero Gros. "Ho disputato una gara eccezionale con una grande prima manche, mentre nella seconda ho sciato con sicurezza, avevo persino un po’ di margine".
Non è facile per il "Razzo" prendere coscienza dell’impresa realizzata: "Avrò bisogno di qualche giorno per capire cosa ho combinato, ringrazio tutti per avere creduto in me: dai tecnici alla federazione ai tanti tifosi che sono venuti fino a Whistler per sostenermi. Non avrei mai pensato di vincere in questa maniera, in definitiva sono solo un paio di stagioni che frequento il circuito di Coppa del mondo con stabilità. Ci siamo presentati a questa gara con la certezza di avere fatto tutto quello che dovevamo e il campo l’ha dimostrato. Sono riuscito a battere gente fortissima, sono orgoglioso di essere stato il primo sciatore italiano a succedere ad Alberto Tomba sul trono dello slalom, inoltre mi fa piacere averlo fatto piangere". Tutto poco prima della mezzanotte italiana. L’ora tarda non ha impedito al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi di chiamare il numero uno del Coni Gianni Petrucci: "E’ stata una gara eccezionale, l’ho seguita in diretta e mi sono emozionato – ha detto il premier – è una grande vittoria che ci ha reso tutti felici. Faccia i complimenti al ragazzo, so che adesso ha la premiazione, lo chiamerò domani (oggi, ndr) per rallegrarmi con lui".
Finale comunque dal sapore agrodolce per il presidente della Federsci Giovanni Morzenti: "La vittoria di Giuliano Razzoli è bella e importante e va celebrata – ha detto Morzenti – ma non basta a colmare le lacune che la Nazionale ha mostrato durante tutto il resto dell’Olimpiade". Ora l’Italia ha trovato un nuovo campione, un ragazzo dell’Appennino che calza il 47. Una buona base d’appoggio per ricostruire il futuro dello sci azzurro 22 anni dopo Calgary.

 

17 febbraio. ARIANNA FONTANA COL SUO BRONZO NELLO SHORT TRACK ENTRA NELLA STORIA
Tra il serio ed il faceto aveva promesso che, in caso di medaglia, avrebbe fatto uno strip al Villaggio Olimpico. Magari la promessa ora la manterrà, "ma quando sarà buio, così non mi vede nessuno". Scherza, Arianna Fontana, che con il bronzo al collo sembra anche più piccola dei suoi 19 anni. A Casa Italia le hanno organizzato una bella festa, con l’accoglienza calorosa del presidente del Coni Gianni Petrucci e del presidente della Fisg Giancarlo Bolognini: è lei la prima medaglia olimpica al femminile di una disciplina, lo short track, che sta entrando sempre più nel cuore degli italiani. Terza nei 500 metri, dopo una serie di batterie in cui ha esibito il suo pezzo forte, la partenza, che secondo Bolognini diventerà presto materia di studio per i tecnici stranieri. Nel frattempo, la finanziera lombarda si gode il momento, rivelando anche particolari inediti: un tatuaggio nemmeno troppo piccolo di una razza, pesce di mare, un braccialetto comprato qui a Vancouver assieme al fidanzato, unico orpello che ama indossare, Mara Zini come idolo di gioventù. Con parte dei 50.000 euro che incasserà dal Coni per il bronzo organizzerà una mega vacanza per staccare un po’ la spina. Poi, chissà, potrebbe cedere alle lusinghe di qualche reality: "Ma non farei mai il Grande Fratello, bensì uno tipo La Talpa o l’Isola dei Famosi: sono un’atleta ed ho bisogno di fare movimento". Nella notte italiana ne ha fatto eccome, rischiando anche l’argento dei 500 sul ghiaccio del Pacific Coliseum: la vicecampionessa d’Europa, che quattro anni fa a Torino aveva conquistato il bronzo con la staffetta, chiude terza alle spalle della cinese Meng Wang, che bissa l’oro di Torino, e della canadese Marianne St.Gelais, che doveva sudare per evitare il ritorno dell’azzurra.
 

15 febbraio. PILLER COTTRER IL PREDESTNATO: ARGENTO NELLA 15 km TECNICA LIBERA. “ERA LA MIA GARA”.
I sogni d’argento di Pietro Piller Cottrer si consumano nella festa che l’Italia raccolta a Vancouver ha regalato al fondista vicecampione olimpico. L’omaggio al campione della fatica che ha conquistato l’ennesima medaglia della sua carriera e insieme sono arrivati anche i soldi, 75.000 euro consegnati dal presidente del Coni, Gianni Petrucci nella casa Italia di Whistler. E per Piller Cottrer non è ancora finita: ”Sapevo che questa era la mia gara” ha ribadito, sottolineando che la medaglia d’argento nella 15 km di fondo tecnica libera non è stata affatto una sorpresa.
E adesso l’Italia è a quota tre medaglie. Dopo i bronzi di Pittin e Zoeggeler, l’Italia ha arricchito il suo medagliere con un argento, merito dell’infaticabile Pietro Piller Cottrer che, a 35 anni suonati, si è piazzato al secondo posto alle spalle dello svizzero Dario Cologna. Strepitosa la prova per il carabiniere di Pieve di Cadore: una nuova perla – la quinta olimpica – per il 35enne che ha già in bacheca un oro e un argento nella staffetta a Torino 2006 e Salt Lake 2002 e un bronzo nella 30 km inseguimento sempre a Torino. È stato anche campione del mondo nella 15km tecnica libera ad Oberstdorf nel 2005.
Meritata la vittoria di Cologna, con oltre 26 secondi di vantaggio sull’azzurro; dietro è finito invece il ceco Lukas Bauer, che ha dovuto accontentarsi del bronzo. A completare la giornata di gloria del fondo maschile italiano anche l’ottimo decimo posto di Giorgio Di Centa; più indietro Valerio Checchi (19esimo) e Thomas Moriggl (24esimo). E’ crollato invece il norvegese Petter Northug, leader della classifica di Coppa del Mondo ma giunto appena 41esimo.
"Sono venuto qui per vincere l’oro ma conquistare un argento dietro un grande atleta come Cologna è come un oro per me. L’essere salito sul podio significa che la mia preparazione è stata eccellente", ha commentato un raggiante Piller Cottrer che neanche stavolta ha rinunciato al cappellino giallo portafortuna. "Quello che mi inorgoglisce è che nonostante i miei 35 anni riesco ancora a concentrarmi su un obiettivo e centrarlo. E’ bellissimo tornare a vincere una medaglia olimpica otto anni dopo la prima volta: l’emozione è la stessa. Dedico questa vittoria a tutti i miei tifosi, ed è una lista lunghissima, a mia moglie Francesca, ai miei figli Fabio e Marta". Una vittoria cercata e voluta, ragionata: "Sì, me lo aspettavo. E’ stata una giornata fantastica sin dai primi metri, qui lo stile di sciata ha fatto la differenza. Sono anni che ci lavoro. Posso dire di essere come un vino rosso, più invecchio e più divento buono. Diciamo un Amarone…". Per il presidente del Coni Gianni Petrucci "è una medaglia che viene al momento opportuno". "Aveva già vinto a Torino e questa è una conferma – ha detto il numero uno dello Coni – sono felice per lui, per i tecnici e per tutto il movimento azzurro. E’ una scuola che seguita a dare risultati". Dal fondo ci si aspetta sempre qualcosa ma Petrucci non vuole caricare di responsabilità l’ambiente: "Io non faccio mai pronostici ma la medaglia di Pittin ha confermato che lo sport italiano ha i ricambi, Piller Cottrer invece è una conferma". Compiaciuto il ct dell’Italfondo Silvio Fauner: "Meglio di così non si poteva cominciare. Abbiamo disputato complessivamente una grande gara, conquistando anche una splendida medaglia d’argento". Un risultato frutto di una programmazione mirata: "Abbiamo iniziato in ritardo la stagione di Coppa del Mondo proprio per focalizzarci sui Giochi – spiega Fauner – in molti ci hanno criticato perché i risultati non venivano ma mi viene da dire che abbiamo fatto la scelta giusta".
 

14 febbraio. ARMIN ZOEGGELER (SLITTINO) DA RECORD. UN BRONZO CHE VALE ORO
“Per me questo bronzo vale oro. Oro vero, soprattutto per come qui alle Olimpiadi si sono messe le cose. Infatti la decisione di far iniziare la gara dalla partenza delle donne mi ha svantaggiato. Ma in quel momento, dopo la tragica morte del nostro compagno georgiano, non si poteva certo mettersi a discutere perché qualcosa andava fatto”: per Armin Zoeggeler – cinque medaglie in cinque olimpiadi conquistate in una disciplina assolutamente individuale – e l’ora dei festeggiamenti. Ma è anche l’ora delle riflessioni e delle analisi espresse con calma e sicurezza ma destinate a lasciare il segno. Aleggia infatti su tutta questa gara la sgradevole sensazione che, dopo la morte di Nodar Kumaritaschvili, la Federazione internazionale – che è soprattutto in mano a dirigenti della Germania – abbia preso decisioni che hanno sostanzialmente favorito i tedeschi. Felix Loch, la medaglia d’oro il cui nome significa ”buco felice”, ed il suo compagno d’argento David Moeller non erano certo gli atleti di punta dopo le prime quattro prove sul tracciato normale. Lo sono diventati immediatamente su quello più breve con partenza donne e con l’aggiunta di una forte umidità e ghiaccio morbido. Un tracciato e condizioni molto simili a quelli che ci sono in Germania, tipo la pista di Obersdorf dove Zoeggeler, nella gara di una stagione di coppa del mondo che ha dominato ovunque, non a caso, è arrivato solo settimo.
”La pista è stata progettata male” ha detto così Armin spiegando che ”non è assolutamente concepibile che uno slittinista possa venire sbalzato al di là della pista, come è successo con il georgiano. Sono cose che noi atleti mai abbiamo ritenuto possibili. Una caduta ed una lunga scivolata sì, quello ci sta. Ma mai sbalzati fuori”. Ed aggiunge che ”adesso sicuramente qualcosa cambierà” nell’atteggiamento degli atleti che hanno un loro portavoce in seno alla federazione ed ai comitati organizzatori. Un portavoce che potrebbe diventare una sorta di sindacato, vista la pesantezza della posta in gioco. Così, in queste condizioni, è chiaro che per Armin il cannibale questo “è un bronzo che vale oro”. Ancor più esplicito è il presidente Fisi Giovanni Morzenti: ”Siamo stati degli ingenui quando c’è stata la decisione di spostare la partenza di gara a quella delle donne. Si sapeva che i tedeschi ne sarebbero stati svantaggiati. Si è cambiata la situazione. Dovevano, su una pista omologata, bastare le protezioni in più che sono state installate dopo l’incidente” E ”ingenui” è un termine corretto rispetto a quello più esplicito usato dal presidente federale. ”Abbiamo perso un oro certo, perché Armin era il più forte. A Cesana, dopo l’ultima prova di coppa del mondo, abbiamo fato test su test, con materiali e ghiaccio diversi ed Armin – aggiunge il presidente – ha abbassato ancora i tempi di gara”. A questi ragionamenti si aggiunge una conferma indiretta: il russo Albert Demetschenko nelle prime prove sulla pista normale è stato sempre l’uomo da battere. In gara, sul tracciato più corto, ha chiuso al quarto posto, una sconfitta durissima. Zoeggeler, con una quarta manche superlativa, gli è passato davanti con un vantaggio di soli tre centesimi di secondo.

 

14 febbraio. E’ PITTIN LA PRIMA MEDAGLIA AZZURRA: E’ UNO STORICO BRONZO NELLA COMBINATA NORDICA
L’Italia può gioire per la medaglia di bronzo vinta dal friulano Alessandro Pittin nella combinata nordica, la prima nella storia azzurra in questa disciplina e anche il primo podio per l’Italia alle Olimpiadi di Vancouver. La medaglia meno attesa quella conquistata dal giovane atleta delle Fiamme Gialle che ha chiuso al sesto posto la gara di salto – 100 metri che sono abbondantemente sopra la misura raggiunta nel corso della stagione di Coppa del Mondo – per poi rendersi protagonista di una strepitosa rimonta nella 10 km di fondo. Una grande soddisfazione ma anche un grande regalo per l’atleta di Tolmezzo (Udine) che ha festeggiato il suo ventesimo compleanno l’11 febbraio. Una scommessa vinta per il presidente del Coni Gianni Petrucci dopo la passerella senza gloria del friulano ai Giochi di Torino 2006 (46°, ma era poco più di un bambino, allora). “E’ per noi il successo di un investimento nel quale abbiamo sempre creduto, tanto è vero – aggiunge Petrucci – che a Torino Pittin l’abbiamo portato a gareggiare sedicenne. Quattro anni dopo ci ha ripagati alla grande". Nessuna sorpresa invece per il segretario generale del Coni e capo missione Raffaele Pagnozzi. "Pittin dice che è un risultato incredibile? Per me no e infatti lo avevo pronosticato una decina di giorni fa". Il bronzo di questo atleta minuto nel fisico copre un vuoto nel medagliere della storia azzurra in una disciplina che figura ai Giochi invernali fin dalla prima edizione del 1924 a Chamonix. "E’ il più grande giorno della mia vita – ha affermato – è incredbile, solo all’ultimo metro ho capito che potevo entrare a medaglia, ma non sapevo se ero terzo o quarto. Sono felice, di più. Perché non avevo mai nemmeno sperato in una medaglia. E’ stato incredibile, ancora non riesco a crederci. E’ bellissimo". L’azzurro è finito a soli otto centesimi dal vincitore, il francese Jason Lamy Chappuis. L’argento è andato all’americano Johnny Spillane. Gli altri azzurri in gara: Lukas Runngaldier, al termine delle due gare, si è classificato 16mo, Giuseppe Michielli 33mo e Armin Bauer 43mo. Un successo che ripaga la spedizione azzurra della delusione provata con Enrico Fabris nei 5.000 del pattinaggio di velocità nella prima giornata di gare. L’atleta di Asiago inaugurò l’avventura italiana ai Giochi di Torino con il primo storico bronzo nel pattinaggio di velocità, proprio come Pittin che ha regalato il primo sorriso all’Italia.
 

 

 

LO SPECIALE ON LINE DI FIXING

Cliccate sull’immagine della copertina del giornale: si aprirà il nostro speciale on line sui Giochi Olimpici di Vancouver 2010.

I pronostici della vigilia, le speranze azzurre, curiosità da Vancouver e la squadra azzurra.

Buona lettura e in bocca al lupo agli azzurri!

 

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