Home FixingFixing Una Storia lunga 166 chilometri

Una Storia lunga 166 chilometri

da Redazione

Il domino di Lech Walesa per ricordare la caduta del Muro. 1989-2009: al Berlin Mauer i leader di tutto il mondo. San Marino Fixing ha ricordato il ventennale con uno speciale di 16 pagine a colori: il giornale è scaricabile sul sito www.sanmarinofixing.com

Una lingua dura, alta. Una linea di cemento, come una ferita, come un ricordo da cancellare. Un taglio lungo 28 anni – dal 1961 al 1989 – simbolo di un passato sotto gli occhi di tutti. Il 9 novembre 1989 cadde il Muro di Berlino, 166 km di una barriera di cemento che tagliava 192 strade e che fu simbolo della divisione non solo di una città, occupata ad est dai sovietici e nella parte occidentale dagli alleati ma di due mondi che si erano sviluppati in direzioni completamente opposte. Esattamente 20 anni dopo, tutti i leader del mondo si sono riuniti per ricordare l’evento. E per una notte gli occhi del mondo sono (ri)tornati al celebre Mauer: con un forte simbolismo storico è stato Lech Walesa, l’ex presidente polacco che guidò la rivolta di Solidarnosc, ad abbattere la prima delle migliaia di mega tessere del “domino”, un vero e proprio Muro di 1,5 chilometri che corre da Potsdamer Platz fino al Reichstag e la cui caduta ha ricordato lo storico evento di 20 anni fa. Migliaia le ‘tessere’, pannelli alti 2,5 metri, che sono state decorate da studenti delle scuole tedesche, da artisti ed attivisti politici. Dopo il countdown, Walesa ha dato la spinta al primo pannello e, tra gli applausi dei berlinesi che, nonostante la pioggia hanno voluto essere presenti, le tessere decorate hanno cominciato a cadere una ad una, in un “effetto domino”. Ma è stata anche la notte della politica, di chi – 20 anni prima – era lì. E di quelli che 20 anni fa si erano incantati davanti alla televisione a seguire – step by step – i respiri di due Germanie che stavano per diventare una cosa sola. Come ha sottolineato, delicatamente, il Primo Ministro Gordon Brown: “Il muro non c’è più. Due Berlino sono una sola. Due Germanie sono una. Due Europe sono una”. Ma fari puntati anche su Angela Merkel, primo leader tedesco cresciuto aldilà del Muro, nella Germania Est comunista e che 20 anni fa lavorava come ricercatrice scientifica, che ha definito la caduta del Muro “il giorno più felice della storia recente della Germania”. “L’anniversario del Muro di Berlino – ha invece rimarcato il Premier Silvio Berlusconi – segna non solo la fine del comunismo sovietico ma soprattutto la vittoria della libertà come bisogno insopprimibile dell’animo umano”. Barack Obama, forte del fresco successo ottenuto in materia di sanità negli States, è apparso sui megaschermi montati alla Porta di Brandeburgo: “La caduta del Muro di Berlino ci ricorda come il destino è determinato da quello che fanno i popoli. Nonostante la violenza e le repressione, i tedeschi dell’Est hanno insistito perché credevano che il mondo poteva cambiare”. E cambiare in modo che ora, a 20 dalla anni caduta, abbiamo “alla guida della Germania una donna che viene dall’Est” ed alla guida degli Stati Uniti “un presidente che ha origini afroamericane”. La celebrazione non si è fatta mancare nulla, nemmeno un piccolo giallo. La Francia si interroga sulla rivendicazione di Nicolas Sarkozy di essere stato il 9 novembre 1989 tra quanti abbatterono il Muro di Berlino. Il presidente francese lo aveva sostenuto, con tanto di foto, su Facebook. A instillare il dubbio ci ha pensato l’ex premier Alain Juppe, che aveva accompagnato l’allora giovane deputato, sostenendo che in realtà avevano raggiunto Berlino “il giorno dopo la caduta, il 10 novembre o l’11”. San Marino Fixing ha ricordato il ventennale con uno speciale di 16 pagine a colori: il giornale – scaricabile sul sito www.sanmarinofixing.com – è un doveroso omaggio ai nostri lettori e soprattutto una finestra aperta su Berlino, su quel Mauer che vide almeno 136 morti tra il 1961 e il 1989.

Alessandro Carli

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento