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Bordate da un milione di euro Il pesante costo della guerra

da Redazione

Un missile Tomahawk costa intorno al milione di euro. E solo nella prima notte di fuoco inglesi e americani hanno lanciato più di cento missili da navi e sottomarini verso gli obiettivi della difesa aerea libica. Guerra hi-tech, guerra da terzo millennio, guerra super costosa, che secondo alcuni analisti in un mese dovrebbe succhiare almeno un miliardo di dollari.

di Saverio Mercadante

 

Un missile Tomahawk costa intorno al milione di euro. E solo nella prima notte di fuoco inglesi e americani hanno lanciato più di cento missili da navi e sottomarini verso gli obiettivi della difesa aerea libica. Guerra hi-tech, guerra da terzo millennio, guerra super costosa, che secondo alcuni analisti in un mese dovrebbe succhiare almeno un miliardo di dollari. In tempi di crisi dura, tutti si auspicano che sia il più breve possibile. Qualche dato per capire quanto un conflitto possa prosciugare le economie dei paesi belligeranti. I bombardieri B-2 hanno un costo di almeno diecimila dollari l’ora. Analisti di fonte inglese affermano che le missioni aeree britanniche costano 300 mila euro a velivolo. Dieci caccia impiegati per pattugliare la no fly zone costano tre-quattro milioni di euro al giorno. Il costo orario degli aerei italiani è addirittura maggiore. Ogni ora di volo dei quattro Tornado in assetto antiradar e dei quattro caccia intercettori Eurofighter impiegati nell’operazione contro la Libia costa almeno trentaduemila euro. Se fossero abbattuti andrebbero in fumo trenta milioni di euro per il Tornado e cento milioni per l’Eurofighter. Dalla base di Trapani i Tornado si alzano in volo a coppie, accompagnati da un terzo velivolo per il rifornimento in volo. Sono missioni che durano circa tre ore. Ogni missione di ricognizione su Cirenaica e Tripolitania vale quasi trecentomila mila euro. Gli italiani hanno dichiarato che non spareranno. Ma i sofisticatissimi missili Harm (Homing Anti-Radiation Missile) che sono in grado di riconoscere le emissioni elettromagnetiche di un radar e le inseguono finché non lo colpiscono, costano almeno duecentomila euro. L’Italia, oltre alla fregata Euro e al pattugliatore d’altura Comandante Borsini a disposizione della flotta Nato, ha nel canale di Sicilia la portaerei Garibaldi e il cacciatorpediniere Andrea Doria. Dovrebbero fare da scudo alle possibili ritorsioni missilistiche del dittatore libico verso l’Italia. A bordo un sofisticato sistema di missili antimissile, integrato con il sistema di sorveglianza satellitare e aerea. Sulla Garibaldi anche sette aerei Harrier a decollo verticale e un paio di elicotteri. Navigare costa un’enormità: circa centomila euro al giorno in termini di carburante. La portaerei consuma talmente tanto che ha sempre accanto una nave appoggio per il rifornimento. A occhio, secondo gli esperti militari, queste cinque navi si portano via almeno trecentomila euro al giorno.

 

Il ruolo della Banca Centrale Libica

 

Se la guerra civile e la guerra che hanno scatenato i paesi della Nato contro la Libia distruggeranno una parte del Paese, la Libia si conferma uno Stato dalle importanti risorse finanziarie che potranno essere determinanti nella ricostruzione del Paese. Che la Libyan Investment Authority (Lia) gestisse circa sessanta miliardi di dollari in investimenti esteri era noto. La sorpresa viene invece dal Consiglio di sicurezza dell’ONU. Esiste una notifica che certifica ufficialmente che la Banca Centrale Libica ha investito cento miliardi di dollari tra Italia, Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti. Soldi che non potranno sparire, distribuiti presso decine di importanti banche private occidentali. Il patrimonio della Banca di Libia ammonta in totale a 102,9 miliardi di dollari. In più c’è l’oro. Le riserve in lingotti dovrebbero arrivare ad almeno 143 tonnellate, pari a circa 6,5 miliardi di dollari ai valori attuali, fondamentali in questa guerra perché restano la sola porzione del tesoro oggi davvero nelle mani di Gheddafi. Quell’oro non è stipato nelle banche svizzere o in quelle inglesi: è custodito nei caveau sotterranei della capitale libica.

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