Home FixingFixing Rapporto Istat 2010: le disuguaglianze non hanno patrie

Rapporto Istat 2010: le disuguaglianze non hanno patrie

da Redazione

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Bankitalia: preoccupazione per la riduzione del valore medio della propensione al risparmio concentrata nelle classi di reddito e di ricchezza più basse.

 

 

La questione dell’impatto provocato dalla crisi finanziaria ed economica sulla ricchezza sulla distribuzione dei redditi e sulla povertà è emersa nella sua interezza leggendo la relazione del Governatore di Bankitalia, che si è mostrato molto preoccupato per la riduzione del valore medio della propensione al risparmio concentrata nelle classi di reddito e di ricchezza più basse. Alla stessa conclusione giunge anche la presentazione del Rapporto Istat 2010. Ma il riferimento d’obbligo per la rilevazione di questi fenomeni è il Rapporto del Census Bureau degli USA che indaga su un campione molto vasto: 100mila famiglie. Da esso emerge chiaramente come le disuguaglianze siano aumentate. Infatti, il tasso ufficiale di povertà negli USA, nel 2009 era pari al 14,3% rispetto al 13,2 del 2008. Questo scostamento è l’aumento più significativo dal 2004 e mette in risalto soprattutto che la crisi ha colpito i lavoratori tra i 18 e i 34 anni. Si può aggiungere che le prospettive che si delineano sembrano in grado di cogliere che l’effetto shock di una crisi economica e finanziaria negli USA, dal dicembre 2007 al giugno 2009, ha fatto perdere 8,4 milioni di posti di lavoro ma che dal giugno 2009 al 1° trimestre 2011 ne ha fatti riguadagnare circa 2 milioni. I dati del Census Bureau nel 2008 e nel 2009 riflettono la caduta dei redditi da capitale (dividendi, capital gain, ecc.) e da lavoro (riferiti ai redditi alti), parzialmente mitigata dalla caduta dei redditi bassi. La situazione è ancora peggiorata nel 2010 e all’inizio del 2011, vista la debolezza del mercato del lavoro. Le tendenze che si riferiscono al vecchio continente sono abbastanza simili a quelle americane. Come dire: Se Atene piange, Sparta non ride. Nell’Europa dei 15, l’Eurostat rileva che gli indicatori di disuguaglianza dei redditi sono diminuiti tra il 1995 ed il 2000 ma sono aumentati negli ultimi anni. Lo stesso rapporto, nel 2009, aveva messo in risalto una serie di dati che mostravano una continuità non scalfita dalla crisi. Tuttavia, anche il rapporto dell’Eurostat segnala le tante diversità intra-europee. Per i Paesi emergenti, invece, mancano dati significativi sulle loro economie e il confronto delle risultanze che si conoscono non ha molto senso se non lo si effettua tenendo conto degli aspetti distributivi o settoriali.

 

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