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Nuove norme sulle residenze: ok alle ricongiunzioni familiari

da Redazione

La Commissione Esteri licenzia il pdl: introdotto anche il permesso per la convivenza. Novità per imprenditori e manager stranieri, ma non sull’acquisto dell’abitazione.

 

di Daniele Bartolucci

 

Via libera al ricongiungimento familiare per imprenditori e manager che hanno ottenuto la residenza attraverso le nuove procedure introdotte dalla Legge per il sostegno allo sviluppo economico. Ma il progetto di legge “Modifica della Legge 28 Giugno 2010 n.118 ‘Legge sull’ingresso e la permanenza degli stranieri in Repubblica’, approvato l’11 giugno in Commissione Esteri con 8 voti favorevoli, uno contrario e 2 astenuti, tocca anche molti altri aspetti della questione ‘residenze’, evitando però l’annosa questione degli immobili, forse solo rimandata ad un provvedimento ad hoc.

 

CONIUGE, FIGLI E PER LA PRIMA VOLTA ‘CONVIVENTE’

Il tema del ricongiungimento familiare è sempre stato molto dibattuto a San Marino, così come nel resto del mondo e anche nella vicina Italia, oggi alle prese con l’ondata di immigrazione dalle coste del nord Africa. A San Marino tale problematica è stata affrontata in sede diplomatica (vedi il recente Meeting della Croce Rossa del Mediterraneo, svoltosi proprio sul Titano), ma nei numeri non è rilevante. Mentre lo è per coloro i quali hanno ottenuto la residenza e si trovano nella situazione (a volte paradossale, altre volte come minimo spiacevole) di non potersi ricongiungere con i propri familiari. Un’esigenza avvertita da tutta la politica, tanto è vero che sul tavolo sono approdate due proposte di legge ‘parallele’, ovvero quella del Segretario agli Esteri Pasquale Valentini per il Governo e quella del Consigliere dell’Upr Marco Podeschi per l’opposizione. Quest’ultimo, che riguardava il soggiorno dei figli di cittadini sammarinesi naturalizzati, è stato ritirato proprio nell’ultima seduta della Commissione, poiché, come ha spiegato lo stesso Podeschi, è stato integrato nel progetto di legge proposto dalla Segreteria di Stato, approvato poco prima. “L’esigenza a cui si è voluto rispondere”, si legge nella relazione di Pasquale Valentini che accompagna il progetto di legge (che era stato depositato già a novembre del 2014 e anche discusso in Consiglio, dove tornerà per la seconda lettura), “è quella di favorire la salvaguardia dell’unità famigliare”. A tal fine, tramite l’abrogazione dell’art. 13 comma 10 della Legge 118/2010 così come modificato dall’art. 2 del DL 170/2011, “si sono eliminate le disparità di trattamento tra cittadini sammarinesi originari e assunti, da una parte, e i cittadini naturalizzati e per matrimonio, dall’altra, al riguardo della possibilità di concessione della residenza per i figli legittimi, naturali o adottivi”. Nell’art. 16 del progetto di legge viene quindi introdotta la possibilità di concessione di residenza anche in capo ai figli naturalizzati o per matrimonio, aggiungendo le lettere c) e d) all’art. 16 originale. Altra novità di rilievo è che all’art.12, in riferimento all’Ordine del Giorno approvato dal Consiglio Grande e Generale il 19 settembre 2014 conseguentemente all’Istanza d’Arengo n.10 del 6 aprile 2014, si introduce una nuova tipologia di permesso di convivenza. In pratica “il cittadino o lo straniero residenti anagraficamente ed effettivamente in Repubblica possono richidere il permesso” per convivenza sia in favore dello straniero con il quale intendono convivere more uxorio, sia per coabitazione a fini solidaristici e di mutuo aiuto. Unica clausola, deve “essere decorso il periodo di cinque anni continuativi”.

 

MIGLIORIE ANCHE PER IMPRENDITORI E MANAGER

Nell’articolo 17 del progetto di legge presentato dal Segretario Valentini viene aggiornato anche l’art. 16 della Legge 118/2010 al comma 3, che ha indicato il percorso per imprenditori e dirigenti d’azienda per ottenere la residenza. Oltre a questa viene aggiunta la possibilità di ottenere anche il permesso di soggiorno ordinario con gli stessi requisiti, ai quali vengono aggiunti alla lettera c) anche coloro che “trasferiscano in Repubblica importi particolarmente rilevanti non movimentabili per un periodo minimo di 5 anni”. Allo stesso modo potranno richiedere la residenza o il permesso ordinario (lettera d)) anche coloro che “cedano o si impegnino a cedere alla Repubblica complessi di beni di carattere culturale, sociale o di interesse generale per la collettività e ne assicurino l’accessibilità e fruibilità, senza che ciò comporti necessariamente un investimento economico da parte dei richiedenti”. Due tipologie di ‘stranieri’ che evidentemente il sistema sammarinese accoglierebbe a braccia aperte, visto che porterebbero capitali freschi, necessari a ridare vitalità all’economia, e beni culturali, che aumenterebbero l’appeal turistico dell’antica Repubblica. Resta da capire l’effettivo utilizzo di questa nuova opportunità da parte dei richiedenti, mentre è indubbio che con l’aggiunta del comma 3 bis, si andrà a normare un’esigenza reale, già manifestata da diversi imprenditori e manager che negli ultimi anni hanno preso residenza a San Marino.

In questo nuovo comma, infatti, si specifica che la residenza a imprenditori, manager, investitori e mecenati viene rilasciata anche a: coniuge, figlio di età non superiore ai 25 anni che risulti a carico, figlio disabile.

 

TUTELE AL SISTEMA, MA NON A CHI COMPRA CASA

Il progetto di legge affronta uno dei cosiddetti ‘rischi’ della, ovvero il fatto che, una volta verificati i requisiti e approvato il piano aziendale, la residenza – secondo la formulazione vigente – venga revocata solo in caso di cessazione dell’attività. Ora invece si vuole introdurre, attraverso le modifiche apportate con l’articolo 23 (che modifica l’art. 17, comma 5 della Legge 118/2010), il concetto di “non ottemperamento delle condizioni nel rispetto delle quali è stata avviata l’attività in Repubblica che aveva determinato la concessione della residenza ai sensi dell’articolo 16, comma 3, della presente legge”.

In pratica sia che cessi l’attività avviata al tempo, sia che tale attività prosegua ma senza rispettare i piani concordati (livello occupazionale, investimenti…), la residenza concessa all’imprenditore verrà revocata. Questo a tutela del sistema. Mentre è ancora da normare la tutela all’imprenditore che, in base alla residenza ottenuta, comprasse casa per sé e per la famiglia sul Titano. Il problema potrebbe infatti riguardare molte persone in futuro, stante la volontà di San Marino di attirare in territorio imprenditori (e manager) invogliandoli a fare una scelta di vita, ovvero trasferire lavoro e famiglia in un Paese più sicuro, con una qualità della vita elevata e un welfare eccezionale. Motivo per cui chi volesse trasferirsi vorrà anche comprare casa, operazione vietata ai non residenti: ma se la casa è vincolata alla residenza, nel caso in cui l’azienda chiudesse o il richiedente (imprenditore o manager) cambiasse lavoro e, per mille ragioni, lo trovasse in un altro Paese, perdendo di fatto la residenza sammarinese, che fine farebbe quella casa? Ad oggi la soluzione prospettata è la vendita (o svendita, visti i tempi), e questo, purtroppo per il comparto edilizia, frena questi imprenditori nel momento di acquistare un’abitazione sul Titano. Ma senza una casa di proprietà, in cui far crescere la propria famiglia, viene meno anche la cosiddetta “scelta di vita”.. In definitiva, questo progetto di legge è un ulteriore passo avanti, ma occorre più coraggio per superare ‘tabu’ anacronistici e, in chiave anche di associazione europea, modernizzare questa normativa. Ma anche aggiornare la procedura semplificata prevista dalla Legge per lo Sviluppo, che, visti i risultati raccolti, può diventare ancora più efficace al fine di attirare in territorio sempre più imprenditori e manager qualificati. Un’apertura che avrà ricadute su tutto il sistema economico e non solo per quanto riguarda la vendita di case e appartamenti (comunque fondamentale per far ripartire il settore dell’edilizia e dell’artigianato), perché si tratta di persone spesso dall’alta capacità di spesa, di famiglie nella maggior parte dei casi, che potrebbero quindi usufruire e comprare a loro volta i servizi offerti da San Marino.

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