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L’81% dei sammarinesi sfiducia la politica

da Redazione

E’ il risultato del sondaggio inserito in “Una mano al paese” di Agenda 21. Intanto è partita la fase operativa del progetto per la società civile.

 

di Alessandro Carli

Abbassare lo spread tra la fiducia dei cittadini in chi cura gli affari pubblici e la politica sammarinese. “La percezione dei cittadini in questo momento è allarmante – ha sottolineato il professor Renato Di Nubila in occasione dell’incontro di Agenda 21 San Marino -. Circa l’81% definisce gravissimo o preoccupante lo stato delle cose. Per una certa analogia con una recente indagine italiana potremo – con le dovute distinzioni – dire che anche a San Marino siamo davanti a un Paese in declino, ma con una forte voglia di reagire”.
Le riflessioni di Renato Di Nubila nascono dalla lettura del sondaggio promosso all’interno di “Una mano al Paese”, l’iniziativa levigata attorno al ruolo che la società civile deve assumere per dare il proprio contributo concreto e risolvere i problemi che affliggono il Paese. Sabato 21 gennaio, nelle sale dell’Hotel San Giuseppe, il progetto è entrato nella fase operativa: Lino Sbraccia, Coordinatore di Agenda 21 San Marino, Gaia Lembo (Punto 3) e il professor Di Nubila hanno chiesto alla società civile sammarinese la sottoscrizione di alcuni impegni.
“Chiusa la fase di ascolto, si passa a quella operativa – ha esordito Lino Sbraccia -. Abbiamo incontrato le associazioni che hanno aderito al progetto, raccolto e diffuso i dati dei questionari. Oggi verranno sottoscritte le azioni. Le associazioni hanno colto lo spirito dell’iniziativa e hanno deciso di mettersi in gioco concretamente”.
“Il breve ma intenso percorso partecipato di ‘Una mano al Paese’ – ha spiegato Gaia Lembo – ha dato vita a tre gruppi chiamati ‘Gruppi Progetto’ poiché ciascuno ha proposto, e in parte sviluppato, un’idea progettuale sulla quale lavorare insieme, all’insegna di nuove alleanze e modalità associative più spedite. Alla base del percorso vi sono state la convinzione di concentrarsi su attività concrete con cui sperimentare le nuove partnership; l’utilizzo di figure per la facilitazione e gestione delle discussioni e la sottoscrizione di un accordo di partnership per ufficializzare gli impegni”.
Tre i gruppi che si sono costituti: ambiente ed economia; socio-culturale; partecipazione e società. I progetti avviati riguardano aspetti molto diversi e nell’insieme restituiscono un quadro di impegni assai variegato.
“Il gruppo ambiente ed economia – ha proseguito – ha puntato su due elementi: i consumi energetici e la disponibilità e valorizzazione di aree verdi. Sarà individuato un edificio modello su cui concentrare attività di monitoraggio, sensibilizzazione e verifica dei consumi. Sul tema aree verdi sarà indetta una giornata partecipata con previsione di sopralluogo e individuazione di un possibile nuovo percorso ciclo pedonale. Il gruppo socio culturale punta ad inaugurare un coordinamento inedito tra le associazioni che si occupano di cultura, eventi e volontariato a San Marino ideando un progetto a più step che preveda prima una collaborazione su eventi già esistenti, successivamente una collaborazione su nuovi eventi, e infine una proposta progettuale condivisa per l’individuazione di uno spazio fisico polifunzionale (attualmente assente in Paese) che faccia da centro (piazza) per ospitare eventi ed iniziative temporanee e permanenti. L’ultimo gruppo sulla partecipazione si è concentrato sul tema dell’aggregazione sociale e sensibilizzazione dei cittadini verso una maggiore consapevolezza delle proprie responsabilità e del contesto in cui si vive. Sempre nell’ottica di misurarsi direttamente con aspetti molto concreti, i partecipanti di questo gruppo hanno deciso di puntare sull’ampliamento e rafforzamento del progetto di ‘raccolta porta a porta’ già sperimentato con successo presso a Chiesanuova e rientrante nell’iniziativa ‘Differenziare è Partecipare’. E’ stato scelto l’ambito dei rifiuti che si presta ad incidere sulla responsabilizzazione individuale e collettiva e che, attraverso una comunicazione/relazione capillare, veicola nuovi impegni per il bene comune. Un altro tema considerato dal gruppo è stato quello di agire sul piano della formazione e del dibattito politico sulle attuali forme di esercizio della democrazia promuovendo indagini e dibattito sul tema”.
Il professor Di Nubila invece ha letto i dati ‘usciti’ dal questionario. Dati piuttosto allarmanti: quattro cittadini su cinque definiscono “gravissima” o “preoccupante” la stato di salute del Titano.  I cittadini, dinanzi alla politica, mostrano segni di sfiducia, di rassegnazione e di delusione. Secondo il questionario, si devono affrettare i tempi per arrivare alla firma con l’Italia, ma anche cercare un’integrazione con l’Unione europea e non perdere di vista i piccoli Stati. “San Marino – ha spiegato – vive come in soggezione il suo ‘mito’ e non si mostra poco pronto ad affrontare nuovi e antichi problemi”. Il Titano deve capire “come rinforzare, ammodernando, la sua identità singolare”, ma allo stesso tempo “come cominciare a correggere alcune rotte sbagliate”, e come accreditarsi “capace di passare dall’etichetta di ‘Paradiso fiscale’ alla proposta di ‘Terra promessa’ di trasparenza, di visibilità, di leale concorrenza, di attrattività turistica, commerciale, bancaria”. Ci sono risorse significative nel Paese, come la volontà di alcune associazioni e del volontariato a “mettere mano all’aratro” per dissodare il terreno di una società benestante, poco fermentata da partecipazione autentica. “L’associazionismo sammarinese – pur nella sua preoccupante frammentarietà molecolare – vuole esprimere una sua forte disponibilità, indicando possibili traguardi e fattibili modalità. Anche se non ha ricevuto, in passato, segni di credibilità e di valorizzazione”.
Uno degli anelli deboli, secondo il professore, sono i giovani: “Educati in società diversa, esprimono in molti tanta voglia di partecipazione e di cittadinanza attiva, ma con i loro modi, i loro linguaggi, le loro forme di volontariato e di associazionismo che non si riconoscono nella forme associazionistiche storiche. Chiedono spazi nuovi e fiducia nella loro precoce evoluzione, quando poi non sono tentati di sottovalutare lo studio e il lavoro, per rimanere in una sorta di ‘Limbo’, spesso soli e non disposti ad essere come gli adulti penserebbero. Il tutto in una sorta di dilemma: gli  adulti sono incoraggiati a rimanere giovani, ai giovani si propone di non diventare adulti, prima del tempo tradizionale”. Giovani che spesso fanno rima con istruzione. “I giovani devono uscire da San Marino”. Devono studiare all’estero e tornare sul Titano con un bagaglio di conoscenze da mettere a disposizione della società. Il Monte, da par suo, “deve sapersi differenziare. San Marino è un piccolo Stato e non deve uscire da questa visione. L’università ha una ricaduta concreta sul territorio: è un motore che rigenera realtà. Credo però che debba sapersi distinguere. Deve puntare su quelle facoltà che nelle zone limitrofe sono assenti”.

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